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Lettere dei proff. Berlinguer e Vitali

Redazione

Un dialogo a distanza

Pubblichiamo una lettera che il prof. Luigi Berlinguer, nella sua qualità di Presidente del “Comitato di lavoro nazionale per l’apprendimento pratico della musica”, ha reso pubblica, e la risposta del prof. Maurizio Vitali.

Lettera del prof. Luigi Berlinguer

14/3/2007

Carissima Amica, Carissimo Amico,

purtroppo in Italia, lo sappiamo, la musica non gode della dovuta attenzione né da parte delle autorità istituzionali né dei media. Soprattutto essa è stata inspiegabilmente esclusa dal novero delle attività culturali capaci di istruire le giovani generazioni. E’ incredibile, ma è così.

Desidero, con queste mie brevi note, informarla però che sembrerebbe aperta una prospettiva nuova, che potrebbe – senza troppo illudersi – cambiare questo quadro così deprimente.

Recentemente – infatti – il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ha istituito con D.M. del 28 luglio 2006, un Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica nelle scuole e me ne ha affidato la presidenza, forse in considerazione delle prime esperienze di introduzione della musica nelle scuole che iniziammo dieci anni fa nello stesso ministero. Con quale compito? Quello di predisporre le linee guida per un progetto di governo, che introduca nel curriculum scolastico la pratica musicale, dalla prima infanzia alla secondaria. Noi abbiamo già predisposto un primo documento, che prevede il ripristino o il “salvataggio” dei laboratori musicali, da me istituiti da responsabile del Dicastero, un percorso di avvicinamento al mondo della musica, in tutte le fasce di età studentesca, tenendo ben presente il carico finanziario sostenibile al momento, pur senza limitarne l’ espansione in un futuro speriamo non lontano. Il Comitato ha dichiarato che nelle scuole di ogni ordine e grado devono essere presenti, in forme e modi adeguati alle diverse fasce di età, le attività di fruizione e di produzione musicale quale componente fondamentale per la formazione dei cittadini.

Tale Comitato è composto da musicisti e studiosi come Azio Corghi, Giorgio Battistelli, Paolo Damiani, Mario Brunello, Giovanni Piazza, Lida Branchesi, Nicola Piovani, Giovanna Marini, Carlo Delfrati, Franca Ferrari, Mario Piatti.

Pensiamo che sia giusto procedere per tappe, che si debba fare i conti con le ristrettezze finanziarie del paese, tenere ben presenti le difficoltà di preparare ed assumere il personale docente necessario, e vai discorrendo. Realismo, quindi, e gradualismo, ma forte determinazione per dare alla musica piena dignità educativa, scolastica. La musica è la materia più naturale e creativa, più bella, ed insieme più rigorosamente impegnativa. Più di qualunque altra essa può garantire gioia e fatica, e cioè qualità vera, alla scuola.

Ma per questo ci dobbiamo impegnare tutti a vincere questa battaglia. A divulgare in modo adeguato questo obiettivo e questo impegno. Il che è assolutamente necessario perchè si deve evitare, ancora una volta, che più forti influenze possano di nuovo far cambiare il corso del torrente.

Al Parlamento e ai decisori politici devono giungere univoche le voci di apprezzamento del progetto rivolto a far spazio alla musica nell’educazione dei ragazzi. E per far questo occorrono le testimonianze di genitori e alunni, di insegnanti, pedagoghi, ma specialmente di artisti e intellettuali che sostengano con passione e competenza i vantaggi rappresentati nel singolo e nella collettività dalla pratica e dalla fruizione musicale.

Può consultare il Documento emerso dal lavoro del Comitato.

Come vedrà, il tema viene affrontato in termini sinergici e in modo del tutto diverso dal passato:

a) ci si prefigge di iniziare il percorso individuando all’interno della scuola insegnanti disponibili e con una certa competenza musicale, senza però abbandonarli a sè stessi ma offrendo loro delle linee guida e un esperto di riferimento;

b) i laboratori musicali verrebbero ampliati nel numero e dotati delle attrezzature e degli strumenti necessari. La direzione dei laboratori sarà affidata a musicisti che abbiano esperienze di musica d’insieme;

c) una assoluta novità consiste nel favorire in ogni scuola la creazione di Cori, anche qui riconoscendo la necessità del Maestro di coro;

d) per la prima volta non ci si rivolge solo alle forze della Scuola ma si apre a collaborazioni varie come i conservatori, ma anche ad esterni, in particolare all’associazionismo musicale del luogo e agli operatori. Un insieme di sinergie che dovrebbero condurre a buoni risultati.

