Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Nido Sonoro: Linee guida

Linee guida per progetti formativi e interventi nei servizi per la prima infanzia

“Nido Sonoro” è una sezione del Centro Studi musicali e sociali Maurizio Di Benedetto che ha come finalità e sfondo lo studio delle condotte musicali infantili nella fascia di età 0-3 anni e la promozione culturale di sensibilità e conoscenze in merito a tale argomento.

Esso nasce inizialmente come ricerca, svoltasi tra il 2002 e il 2008, sotto la direzione del prof. François Delalande, che si è conclusa con la presentazione dei risultati all’interno di diversi convegni nazionali ed internazionali e con la pubblicazione del volume (a cura di F. D.), La nascita della musica. Esplorazioni sonore nella prima infanzia, edito in Italia da FrancoAngeli nel 2009 e tradotto in francese nel 2015, edito da Presses Universitaires de Rennes e INA (Istitut National de l’Audiovisuel).

Al fianco di questa importante ricerca, a partire dal 2006, lo stesso Centro Studi è stato impegnato nella realizzazione di alcuni progetti sperimentali, concretizzati in percorsi formativi o di intervento in servizi del territorio provinciale e regionale.

Filo rosso sempre presente in tutte le iniziative realizzate è lo spirito di ricerca, ossia di sperimentazione, riflessione e documentazione, che permea ogni azione intrapresa e alimenta lo stimolante cammino oscillante tra il consolidamento di conoscenze e prassi e la verifica di nuove ipotesi.

PREMESSA

Il progetto “NIDO SONORO” orienta la propria attenzione a una lettura antropologica e psico-pedagogica dell’esperienza sonora e musicale infantile. Le dimensioni che interessano maggiormente il progetto possono essere iscritte da un lato alla sfera della cosiddetta “musicalità individuale”, per cui bambini e bambine esprimono una dimensione identitaria e biologica di cui il suono è un elemento essenziale che concorre con altri alla formazione della personalità, allo sviluppo senso-motorio e della possibilità di esprimersi e comunicare, alla costruzione di mappe concettuali.

La seconda estensione interessa invece il significato più relazionale ed educativo proprio dell’esperienza del suono e della musica. Il suono rappresenta per bambini e bambine un significativo spazio/tempo vitale, risposta a motivazioni interiori profonde, opportunità di sviluppo affettivo e simbolico che, se supportato da conoscenze e competenze pedagogico musicali adeguate, può trasformarsi in un efficace strumento di promozione educativa.

Queste due dimensioni s’incontrano quotidianamente in quell’esperienza sonora che potremmo definire il “gioco musicale spontaneo”, si tratta di un’attività articolata che si sviluppa dalla dimensione più esplorativa e concreta dei piccoli alla dimensione più simbolica e organizzativa di coloro che sono in procinto di passare dal nido alle scuole dell’infanzia. In questo contesto non sono tanto importanti gli strumenti, le tecniche o le ambientazioni musicali prefabbricate a definire il campo di lavoro pedagogico quanto i comportamenti sonori, motivati, organizzati e finalizzati, messi in atto da bambini e bambine, quelle che François Delalande definisce come le loro condotte musicali.

Tutti i genitori, tutti gli educatori sanno che i bambini producono suoni, con evidente piacere, con la voce, come con tutti gli oggetti che capitano loro tra le mani. È così che verso il primo anno amano i cigolii, gli sfregamenti e possono trascorrere parecchi minuti a sfregare con un cucchiaio su un calorifero o a trascinare una sedia sul pavimento ottenendo delle modulazioni sonore che gli adulti non apprezzano sempre nel loro giusto valore. Non tutti i genitori o gli educatori sanno, infatti, che questi comportamenti sono già una forma potenziale d’invenzione musicale. Il gioco senso-motorio, le reazioni circolari e l’esplorazione sonora che ne risultano sono dei comportamenti spontanei, nel senso che non c’è bisogno dell’intervento di genitori o di educatori perché si manifestino. Ma l’esplorazione sonora può essere scoraggiata, o al contrario, arricchita in base alle condizioni, ai materiali e all’atteggiamento degli adulti.

Come educatori possiamo affermare di conoscere questa espressione? L’abbiamo mai osservata o sarebbe meglio dire ascoltata con attenzione? Abbiamo provato a descriverla? Lasciamo a questa dimensione dell’esperienza sonoro-musicale uno spazio adeguato all’interno della programmazione educativa o del gioco domestico? Quali sono i fattori di rinforzo? Come si sviluppano i comportamenti di esplorazione?…

L’ascolto degli adulti, oltre a rappresentare la principale possibilità di comprensione dei comportamenti e delle produzioni musicali dei bambini, costituisce per loro una spinta fondamentale all’apprendimento. Quando un bambino si sente ascoltato da un adulto migliora la propria motivazione alla conoscenza e impara a sua volta ad ascoltare. I bambini poco ascoltati, risultano poco propensi ad ascoltare; per ascoltare devono essere ascoltati.

FINALITÀ

Nel tentativo di tradurre quanto appena affermato, il Centro Studi promuove progetti formativi o d’intervento diretto con alla base le seguenti finalità:

> sviluppare il campo delle conoscenze riguardanti le condotte musicali di bambini e bambine in età 0-3 anni e le metodologie per svolgere interventi pedagogico-musicali atti a valorizzarle e potenziarle;

> valorizzare e migliorare le competenze dei genitori e degli educatori in campo pedagogico-musicale;

> promuovere i potenziali di espressione e comunicazione sonora di bambini e bambine.

POSSIBILI PROGETTI

Progetti formativi: riguardanti le condotte sonoro-musicali dei bambini in età 0-3 anni, con particolare attenzione alle tematiche dell’esplorazione sonora individuale, del paesaggio sonoro, del dialogo sonoro.

Modalità: in base alle esigenze e agli obiettivi del committente si possono elaborare proposte formative diversificate (singolo incontro di sensibilizzazione, ciclo di incontri sia teorici che laboratoriali).

Destinatari: educatori e animatori che lavorano nella prima infanzia; musicisti, animatori musicali, musicoterapisti che vogliono specializzarsi in questo ambito.

INTERVENTI

Laboratori-stimolo con l’utilizzo di dispositivi e oggetti sonori selezionati a partire dai risultati della precedente ricerca e dalle esperienze sul campo.

Modalità: ciclo d’incontri in cui far sperimentare il dispositivo e i materiali sia ai bambini che alle educatrici e ai genitori, con la possibilità di coinvolgimento in momenti/percorsi di apertura alle famiglie da parte del servizio.

Destinatari: servizi per la prima infanzia.

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