Non è necessario essere produttivi per ottenere il rispetto degli altri: abbiamo diritto al sostegno della dignità del nostro stesso bisogno umano. La società è tenuta insieme da un’ampia gamma di legami e di interessi, solo alcuni dei quali riguardano la produttività: la produttività è necessaria e anche vantaggiosa, ma non è il principale fine della vita sociale.
Martha Nussbaum, Le nuove frontiere della giustizia, Il Mulino, Bologna
Siamo alla fine del 2008 quando il Centro Studi musicali e sociali Maurizio Di Benedetto bandisce un premio intitolato alla memoria del proprio fondatore e primo presidente, Gaetano Di Benedetto. Il premio è indirizzato ad associazioni senza scopo di lucro e cooperative sociali che documentino la realizzazione di progetti riferiti a iniziative-attività di solidarietà sociale, realizzate nel campo dell’educazione e dell’animazione musicale. Il tema della solidarietà sociale viene posto come elemento centrale per la valutazione, indipendentemente dal fatto che i progetti siano realizzati in ambito sociale, scolastico o più generalmente culturale; costituiscono meriti per la valutazione: la qualità dell’esperienza in termini di innovazione e sperimentazione animativo-musicale, di ricerca sociale ed educativa oltre alla qualità musicale ed artistica che l’esperienza manifesta.
Lo scorso mese di settembre il premio vede la conclusione della fase valutativa con la scelta dei lavori migliori da premiare in occasione del 1° Colloquio di musicheria.net “Musica: educazione senza invenzione?” che si svolgerà a Lecco il prossimo 20 novembre 2010. La giuria, composta da membri del Comitato scientifico e dal presidente del Centro Studi, si è infine espressa per riconoscere il primo premio di 1.500 euro al progetto VLP Sound. Musica a San Vittore realizzato a Milano e il secondo premio di 1.000 euro al progetto Vocecanto realizzato a Torino. La scelta è risultata piuttosto faticosa per l’alta qualità dei quattordici progetti in concorso.
Con questo primo contributo vogliamo presentare i due progetti vincitori del Premio, evidenziando in sintesi le qualità principali di ognuno. Successivamente ci riproponiamo di presentare tutti gli altri progetti e, se ci sarà la disponibilità degli enti e delle associazioni che li hanno realizzati, di svolgere su alcuni anche degli approfondimenti. Cominciamo dal progetto risultato vincitore. Il progetto è stato presentato da Alejandro Jarai che musicheria.net aveva già incontrato di recente, pubblicando un’intervista che è ancora possibile scaricare e ascoltare sul sito e che ben spiega il senso di questo intervento VLP Sound… ne vale la pena – musica e animazione a San Vittore.
Alejandro Luis Jarai è un musicista educatore nato 50 anni fa a Buenos Aires. Da circa 15 anni interviene come operatore esterno nel carcere di San Vittore a Milano; recentemente il progetto che propone si è ampliato ed ha assunto il nome di VLP (Vale La Pena) Sound. Jarai descrive VLP Sound come uno spazio di produzione musicale permanente all’interno del carcere di San Vittore, lo spazio è aperto cinque ore al giorno dal lunedì al venerdì. Partecipano circa 20 persone detenute all’anno. I partecipanti hanno già un’esperienza musicale pregressa che viene ampliata e migliorata all’interno del progetto, che negli anni, ha visto la realizzazione di alcuni CD con brani originali prodotti e registrati integralmente all’interno del carcere. I dischi sono risultati delle occasioni importanti per promuovere scambi con alcune esperienze musicali esterne al carcere che hanno partecipato alle produzioni. Sul sito www.vlpsound.it è possibile prendere visione dei progetti e scaricare gli ultimi due CD.
Nel progetto la detenzione non è concepita soltanto come pena, ma anche come processo di rieducazione e riabilitazione psico-fisica della persona. L’idea che guida il lavoro è che chi esprime assiduamente la propria creatività si allontana potenzialmente dall’intenzione di commettere nuovi reati; dunque VLP Sound è in primo luogo uno spazio per promuovere percorsi di riscatto psico-fisico, per continuare ad esprimere la propria creatività, per preservare e sviluppare le competenze musicali in possesso dei detenuti e per ridurre il rischio di recidiva. Il progetto accompagna di fatto i partecipanti nel reinserimento culturale e sociale, anche grazie alla collaborazione con altre realtà nel campo della musica e dell’integrazione sociale che creano opportunità di nuovi rapporti al di fuori delle ristrette conoscenze legate all’ambiente delinquenziale.