Nel frattempo, il Ministro Fioroni ha ripristinato quanto istituimmo 10 anni fa: una Giornata della Musica nelle Scuole, che è stata fissata per il 5 maggio e che avrebbe il compito di far emergere questa esigenza condivisa.

Mi auguro di avere contributi di idee e specialmente di ipotesi progettuali tese a far decollare questo importantissimo progetto che potrebbe davvero oggi dire una parola nuova nel rapporto tra i giovani e la musica: una scuola moderna ha il dovere di promuovere le pratiche musicali in modo critico e cosciente e di contribuire a sviluppare la musicalità che è patrimonio di ogni cittadino.

Luigi Berlinguer

LETTERA APERTA AL PROF. LUIGI BERLINGUER

Presidente del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica

Gent.mo Prof. Berlinguer,

Le scrivo alcune osservazioni in merito alla Nota ministeriale “Diffusione pratica musicale nelle scuole” del 13/03/2007, con riferimento anche alla Sua lettera pubblicata su musicheria.net. Come forse alcuni miei cari amici e colleghi che collaborano nel Comitato Nazionale Le avranno già riferito, oltre ad essere coordinatore di un Laboratorio Musicale della prima ora, aver svolto per il Suo Ministero uno studio sugli aspetti organizzativi della figura di questo coordinatore di LM (presentato nel ’99 al primo convegno di Castiglione della Pescaia e oggi pubblicato su musicheria.net), aver partecipato al Valmuss 1 e 2, da due anni godo di un piccolo distacco dall’insegnamento in qualità di Responsabile scientifico del Centro Risorse Tematico Musica del U.S.P. e della Provincia di Lecco: lavoro veramente complesso e difficile.

Le scrivo per sottolineare alcuni aspetti che, seppur presenti nella Nota, mi sembra di scorgere più tra le righe che non sanciti chiaramente con parole inequivocabili. Già nel corso del convegno di Castiglione a cui facevo riferimento, avevo espresso alcuni dubbi sull’impianto organizzativo che prevedeva una discesa a cascata di iniziative e finanziamenti dal Ministero, attraverso gli IRRE e altri organismi quali il LAVIM di Napoli. Ora, dopo quasi otto anni di attività laboratoriale quotidiana con le classi e di lavoro organizzativo di messa in rete di progetti sul territorio, sono ancora più convinto che la qualità dei risultati richieda invece una crescita dal basso, a partire dalle singole scuole e dai singoli territori, dove le persone possono incontrarsi, conoscersi ed operare a stretto contatto. Temo, per esempio, che i cosiddetti “referenti regionali” rischino, almeno in Lombardia, di rimanere troppo lontani dalla realtà dei diversi territori. All’ex IRRE di Milano lavoravano in ambito musicale persone che conoscevo e che stimavo, eppure non ricordo negli ultimi 15 anni un’azione di quell’ente, sui temi dell’educazione musicale, che abbia avuto una ricaduta significativa nel nostro territorio. Il problema non è certamente dei miei colleghi milanesi, ma ha più a che vedere con la complessità e l’ampiezza di un territorio che non è possibile organizzare oggi con la quantità di risorse che anche nella più rosea delle situazione potranno essere rese disponibili.

A Lecco stiamo invece tentando una strada diversa, come Le dicevo molto faticosa, che apre prospettive importanti, ma che corre anche sul filo di lama delle motivazioni e dell’interesse non illimitato di poche persone appassionate e capaci. Stiamo mettendo in rete i laboratori musicali con le scuole ad indirizzo musicale, con le altre scuole di ogni ordine e grado interessate ad essere supportate e sostenuto nel cercare di sviluppare una pedagogia musicale intelligente, utile e significativa per ragazzi e ragazze, a partire dalle esperienze che in questi anni le scuole hanno saputo realizzare (e in alcuni casi Le assicuro si tratta di esperienze veramente meritorie).

