La musica dei bambini fra ricerca e sperimentazione
“Il 18 e il 19 marzo 2005 si sono tenute ad Arco, in provincia di Trento, due giornate di studio dal titolo “La musica dei bambini fra ricerca e sperimentazione”, organizzate dalla Cooperativa Sociale La Coccinella con il patrocinio della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige e della Provincia Autonome di Trento.”
Ecco il programma delle due giornate:
PRIMA GIORNATA: 18 marzo Inaugurazione alla presenza degli Enti Istituzionali
Interventi: Franca Mazzoli, pedagogista (Bologna) “Guarda il mio suono” La presenza dell’adulto nei giochi sonori dei piccoli; François Delalande, ricercatore (Ina di Parigi) “L’esplorazione sonora dei bambini: ambizione e metodo di una ricerca”; Arianna Sedioli, formatrice ed atelierista (Ravenna) “Suoni nel nido” Progetto avviato nei nidi dalla Cooperativa La Coccinella
Apertura della mostra “Musica in gioco”, documenti e spazi interattivi.
SECONDA GIORNATA: 19 marzo (9.30 – 13.00) Workshop – Rispecchiamenti – conduzione: Franca Mazzoli – L’atelier del rumorista – conduzione: Arianna Sedioli – Costruzione di giocattoli sonori e strumenti musicali – a cura delle educatrici della Cooperativa Sociale La Coccinella di Cles Visita all’installazione sonora “La grande conchiglia d’ascolto” dell’artista Luigi Berardi Visita al Micronido sonoro di Arco – Cooperativa Sociale La Coccinella di Cles
Ho avuto la possibilità di partecipare alla prima giornata del 18 marzo. Il convegno ha inizio con un po’ di ritardo, poiché il pullman che trasporta le numerose educatrici degli asili nido gestiti dalla cooperativa La Coccinella è rimasto imbottigliato nel traffico durante il tragitto. Una volta giunte le educatrici, la sala già piuttosto piena, viene occupata completamente e i lavori possono cominciare. La responsabile della cooperativa introduce le autorità presenti in rappresentanza degli enti coinvolti, ossia il comune di Arco, il Consorzio Consolida delle Cooperative, la Provincia Autonoma di Trento e la Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige. In particolare portano il proprio saluto il rappresentante del Consorzio Consolida delle Cooperative e un assessore del comune di Trento, che si dimostra molto orgoglioso della sperimentazione avviata nel “Micronido sonoro” di Arco, attraverso la quale si sono potute evidenziare la possibilità di stabilire un rapporto innovativo con il sonoro e le potenzialità di espressione attraverso la musica e il rumore. In seguito hanno luogo gli interventi dei tre esperti che a vario titolo portano il proprio contributo sull’argomento del convegno.
Inizia la pedagogista Franca Mazzoli con la relazione “Guarda il mio suono. La presenza dell’adulto nei giochi sonori dei piccoli”. Il suo interevento è molto apprezzato e si incentra sul rapporto adulto-bambino. Il titolo, difatti, prende spunto da una frase tipicamente utilizzata dai bambini che stanno esplorando dei suoni con la presenza di adulti vicino. La relatrice, partendo dal presupposto che la presenza dell’adulto è sempre condizionante, tanto più quando il rapporto con il bambino risulta essere affettivamente significativo, espone i due differenti punti di vista: quello del bambino e quello dell’adulto. Per il bambino mostrare il proprio suono ha differenti valenze, permettendogli di: essere visto e quindi riconosciuto all’interno della propria scoperta; comprendere il valore sociale della propria azione; interpellare l’adulto in quanto interlocutore autorevole attraverso cui capire quello che sta facendo. Da parte sua l’adulto è chiamato ad interagire con il bambino e la pedagogista suggerisce tre atteggiamenti che permettono di stabilire uno scambio autentico e rispettoso: l’osservazione, la promozione e la condivisione. Innanzitutto, l’adulto deve cercare di osservare il bambino senza obiettivi didattici immediati, in modo da riconoscerne le condotte spontanee e comprendere quando dall’esplorazione solitaria si passa al momento in cui viene richiesta la presenza dell’adulto. Questo aiuta a realizzare una promozione dall’interno grazie alla quale inserirsi ed agire nel contesto di gioco del bambino rispettandone e condividendone la logica. La relatrice conclude invitando gli adulti a mettersi in silenzio per ascoltare i bambini e per non ingabbiare i suoni, bensì farli vivere, crescere e giocare.
