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Non è vero

Maria Cecilia Jorquera

La situazione delle scuole in Spagna

Riceviamo da Maria Cecilia Jorquera e pubblichiamo questo documento 

La Red IRES (Investigación y Renovación Escolar, Ricerca e Rinnovamento Scolastico) è la più antica rete spagnola di docenti, costituita da insegnanti e gruppi di insegnanti di tutti i livelli educativi – scuola materna, elementare, secondaria, università, adulti, sostegno, ecc. – e di diverse didattiche specifiche, che hanno come referente per il loro lavoro il Modello Didattico di Ricerca nella Scuola. I precedenti della Rete sono da cercare nel Seminario di Discussione sul Progetto IRES, nella cui nona edizione emerse l’idea di organizzarsi in Rete utilizzando Internet. In quella stessa occasione si elaborò il Manifesto per una Nuova Educazione, che sintetizza i dodici impegni professionali di IRES, e cioè:
1. Cercheremo di fare delle nostre lezioni esperienze culturali alternative ai modelli sociali dominanti.
2. Considereremo le materie di insegnamento dei mezzi per promuovere la formazione integrale degli alunni e delle alunne.
3. Formuleremo i contenuti come un’integrazione equilibrata delle dimensioni cognitiva, affettiva ed etica della persona.
4. Considereremo i contenuti in termini relativi, aperti e processuali.
5. Elaboreremo i contenuti a partire da referenti metadisciplinari, disciplinari, sociali e personali (le concezioni e gli interessi degli allievi e delle allieve).
6. Cercheremo di fare in modo che il nostro insegnamento promuova l’arricchimento critico delle concezioni e degli interessi degli alunni e delle alunne.
7. Svilupperemo una metodologia fondata sulla ricerca di problemi funzionali e rilevanti.
8. Considereremo la valutazione un processo partecipativo per lo sviluppo integrale degli alunni e alunne e per il miglioramento della nostra attuazione docente.
9. Eviteremo di assegnare voti e, se lo facciamo, sarà un processo negoziato non atto a misurare la conoscenza degli alunni e delle alunne.
10. Ci rivolgeremo ai nostri alunni e alle nostre alunne come persone con dei diritti e non soltanto con dei doveri e difenderemo la loro possibilità di esercitarli in modo effettivo.
11. Svilupperemo la nostra autonomia e la nostra responsabilità professionale, specialmente nell’ambito delle decisioni curricolari.
12. Cercheremo di promuovere una conoscenza e una pratica professionali coerenti riguardo i principi precedenti.