Al di là degli aspetti di sensibilizzazione che interessano il grande pubblico nazionale, questo è, a nostro avviso, il livello a cui l’intervento politico deve maggiormente prestare attenzione, un livello che tenda a far uscire dal proprio splendido isolamento alcune esperienze di eccellenza chiuse nelle proprie torri d’avorio, ma anche a pungolare chi si è più chiuso e fatica a comunicare (e qui alcuni limiti dell’autonomia scolastica non possono non essere visti), per rigiocare intelligenze, competenze, buone prassi e processi di qualità all’interno di piccoli territori distrettuali, al massimo provinciali. Conosciamo per esempio alcune esperienze importanti nelle nostre province limitrofe, penso a Como, a Bergamo, a Sondrio, a Milano. Andremo certamente a incontrarle per potenziare e ampliare il nostro processo, ma ciò che sentiamo oggi più urgente è il consolidamento locale di un’identità progettuale che deve crescere dialogando con gli altri soggetti del territorio, sapersi arricchire del contributo di proposte e iniziative che provengono dalle istituzioni in primo luogo (enti locali, scuole comunali di musica), ma anche dall’associazionismo e dal terzo settore, che spesso sono in grado di innescare processi virtuosi anche per il mondo delle scuole. In conclusione le sollecitazioni che vorremmo sottoporre alla Sua cortese attenzione sono per un investimento mirato di risorse professionali e finanziarie proprio su questo segmento.

Abbiamo certamente bisogno di qualche ora di distacco in più, meglio se giostrabile su più colleghi, per costituire delle equipe efficaci ed efficienti, per un monte ore complessivo che non superi un orario cattedra per l’intera provincia (consideri che le persone più in gamba nell’insegnamento della musica non amano farsi “distaccare” per troppe ore dalle proprie classi). Abbiamo poi certamente la necessità di un riconoscimento contrattuale che valorizzi questo sviluppo di professionalità, per poter modificare almeno in parte la prospettiva tutta italiana per cui l’unico modo di far carriera nella scuola sia quello di cambiare professione (cercando di diventare dirigente) e non quello di approfondire e qualificare sempre meglio la propria.

Le auguro infine successo e soddisfazione per l’iniziativa che ha messo in atto e la ringrazio per la passione che in un periodo così poco entusiasmante riesce a comunicare.

Prof. Maurizio Vitali

Risposta del prof. Luigi Berlinguer alla lettera inviatagli da Maurizio Vitali, pubblicata anche dal Giornale della Musica sul n. di giugno 2007. La lettera di Berlinguer è apparsa sul GdM di settembre 2007.

La circolare del 13 marzo 2007 accoglie e sintetizza le istanze contenute nel documento del Comitato nazionale per l’insegnamento della musica pratica. Per il fronte scolastico musicale italiano nel suo complesso si può parlare di una vera novità. Novità anche, penso, rispetto agli aspetti da lei sottoposti alla mia attenzione, la progettualità, la flessibilità, il riconoscimento professionale. La circolare infatti,

– richiama la possibilità di avvalersi della flessibilità organizzativa della didattica (DPR 8 marzo 1999 n. 275;

– indica negli Uffici Scolastici Provinciali (ex provveditorati) un sostegno per le istituzioni scolastiche operanti singolarmente o in rete sul territorio;

– invita a coinvolgere enti locali, associazioni, singoli musicisti e a collaborare con soggetti esterni privati o istituzionali;

– individua nei fondi della legge 440 a sostegno dell’autonomia, e, per le regioni del mezzogiorno d’Italia, nei fondi europei, le risorse, non uniche, per finanziare le azioni necessarie all’attuazione della circolare ministeriale del 13 marzo 2007;

– fa riferimento ad azioni di aggiornamento per i docenti interessati a svolgere compiti di coordinamento dei laboratori musicali;

– include la stabilizzazione della figura professionale di coordinatore delle attività musicali nelle proposte da mettere sul tavolo in sede di contrattazione nazionale di comparto.

Questo è ciò che è scritto. Ora è necessario passare dalla parola scritta all’azione. Il compito che ci aspetta è arduo. Si tratta di attuare ciò che la circolare propone, ovvero, tradurre in azioni concrete, “inequivocabili”, gli intenti in essa contenuti. Con gradualità e per obiettivi successivi, partendo dall’esistente e valorizzando le potenzialità. Resta chiaro che tutte le sollecitazioni sono ben accette e tutte le correzioni che, in itinere, si riterranno necessarie saranno fatte. Non dobbiamo dimenticare che l’obiettivo ultimo rimane veder riconosciuta alla musica piena dignità educativa e formativa in linea con quanto già avviene da anni in Europa e nel resto del mondo.

Luigi Berlinguer

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