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Documento del Comitato nazionale

Redazione

La musica a scuola

Con il D.M. del 28 luglio 2006 il Ministro della Pubblica Istruzione ha istituito un “Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica” con il compito di “tracciare le nuove linee guida per l’apprendimento pratico della musica da parte di tutti gli studenti italiani, in sintonia con quanto previsto dai parametri europei”.

Il comitato è presieduto da Luigi Berlinguer, e ne fanno parte Nicola Rossi (Direttore Generale per lo Studente), Fiorella Farinelli (Direttore Generale Studi e Programmazione), Giovanni Trainito, Paolo Damiani, Giovanni Piazza, Carlo Delfrati, Mario Piatti, Nicola Piovani, Giovanna Marini, Giorgio Battistelli, Franca Ferrari, Bruno Carioti, Fabrizio Barchi, Mario Brunello, Azio Corghi. Il Documento qui presentato ha avuto l’assenso del Ministro Fioroni.

Documento a cura del COMITATO NAZIONALE PER L’APPRENDIMENTO PRATICO DELLA MUSICA

Premessa

1. A conclusione della prima fase dei suoi lavori, il Comitato vuole con questo documento esprimere al Ministro della Pubblica Istruzione l’esigenza di avviare alcune urgenti iniziative al fine di promuovere concrete azioni all’interno delle istituzioni scolastiche, finalizzate alla pratica della musica da parte degli studenti.

2. Il Comitato esprime un forte apprezzamento per la volontà politica del Ministro, manifestata con l’adozione del decreto costitutivo del comitato stesso e confermata in occasione della seduta di insediamento svoltasi il 20 ottobre 2006.

3. Il Comitato ritiene che nelle scuole di ogni ordine e grado debbano essere presenti, in forme e modi adeguati alle diverse fasce d’eta, le attività di fruizione e di produzione musicale quale componente fondamentale per la formazione dei cittadini. La scuola deve favorire lo sviluppo della musicalità che è in ciascuno, un elemento fondamentale della formazione perché promuove l’integrazione delle diverse componenti della personalità: quella percettivo-motoria, quella cognitiva, quella affettivo-sociale. Tale sviluppo avviene primariamente attraverso attività di tipo esplorativo e creativo; si può comporre musica insieme prima ancora di imparare a scriverla, visto che la musica esiste prima della sua scrittura. In realtà nel fare ognuno apprenderà a leggere e a scrivere musica, a comporla e a improvvisarla, intendendo con improvvisazione quel gesto – qualcosa che ha a che fare con il corpo e con le sue (e)mozioni – che sintetizza in un unico istante/istinto creativo le fasi che caratterizzano i processi del comporre: conoscenza, pensiero, decisione.

4. Il Comitato ritiene che la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti e degli operatori didattico-musicali siano la chiave di volta per lo sviluppo dell’educazione musicale di base, e che per questo occorre valorizzare e potenziare il ruolo delle diverse istituzioni formative già operanti nel campo della didattica della musica A tal fine il Comitato ritiene opportuno suggerire l’attivazione presso l’amministrazione centrale scolastica di un momento istituzionale con compiti di promozione, coordinamento, monitoraggio, gestione, cui partecipino rappresentanti delle istituzioni pubbliche, delle associazioni e degli enti accreditati.

5. Il Comitato ritiene che si possa procedere con gradualità e per successivi obiettivi partendo da quanto già esiste e dalle effettive potenzialità presenti nella scuola italiana. Le proposte qui avanzate non esauriscono comunque l’obiettivo finale del riconoscimento della piena dignità educativa e formativa della musica e del suo inserimento a pieno titolo nella scuola, in relazione sia alla formazione musicale di tutti, sia allo specifico dei corsi di studio a indirizzo musicale.

Proposte

Sulla base delle indicazioni espresse in premessa, il Comitato propone al Ministro della Pubblica Istruzione le misure di seguito esplicitate.

1. L’adozione di un atto finalizzato a rendere nota al mondo della scuola la volontà politica di sostenere e promuovere iniziative che inseriscano, dentro e fuori i curricoli, insegnamenti e attività per la pratica della musica da parte degli studenti. E’ opportuno che le scuole autonome – singolarmente o, meglio, organizzate in rete – siano sollecitate ad adoperarsi nel territorio per realizzare iniziative comuni con conservatori di musica, scuole di musica, associazioni, cori, orchestre, bande musicali o altri soggetti operanti nel campo della musica, per la diffusione delle attività musicali anche mediante l’organizzazione di incontri e rassegne, la costituzione di orchestre e cori, di gruppi di musica d’insieme di qualsiasi genere, nella prospettiva della costituzione di un sistema regionale per l’educazione e la formazione musicale. L’apertura pomeridiana delle scuole dovrebbe, in aggiunta all’orario curricolare, costituire l’occasione per riservare spazi e mezzi adeguati alla pratica musicale, anche in collaborazione con associazioni e gruppi musicali del territorio.