IRES ha le sue radici nel gruppo Ricerca nella Scuola, organizzatosi nei primi anni ’80 in quella che era allora la Scuola di Magistero dell’Università di Siviglia ad iniziativa di Rafael Porlán e Pedro Cañal (entrambi insegnanti di Scienze nella suddetta Scuola), con i quali collabora fin dall’inizio J. Eduardo García (insegnante di Scienze Naturali nella scuola secondaria superiore). Fin dagli inizi si vuole integrare nel gruppo insegnanti dei differenti livelli della docenza e appartenenti a diverse aree del sapere, mantenendo una struttura organizzativa minima che permettesse attuazioni molto varie e flessibili. A partire dal 1983 si svolgevano a Siviglia degli incontri annuali chiamati Convegni di Studio sulla Ricerca nella Scuola, in cui si danno appuntamento gran parte degli interessati al rinnovamento che lavoravano in Spagna fin dagli anni ’70, con una certa partecipazione di insegnanti latinoamericani. Fino al 1990 gli incontri annuali avevano piuttosto carattere di formazione permanente degli insegnanti, combinando la presenza di personalità rilevanti dell’ambito dell’educazione con il lavoro di gruppo dei docenti. In questa data le preoccupazioni degli insegnanti si diressero verso la sperimentazione della Riforma che avrebbe proposto un nuovo sistema educativo, soggetto alla Ley de Ordenación General del Sistema Educativo (LOGSE) del 1990, circostanza che spinse il gruppo a lavorare su un’alternativa più incentrata su un “progetto curricolare” (inteso in senso lato). Si voleva che, senza perdere la forte componente ideologica e politica procedente dalla tradizione di rinnovamento che era presente ai Convegni, si potesse affrontare in modo più mirato l’elaborazione di un curriculum alternativo, dal carattere integratore. Questa produzione diede i suoi frutti culminando nella pubblicazione di alcuni documenti. Nel 1987, inoltre, il gruppo riuscì a creare una nuova piattaforma per la diffusione delle sue idee, costituita dalla rivista trimestrale Investigación en la Escuela, ancora in corso.
I Convegni, la diffusione della rivista e diversi scambi di insegnanti con l’America Latina aprirono una nuova fase d’espansione, dando luogo alla celebrazione di un Seminario Iberoamericano sul Disegno e lo Sviluppo Curricolare nell’ambito del Progetto I.R.E.S. I, a La Rábida (Huelva) nel luglio 1992, a cui parteciparono, oltre a docenti spagnoli, insegnanti provenienti da Messico, Colombia, Argentina e Portogallo. A questo incontro seguirono altri denominati Incontri Iberoamericani di Collettivi che fanno Ricerca nel Contesto della loro Scuola, svolti in Messico nel 2001, con la partecipazione della rete messicana TEBES (Trasformazione dell’Educazione Elementare a partire dalla Scuola) e della rete colombiana CEE (Qualificazione di Educatori in Servizio), in Colombia nel 2002, in cui la partecipazione ha coinvolto la rete argentina DHIE (Rete di Docenti che fanno Ricerca Educativa), in Brasile nel 2005, a cui si è aggiunta la rete brasiliana RIE (Rete di Ricerca nella Scuola), e in Venezuela nel 2008, organizzato dalla nuova rete partecipante, CIRES (Collettivi che fanno Ricerca nella Scuola e nella Comunità).
Nell’incontro annuale del 1999 si decise di chiudere la tappa di elaborazione del Progetto IRES, organizzandosi così la Rete grazie alla possibilità di comunicare agilmente tramite internet. Così, i membri di IRES si danno appuntamento annualmente in qualche località spagnola per fare scambio e dibattere sulla pratica intorno a un nucleo tematico, fra i quali si possono citare le difficoltà per la messa in pratica di un Modello Didattico di Ricerca e l’elaborazione del Dodici Impegni professionali (2001), la valutazione e i voti (2002), educazione e valori (2003), il disegno e la sperimentazione nella nostra pratica abituale (2004), la democrazia e la partecipazione nell’aula (2005), i procedimenti e/o le competenze (2006), la dicotomia tra la cultura (nuova) dell’alunno e le nostre pratiche di ricerca nella scuola (2007), la crisi energetica e l’educazione per la sostenibilità dalla prospettiva dell’IRES (la decrescita che viene) e una scuola per tutti dalla prospettiva dell’IRES (2009). Oltre ai rapporti con le reti latinoamericane, IRES è in contatto con diverse organizzazioni spagnole, con le quali ha in comune interessi particolari e ci si associa per difendere questioni specifiche.
Nel 2001 Fernando Ballenilla e José Luis Medina elaborano la prima web della Rete IRES, che consente ai suoi membri, pur appartenendo a una minoranza, di combattere l’isolamento. L’intenzione di IRES, infatti, è quella di costruire e consolidare degli spazi di cultura scolastica alternativa, pur tenendo presente che spesso il principale ostacolo nei posti di lavoro è l’isolamento per poter svolgere un progetto difficile, perché riflette posizioni che vanno controcorrente rispetto alla cultura scolastica dominante, isolamento che può finire nell’abbattimento del docente e nella perdita di prospettive. Il sito web è utile come luogo d’incontro, offre fori per il dibattito, fornisce un accesso facile a materiali e documenti e serve per far conoscere la rete e stabilire rapporti con reti simili. Inolter, ci permette di renderci conto che, anche se siamo certamente una minoranza, non perciò siamo pochi (come fu evidente nel II Incontro in Messico) e che unendo i nostri sforzi è possibile incidere con più successo nel rinnovamento e il cambiamento nella Scuola e, infine, nel cambio sociale, come vorremmo a partire da IRES.
Il ritorno a posizioni molto tradizionali sull’educazione, espresse da personalità di rilievo sui media ha spinto la Rete IRES ad assecondare l’iniziativa promossa da Rafael Porlán, sentita da tutti i membri della Rete, di diffondere il manifesto NON È VERO, già firmato da quasi 4.700 persone e organizzazioni.

In allegato il Manifesto “Non è vero”.

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