Il secondo intervento, a cura del prof. François Delalande, dal titolo “L’esplorazione sonora dei bambini: ambizione e metodo di una ricerca”, è quello più lungo e ha il compito di raccontare la sperimentazione triennale denominata “Nido Sonoro” avviata a Lecco, a cura del Centro studi musicali e sociali Maurizio di Benedetto con il patrocinio della Provincia di Lecco. Il relatore inizia premettendo l’importanza del cambiamento nella definizione del concetto di musica, senza il quale ora non sarebbe possibile parlare di musica dei bambini. Vengono fatti sentire alcuni esempi sonori molto diversi, per caratteristiche formali e provenienza culturale, tutti raggruppabili sotto il concetto di musica. Le produzioni sonore dei bambini possono, quindi, rientrare nel concetto di musica, termine che curiosamente nessuno dei tre relatori ha utilizzato nei titoli dei propri interventi, forse per un senso di pudore ancora molto sentito quando si tratta di definire gli “scarabocchi sonori” dei piccoli. In seguito il prof. Delalande espone l’impianto di ricerca suddiviso in tre annualità e descrive i soggetti coinvolti, ognuno con il proprio ruolo: i bambini, le educatrici degli asili nido, i ricercatori, il comitato scientifico e lo staff organizzativo. Il relatore si sofferma in particolare sul corpus di riprese del primo anno che è stato ampiamente analizzato dai ricercatori e del quale mostra numerosi e significativi esempi video, che permettono di comprendere meglio quanto esposto. Alcuni dei risultati emergenti dal primo anno di ricerca riguardano la capacità dei bambini di stare da soli ad esplorare una cetra (oggetto sonoro utilizzato) e di effettuare delle vere e proprie invenzioni musicali, ossia delle singolarità sonore (trovate) da esplorare ed approfondire. Inoltre, proprio la capitalizzazione delle trovate fa sì che sia possibile definire uno stile caratteristico per ogni bambino. Due saranno gli aspetti fondamentali da indagare nel proseguo della ricerca. Da una parte, cercare di conoscere meglio le condotte musicali dei bambini per vedere come nasce l’invenzione nella prima infanzia. Dall’altra, approfondire le applicazione pedagogiche capaci di promuovere le capacità musicali presenti in ogni bambino.
L’ultimo intervento “Suoni nel nido. Progetto avviato nei nidi dalla Cooperativa La Coccinella” a cura della formatrice e atelierista Arianna Sedioli racconta dell’esperienza condotta all’interno degli asili nido gestiti dalla cooperativa. Si tratta di un percorso formativo di educazione al suono con le educatrici degli asili nido iniziato diversi anni fa, a partire dal 1999. Esso ha comportato innanzitutto la necessità di sperimentare in prima persona il sonoro e solo in seguito l’approfondire alcune nozioni sull’acquisizione e sul percorso musicale dei bambini, sulle loro condotte musicali e sui dispositivi sonori. Elemento fondamentale in tale percorso è divenuta l’osservazione delle esplorazioni dei bambini, che sono state documentate tramite diari, foto, video. In seguito si è passati all’allestimento di dispositivi che aiutassero a sollecitare la curiosità e la creatività dei bambini. La relatrice mostra diversi video in cui sono evidenziati alcuni aspetti del lavoro svolto, quali: gli oggetti sonori utilizzati, la stanza e il suo allestimento, la presenza dell’adulto, la fisicità e corporeità dei bambini durante l’esplorazione. Al termine del suo intervento, la formatrice sottolinea l’importanza di saper entrare e rispettare i tempi sonori dei bambini, che sono molto dilatati, di prestare molta attenzione all’ambiente, che sia adatto anche da un punto di vista acustico e sia ripulito dai suoni inquinanti, di non farsi spaventare dal silenzio. Infine, viene rilevato che all’interno del micronido sonoro di Arco (così chiamato proprio in virtù del percorso e dell’attenzione posta al sonoro) i bambini siano più silenziosi. Pare proprio che lavorando costantemente sul suono tutti abbiano sviluppato una maggiore capacità di ascoltare e ascoltarsi.
A conclusione della prima giornata, dopo un ricco buffet, viene aperta la mostra “Musica in gioco” dove sono presenti documenti e spazi interattivi riguardanti il percorso formativo effettuato nel micronido di Arco. Vi sono pannelli informativi, materiali video, oltre ad installazioni sonore da sperimentare.
Se mi è permesso un commento finale, mi sembra opportuno sottolineare alcuni aspetti molto positivi. Innanzitutto, la presenza di un ridotto numero di interventi che hanno potuto, quindi, trovare il giusto spazio per poter esporre i propri contenuti, i quali, oltre ad essere molto interessanti e stimolanti, sono stati caratterizzati da un alto grado di pertinenza uno con l’altro. Inoltre, il materiali distribuito dagli organizzatori del convegno è stato molto ricco e fra esso va apprezzato il bel libro dal titolo “Il libro dei giochi sonori” di Arianna Sedioli, edito dalla Cooperativa La Coccinella. Unica nota critica è stata la mancanza di un momento di confronto e dibattito a conclusione dei tre interventi oltre che di un moderatore, che avrebbero permesso di creare ancora maggiori interconnessioni tra i tre contributi. Il convegno è apparso come la naturale conclusione e restituzione di un percorso iniziato svariati anni fa, quando Arianna Sedioli ha iniziato a collaborare con la cooperativa. Collaborazione che ha portato alla pubblicazione nel 2004 del testo “I giochi musicali dei piccoli” scritto con Franca Mazzotta e Barbara Zoccatelli, edito dalle edizioni Junior. Il convegno ha rappresentato quindi l’occasione per esporre il percorso costruito ed effettuato sul campo.