Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Perchè la musica nel curricolo per tutti?

Carlo Delfrati

Motivazioni per un inserimento della musica nei curricoli

In questi ultimi anni il dibattito e le proposte per l’inserimento di “Musica” nel curricolo per tutti gli studenti nelle scuole di ogni ordine e grado non sono mai cessate, anche se poi, nei provvedimenti che Ministri e Direttori generali hanno finora emanato, si son dimenticati delle belle parole dette in qualche occasione di vetrina, arrivando in certi casi addirittura a togliere le poche ore di “Musica” là dove era presente, o centellinando con fatica l’attivazione dei corsi a indirizzo musicale.
Per questa ragione noi continuiamo a battere su questo tasto, proponendo un testo del più autorevole esperto della pedagogia e della didattica musicale italiana, Carlo Delfrati, che qui ringraziamo per averci concesso la pubblicazione.
Il brano introduttivo è tratto da
Fondamenti di pedagogia musicale, EDT, Torino 2008, mentre il testo allegato è comparso in C. Delfrati (a cura di), Musica e formazione iniziale. Per una nuova figura professionale, in ambito musicale, Franco Angeli, Milano 2006.

Rispondere ai bisogni
La proliferazione dei saperi fa balzare in primo piano una questione fondamentale che finora è rimasta tra le righe. Con tutto lo scibile che preme per essere oggetto di conoscenza, e dunque di materia scolastica, perché anche musica? Perché si dovrebbe inserire la musica come disciplina dell’area comune, l’area che tutti gli alunni sono tenuti a frequentare?
La domanda viene posta ogni volta che si affronta una riforma della nostra scuola. Può la musica far parte della ristretta aristocrazia dei “saperi essenziali”? La famiglia dei letterati, dei matematici, degli storici, degli scienziati non ha bisogno di cercare risposte convincenti per le proprie discipline, perché nessuno gliele chiede. Ai musicisti la domanda si ripresenta ciclicamente, come il fantasma di Banquo al suo assassino Macbeth. E dietro la domanda, il dubbio, lo scetticismo.
Il filosofo Filodemo di Gadara, maestro di Cicerone, è il capostipite di una lunga teoria di increduli: la musica è per lui «occupazione senza scopo», «non si generò da necessità ma da superfluità», e non vale più che come decoro dei banchetti. L’allegra comitiva di scettici che concorda con lui è controbilanciata da una a dire il vero più consistente confraternita di sostenitori.
Dalla Grecia classica a oggi la questione è stata dibattuta con una tale varietà di posizioni, anche paradossali, da meritare uno studio a sé. Uno studio progettato per il seguito della presente opera. Mi limito qui a rimandare a un documento sintetico consegnato alla Commissione per il Riordino dei Cicli (Ministero De Mauro), di cui facevo parte.
 
(vedi documento allegato .pdf)

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