Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Creatività musicali. Narrazioni, pratiche e mercato

Fabio Cifariello Ciardi, Giolo Fele e Marco Russo

Intervista a Fabio Cifariello Ciardi, Giolo Fele e Marco Russo

Il tema della creatività è stato più volte affrontato da varie angolazioni e approfondito con approcci differenti. Anche nel campo della musica e della formazione musicale sono numerose le ricerche e gli studi che hanno messo in luce le diverse sfaccettature del tema. Nella pubblicazione curata da Giolo Fele, Marco Russo e Fabio Cifariello Ciardi con la collaborazione di vari autori dal titolo “Creatività musicali. Narrazioni, pratiche e mercato” (ed. Mimesis 2017) gli autori hanno cercato di approfondire alcune tematiche non solo di carattere teorico, ma anche pratico. Abbiamo quindi rivolto alcune domande ai curatori, ringraziandoli per le risposte.

Musicheria: Nella presentazione motivate la nascita del libro da “un progetto interdisciplinare sui destini dei diplomati e dei laureati del Conservatorio, cioè di giovani professionisti (a vario titolo) che si trovano a muovere i primi passi nel “mercato della musica”. Perché avete ritenuto importante ricercare quale e quanta creatività c’è nel “mestiere” del musicista e nei percorsi formativi?

Ciardi, Fele, Russo: Il motivo è duplice, ed anche immediato se si guarda alla figura del musicista dalla prospettiva con cui l’abbiamo guardato noi. Il musicista è generalmente visto come “il” depositario di conoscenze molto specifiche, ed un rappresentante di diritto della categoria del “creativi”. In realtà noi crediamo che la musica e la musicalità siano patrimonio di tutti gli individui, esattamente come il “dono” creativo. In più siamo fortemente convinti che sia la competenza che l’afflato creativo non siano un esclusivo patrimonio di un singolo, di un “genio”, di un “talento”, bensì rappresentino una qualità diffusa, che trovano la loro maggiore espressione nei rapporti interpersonali. I rapporti interpersonali in questo caso rappresentano un micro-socialità, che può essere la cerchia dei musicisti, l’ambito scolastico, il rapporto diretto con il proprio docente. Appare logico allora come un’indagine delle aspettative e delle esperienze di giovani musicisti permetta di individuare le attese, le particolarità di ogni singolo percorso e raggrupparle in macro-aree di problematiche. Non secondario, ci pare opportuno sottolineare, come la trasformazione dei Conservatori in Istituti di Alta formazione ponga la questione di una nuova missione per questi Istituti, e in particolar modo sottolinea come il rapporto scuola-allievo meriti una profonda riflessione sulle necessità di questi ultimi.

M.: Tra gli autori del libro figurano compositori, musicologi, pedagogisti, sociologi. Quali sono stati gli elementi più significativi emersi da questo intreccio di competenze?

C., F., R.: Fra i tre curatori del volume compaiono due esperti di musica ed un sociologo. Il gruppo originario di ricerca era di ben tre sociologi e due musicisti. C’era il rischio di chiudere quindi l’esperienza dell’indagine alla sola sfera dei partecipati. Questo avrebbe forse mostrato una maggiore compattezza di pensiero e di risultati, ma avrebbe perso la ricchezza della pluricità di idee e di prospettive di indagine. Per questa ragione abbiamo allargato il disegno della discussione coinvolgendo colleghi di interesse affine.
Ciò che ci preme sottolineare comunque è che non siano, intenzionalmente, stati invitati psicologi. La creatività è sempre stata vista come un dominio esclusivo della psicologia. Noi prediligiamo invece un indirizzo più marcatamente sociologico, indirizzato a sottolineare come il rapporto con gli altri assuma la funzione di sostegno e di accrescimento della creatività. Lo scambio di idee, di esperienze, permette al singolo di condividere e accrescere la propria competenza, lo spirito critico e anche la creatività. Ognuno dal proprio punto di vista, ma con sempre in mente i risultati della ricerca, riassunti particolarmente nei contributi di Chiara Bassetti e Sara Zanatta, i vari autori hanno arricchito il discorso dimostrando come la musica riesca a dialogare con discipline apparentemente assai lontane da essa. In realtà lo sguardo interdisciplinare, se ben organizzato e gestito, è l’unico che riesce a mostrare la potenza della musica nel suo complesso. I discorsi sulla musica tendono spesso ad essere unicamente valutazioni storico-filosofiche (musicologi) oppure tecnico-formali (strumentisti e compositori), perdendo così la capacità di considerare la musica come un fenomeno culturale in se stesso.

M.: Quali sono le principali indicazioni che un insegnante che opera quotidianamente nella scuola può ricavare dalla lettura del vostro libro?

C., F., R.: Le indicazioni sono tante, più o meno palesate direttamente nei vari contributi. Nonostante sia innegabile la necessità di un insegnamento tecnico-mnemonico, vogliamo invitare tutti i docenti a valutare i singoli allievi nel loro complesso, e quindi valorizzare le micro-creatività che indubbiamente posseggono. Nessuno studente, in accordo a quanto detto prima, è un’entità singola, ma il risultato di influenze di molteplici gruppi sociali. Lo studente di “talento”, e ce ne sono tanti, ce ne rendiamo ben conto, nasce spesso in un nucleo famigliare ben disposto ed incline a svilupparne la creatività, ma chiunque, col lavoro e lo scambio di informazioni, può giungere ad eguagliarlo. Se ciascuno di noi possiede naturalmente vari stadi di creatività toccherà all’insegnate curare e proteggere, scovare, far emergere queste qualità. Il rapporto studente-insegnante è infatti il più semplice esempio di micro-socialità, e la sua definizione si trova spesso in una comunicazione ed empatia reciproca. Un modello che ci piace ribadire è quello di Vygotskij, secondo cui lo sviluppo cognitivo dell’individuo è profondamente influenzato dall’interazione sociale. Ciò implica che lo sviluppo sia continuo e vari con il variare dei rapporti sociali con cui si interagisce.
Insegnare da questo punto di vista significa innanzitutto includere, includere le rapporto diretto, ma anche in quello di classe, di Istituto e, per quanto possibile nella realtà sociale che ci circorda.

>>> Nel file allegato l’indice del volume, l’introduzione e il profilo degli autori. 

Materiali PDF
Materiali audio
Materiali video