Se i CD, la riuscita di alcuni eventi spettacolari e i risultati positivi riguardo alla riduzione di casi di recidiva sono esiti evidenti e più semplici da descrivere, per altri, vista la complessità del contesto e considerando il tipo d’intervento, è più difficile offrire una valutazione minimamente oggettiva: sono in gioco dinamiche profonde legate al cambiamento delle scelte di vita e ad un disagio che unisce aspetti personali alla situazione sociale. Oltre a quelli già indicati, sono indicatori di qualità i dati che interessano la quantità e la qualità della partecipazione, l’assenza di incidenti o momenti di tensione, la presenza nel “paesaggio” del carcere di un tempo/spazio umanizzato: la sala prove – studio di registrazione: un spazio/tempo da cui tutta la comunità carceraria trae beneficio, senza eccezioni. Esprimere la propria creatività mette le persone in contatto con la parte migliore di se stesse; quella parte sana che può diventare un fattore importante per decidere di intraprendere un altro percorso di vita. Il progetto prevede ovviamente un’organizzazione complessa che oltre all’animatore del progetto coinvolge tutto il personale penitenziario della Casa Circondariale di San Vittore e alcuni musicisti esterni, più o meno noti, oltre a studi di registrazione esterni con relativi tecnici ed esperti.
Conclude Jarai: “Facendo musica a San Vittore, le relazioni fra le persone detenute cominciano a basarsi sull’ascolto, sul rispetto e sulla collaborazione. La parte intatta del proprio sé, che si esprime tramite il suono, è la prova inconfutabile che l’umano è ancora lì, nascosto da qualche parte; e quando si manifesta, diventa una solida base per iniziare un percorso di recupero. In questi anni VLP Sound ha dato vita ad un progetto che ha aiutato tante persone. Ha collaborato con istituzioni, musicisti, educatori e realtà che operano nel reinserimento sociale, ottenendo buoni risultati. Di tutti i detenuti coinvolti in questo percorso, solo cinque sono ritornati in carcere. La realtà interna e quella esterna si sono incontrate più volte, hanno lavorato insieme e hanno imparato l’una dall’altra creando nuovi rapporti umani che hanno arricchito le persone detenute e coloro che dall’esterno hanno partecipato al progetto”.
Il progetto Vocecanto, che ha meritato il secondo premio, è un progetto di canto corale rivolto a ragazzi con disabilità intellettiva. Il progetto si articola in una parte laboratoriale supportata da un accompagnamento psicologico individualizzato di ciascun ragazzo e delle relative famiglie. Gli incontri di canto sono articolati in momenti ludici, canti di insieme, giochi ed esercizi per migliorare la propria capacità di cantare e di intonare nuove canzoni, attività con semplici strumenti musicali per accompagnare e ritmare il proprio canto. Il percorso laboratoriale è preparato, monitorato e rielaborato dal costante lavoro di una equipe multiprofessionale composta da psicologi e dal maestro Giorgio Guiot esperto di canto corale.
Il progetto è promosso dall’associazione Area Onlus di Torino che dal 1982 opera nel territorio in favore delle famiglie con figli disabili. Si occupa di tutte le patologie, sostenendo con un approccio psicodinamico e con la presa in carico di tutto il nucleo familiare, processi di integrazione sociale e ricostruzione di reti di legami. Area propone tecniche riabilitative avanzate grazie a software informatici e ausili innovativi ed è impegnata nella ricerca e selezione di informazioni e risorse, offerte anche attraverso il web. I suoi servizi sono gratuiti.
Nel progetto Vocecanto ogni gruppo di canto corale nasce dalla cooperazione di Area con le scuole, con le quali si condivide la costruzione di presupposti per gli interventi. Gli obiettivi del progetto diventano così quelli di offrire un’esperienza espressiva dalle forti valenze di riabilitazione e di integrazione sociale, restituendo al contesto di appartenenza dei ragazzi l’idea che si possa investire sulle loro capacità/possibilità di acquisire competenze. L’intervento sviluppa l’acquisizione di apprendimenti cognitivi in grado di potenziare la competenza mnemonica, ritmica, linguistica dei ragazzi e permettere di utilizzare le competenze acquisite come elementi da mettere in gioco nelle relazioni tra pari, anche nel processo integrativo con il gruppo classe.
Secondo quanto dichiarato dai promotori e ben documentato nei video presentati a supporto del progetto, il laboratorio di canto ha permesso ai ragazzi di “prendere voce”, stimolando e migliorando le proprie capacità di memorizzazione di testi e musiche. I ragazzi hanno ottenuto, ciascuno per le proprie possibilità, un buon livello di intonazione; altri sono riusciti a conquistare discreti risultati nella pratica con gli strumenti musicali, in particolare con le percussioni. Il lavoro in gruppo ha determinato risultati apprezzabili nel creare relazioni significative tra i ragazzi. Tutto ciò ha costruito un rinforzo della propria identità, con l’acquisizione di maggiore sicurezza in se stessi e l’aumento della motivazione, elementi questi che sono stati riscontrati anche nel contesto scolastico quotidiano, nel rapporto con gli insegnanti e gli altri ragazzi. Il concerto finale, realizzato al termine del laboratorio, ha visto la partecipazione entusiasta dei compagni di scuola, in uno scambio di ruoli in cui i ragazzi disabili hanno potuto esibirsi con competenza di fronte ai propri amici “non disabili”, per una volta spettatori.
Per informazione sui due progetti presentati:
VLP Sound – Alajandro Jarai: ale@vlpsound.it
Vocecanto – Giorgio Guiot: guiot@cantascuola.it