Associazione Al Kamandjati
La notte del 15 marzo scorso un incendio, probabilmente doloso, ha distrutto la scuola di musica gestita a Jenin dall’associazione Al Kamandjati.
Abbiamo già in passato riferito dell’importante attività di educazione musicale che questa associazione svolge nel centro storico di Ramallah (qui) rivolta soprattutto ai bambini e ai giovani che più soffrono della situazione di occupazione e di possibile deprivazione culturale che ne può conseguire. I bambini e i giovani che frequentano la scuola di musica del Kamadjati di Ramallah vengono soprattutto dai quartieri più poveri di Ramallah e non avrebbero alcuna possibilità di studiare musica se non in quella struttura.
Al Kamandjati ha aperto, dopo la scuola di Ramallah, altre sedi di insegnamento musicale, tra cui quella di Jenin, distrutta dall’incendio del 15 marzo. Riportiamo il comunicato che è stato diffuso dall’associazione e le fotografie della distruzione della scuola, assicurando agli amici del Kamandjati la nostra solidarietà e la disponibilità di Musicheria a farsi promotrice o partecipe di iniziative che possano permettere un’ immediata riapertura della scuola di musica di Jenin.
Chi vuole può comunque contattare Ramzi Aburedwan tramite email info@alkamandjati.com per concordare eventuali aiuti e donazioni anche in denaro.
Cari Amici, l’associazione Al Kamandjati vi informa che è successa una catastrofe : il nostro centro di musica a Jenin è stato incendiato ieri, durante la notte. Non conosciamo ancora chi siano gli autori né la causa di questo crimine, ma il fatto è che sino ad ora il centro accoglieva 80 bambini che imparavano a suonare il violino, il violoncello, il flauto, la tromba, il trombone, il piano, la chitarra, l’oud, le percussioni, il canto, la musica d’ensemble orientale e il solfeggio, ed ora essi si trovano privati del loro diritto di imparare musica a Jenin. Questi bambini provengono dal campo di rifugiati di Jenin, dalla città di Jenin, dai villaggi di Zababde, Tubas, Barkin, Jalama, Aarabeh, Fakua’a …. Questo è un crimine contro l’umanità, contro il diritto all’educazione e alla cultura dei bambini palestinesi e della società. Ma questi atti non ci impediranno di continuare il nostro lavoro, poiché la musica raggiunge e fa crescere le anime e gli spiriti, non ciò che è materiale, né i muri.