Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

La musica per l’inclusione

Agnese Garufi

Progetto di Ricerca azione nella S.M.I.M.

La scuola dell’autonomia è fondata sull’idea che il processo di insegnamento/apprendimento debba necessariamente trovare il suo sviluppo all’interno di dinamiche relazionali di varia natura. La scuola, da un lato, si trova implicata in relazioni con il territorio e con le famiglie, dall’altro contiene in sé i rapporti tra i protagonisti del processo didattico, e quindi tra alunni e docenti, tra i docenti e tra gli studenti. Il momento di incontro dei soggetti scolastici ha un valore centrale nella costruzione del sapere e nella sua trasmissione. L’incontro rappresenta uno spazio creativo in cui le specifiche caratteristiche di ogni alunno devono essere valorizzate.

Al fine di indagare sull’influenza delle dinamiche relazionali all’interno del processo didattico, ho proposto un progetto di Ricerca –Azione nelle classi prime e seconde ad indirizzo musicale della scuola media A.Caretto, nella quale sono docente di Sassofono, Musica d’insieme e Alfabetizzazione Musicale. La ricerca, supervisionata dalla collega e tutor Manuela Giardina, docente di pianoforte presso il medesimo istituto, ha avuto come scopo quello di dimostrare come la collaborazione inter pares e con i docenti permetta agli alunni di sviluppare stima nei propri e negli altrui confronti, creando un clima favorevole all’apprendimento e alla comunicazione che possa sfatare le strutture rigide entro cui la classe si muove in quanto a ruoli e modalità di partecipazione. E’ infatti evidente che ogni gruppo classe abbia strutturato al proprio interno una classificazione dei singoli, dividendosi in categorie rigide dalle quali è difficile venir fuori, soprattutto in un’età di crescita in cui la coscienza del proprio sé è fortemente condizionata dalle opinioni altrui. Ogni classe presenta quindi un numero di alunni studiosi, altri che si ritrovano nella media, altri che faticano a raggiungere la sufficienza; gli alunni tra di loro si classificano ancora in simpatici, noiosi, alla moda e “casinisti”. Spesso purtroppo le categorie degli alunni che faticano a raggiungere la sufficienza e quella degli alunni “casinisti” coincidono, venendo a creare un paradigma stigmatizzato che imprigiona l’alunno in un personaggio tipo, non lasciandolo libero di imparare e apprendere come gli altri.

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