2. Il rilancio del Progetto Speciale Musica (PSM) mediante la costituzione del Laboratorio musicale (Lm) in tutte le scuole italiane. A tal fine, sulla base delle indicazioni emerse dalla valutazione dei laboratori musicali effettuata dall’INVALSI con i progetti Valmuss 1 e Valmuss 2, occorrerebbe procedere come segue:

a) Finanziare in modo congruo l’istituzione di nuovi laboratori in base ad un progetto presentato dalle scuole, che risponda a indicatori precisi, e distribuirli sul territorio nazionale tenendo conto delle zone più scoperte.

b) Incentivare i vecchi laboratori, dando loro possibilità di confronto e visibilità, anche attraverso concorsi e rassegne.

c) Istituzionalizzare la figura del coordinatore del laboratorio, trovando soluzioni adeguate negli spazi offerti dalla normativa. Il coordinatore deve essere preferibilmente un musicista capace anche di guidare esperienze di musica d’insieme con voci e strumenti, di coordinare le risorse dell’apprendimento e di allestire percorsi di lavoro e processi vocali e strumentali, attività grafiche, gestuali e motorie, indirizzandoli verso quelle forme di concertazione che costituiscono la sintesi finale di ogni processo di esplorazione – comprensione – apprendimento. Il docente in possesso dei suddetti requisiti, disponibile a svolgere il compito di coordinatore, dovrebbe essere esonerato totalmente o almeno di una quota parte del carico orario di insegnamento e compensato economicamente attraverso l’attribuzione della specifica funzione-obiettivo o di una somma da attingere nel fondo di istituto. Ciò al fine di un effettivo riconoscimento dell’importanza del compito svolto e di una maggiore stabilità e continuità della relativa azione formativa. Nel caso in cui nella scuola non vi fosse alcun docente in possesso dei suddetti requisiti, sarebbe necessario autorizzare le scuole autonome a stipulare contratti di prestazione d’opera con esperti esterni che rispondano ai requisiti sopra evidenziati, anche mediante convenzione con strutture specializzate.

d) Proseguire nella valutazione dei processi attivati dall’introduzione e dalla diffusione dei laboratori musicali in una prospettiva di sistema e in un confronto con l’Europa.

3. La costituzione di un coro in ogni scuola, diretto da persone competenti, eventualmente reperite anche tra esperti esterni.

4. La istituzione di centri musicali, almeno uno per provincia, che possano assumere il coordinamento della rete territoriale, anche con compiti di produzione, formazione permanente, ricerca e monitoraggio.

5. L’istituzione di un referente musicale presso ogni Uffico Scolastico Regionale.

6. Lo sviluppo e il sostegno a progetti particolari, quali ad es. il progetto “Rete telematica e musica elettronica”, attuato in diversi istituti di istruzione secondaria superiore, e il “Progetto MUSE”, rivolto in particolare alla scuola elementare.

7. La valorizzazione e la diffusione delle buone pratiche, dando visibilità ai laboratori e a tutte le altre attività musicali delle scuole a tutti i livelli, sviluppando la ricerca, la riflessione e il confronto anche in prospettiva europea, interagendo anche con i mezzi di comunicazione di massa (TV, radio, pubblicazioni, ecc.). A tal fine il Comitato propone:

a) Il ripristino della “Giornata nazionale della musica” (5 maggio).

b) La progettazione di un convegno internazionale ove approfondire e confrontare modelli ed esperienze nel campo della didattica musicale nelle scuole di ogni ordine e grado.

c) L’organizzazione di convegni nazionali e interregionali aperti ad un confronto con personalità dell’arte, della scienza e dello spettacolo, in vario modo implicate nell’esperienza musicale.

d) La realizzazione di eventi, a carattere nazionale o anche locale su iniziativa delle Regioni, delle direzioni regionali scolastiche, delle scuole e degli enti locali, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della musica come fattore educativo dei giovani, coinvolgendo anche personalità di rilievo del mondo della musica, dell’arte o dello spettacolo.

e) L’avvio di una ricerca nazionale nelle scuole per conoscere le iniziative in campo musicale che si svolgono in esse , sia su diretta ed esclusiva organizzazione della scuola sia in collaborazione con istituzioni esterne.

f) La creazione, nel sito web del Ministero, di uno spazio specifico dedicato a tutte le attività musicali delle scuole di ogni ordine e grado.

Un cittadino più musicale non soltanto canterà meglio: saprà scegliere con cura cosa ascoltare, le parole da usare, i luoghi dove abitare e incontrarsi; avrà più fiducia in se stesso e nelle proprie capacità creative e professionali, avrà meno paura dell’altro, di chi ci regala la cosa più preziosa che possiede, la propria differenza. Questo progetto può rappresentare un importante passo per la realizzazione di quella “école de la mixité” di cui si parla ormai in tutta Europa, luogo ove possano incontrarsi felicemente razze, culture, religioni, suoni e saperi. Una scuola in cui entrino finalmente gli artisti e le loro opere, quale antidoto alla colonizzazione culturale e alla standardizzazione. Una scuola in cui si impara a leggere, a scrivere, a far di conto e a far di canto.

 

Roma, 7 dicembre 2006

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