Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Parlamento e Governo non ci sentono

Redazione

Una situazione critica

Il mese scorso avevamo lanciato un grido d’allarme relativo ad una situazione a dir poco critica in merito alla scuola italiana. Purtroppo dobbiamo confermare il nostro pessimismo, in genere e nello specifico della musica.

In un primo momento sembrava che la VII commissione della Camera dei Deputati sostenesse la musica “in tutti i percorsi scolastici”. Infatti, nell’allegato ai documenti della seduta di martedi 18 novembre si legge:

“PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

La VII Commissione, cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, esaminato il Piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico (n. 36), (…); acquisiti, altresì, i contributi offerti nel corso delle audizioni informali del 21 e del 23 ottobre 2008, da parte di rappresentanti di organizzazioni sindacali, di associazioni dei genitori, di associazioni di dirigenti ed insegnanti, di insegnanti precari, di associazioni di studenti; nonché delle osservazioni emerse nel corso dell’audizione informale del 28 ottobre 2008, di rappresentanti del Comitato di lavoro nazionale per l’apprendimento pratico della musica, (…)

esprime PARERE FAVOREVOLE con le seguenti condizioni:

o) siano adeguatamente valorizzate le competenze scientifiche e musicali in tutti i percorsi scolastici; (…)”.

Purtroppo, nel testo definitivo del parere, approvato nella riunione del 27 novembre, l’ultima frase è diventata: “m) siano adeguatamente valorizzate le competenze scientifiche in tutti i percorsi scolastici e quelle musicali, ove presenti nei piani di studio”.

In pratica, le competenze musicali non costituiscono un diritto per tutti. A quanto pare a niente è valso l’intervento del Comitato nella audizione del 28 ottobre, ed è prevalsa l’opinione dell’On. Goisis (Lega nord), come risulta dagli atti parlamentari del 18 novembre: “Paola GOISIS (LNP) conferma che vengono diffuse notizie non vere che forse sono riconducibili alla malafede. Concorda con la proposta di parere presentata dal relatore, (…) Ritiene peraltro che la questione economica debba essere tenuta in debita considerazione dalla Commissione, pur rilevando la possibilità che le condizioni della proposta di parere possano comportare oneri aggiuntivi. Auspica inoltre che effettivamente sia garantito un docente ogni due alunni disabili, ritenendo peraltro non opportuno che in tutti i corsi scolastici superiori sia previsto l’insegnamento della musica, ma solo in quelli specifici di settore”. Pensavamo che da una persona laureata in pedagogia e Insegnante di scuola secondaria superiore in lettere e storia ci fosse una attenzione diversa anche alla musica, ma ci siamo sbagliati!

DIAMOCI DA FARE

Musicheria ha subito reagito a questo stato di cose promuovendo l’APPELLO che ha raccolto più di 500 firme (per vedere il testo e le firme clicca qui).

Qualcosa sembra che si sia mosso, se nell’ultima bozza relativa ai Licei reperibile in internet, “Musica” compare sotto la dizione “Insegnamenti attivabili sulla base del Piano dell’Offerta Formativa nei limiti del contingente di organico assegnato all’istituzione scolastica, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie”. E’ sicuramente un passo avanti, ma che si ritiene ancora insufficiente, in relazione anche al fatto che poi, sul piano pratico, tutto rischia di essere vanificato dall’assenza di personale musicalmente preparato e dalla non previsione di fondi specifici per “l’utilizzazione di personale esterno munito di specifica abilitazione”.

Ovviamente sappiamo bene che spesso gli appelli cadono nel vuoto, e nonostante le apprezzabili iniziative delle Associazioni e del Comitato nazionale, c’è il rischio che ragioni puramente amministrative blocchino ogni sforzo per far sì che tutti gli studenti di ogni ordine e grado di scuola possano ricevere una adeguata formazione musicale. Ma noi non demordiamo, e testardi continuiamo ad affermare le cose per noi importanti (oltre che ovviamente ad agire nel ‘piccolo’ delle nostre personali situazioni lavorative).

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