Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Il canto didattico

Anna Bressanello

Come valorizzare le canzoni

Nella personale esperienza di tirocinante dell’autrice, infatti, è sorta l’esigenza di riscoprire tale fine istruttivo del canto, in quanto, purtroppo, spesso riveste quasi esclusivamente il ruolo di ‘tenere buoni’ i bambini o di riempitivo di momenti di passaggio da un’attività a quella successiva. In sostanza, è stata affrontata un’approfondita analisi di canti, al fine di promuoverli all’interno della Scuola, ed in particolar modo nella Scuola dell’Infanzia, partendo dall’idea che essi rappresentino un tipo di insegnamento utile alla comprensione, alla memorizzazione, alla interiorizzazione. Ciò in quanto, i bambini attraverso il canto possono comprendere (cum-prehendere = prendere insieme… prendere e poi capire) e apprendere (prendere, afferrare, impossessarsi, imparare, afferrare con la mente) in modo piacevole coinvolgendo se stessi globalmente. In altre parole, col presente studio, si è mirato a far maturare la consapevolezza che i canti, dilettando i bambini, attivano in essi condotte mirate a comprendere con il corpo-mente vari aspetti del sapere, come ha suggerito l’esperienza personale maturata nell’ambito scolastico e degli scout in cui è possibile rilevare che il canto trasmette nozioni in modo pregnante e duraturo, senza che il soggetto percepisca di apprendere. Ciò è dimostrato dal fatto che, a distanza di anni, si ricordino contenuti di canti che, quando sono stati insegnati, rappresentavano momenti di svago, di socializzazione, di attività motorie, di apprendimento, ecc.

Nel testo in allegato vengono presentati i vari livelli didattici-educativi arricchiti con le proposte di canti.

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