Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Qualcosa di ‘Nuovo’

Gabriella Frizzarin

Narrazione del percorso fatto dal coro di due classi quinte della scuola primaria: dall’ascolto della canzone “Nuovo” di Gianmaria Testa, alla sua esecuzione. La novità è stata inventarsi, in gruppo, l’arrangiamento che ci ha permesso di cantarla a cappella.

    Innanzi tutto presentiamoci. Le classi con cui lavoro sono due quinte di scuola primaria, quarantadue alunni. La scuola è o dovrebbe essere un tempo pieno, di quelli storici, ex 8201 per chi se ne ricorda, a Lecco, la Cesare Battisti di Acquate, attualmente facente parte dell’Istituto Comprensivo Lecco 3.
    Anche alcuni insegnanti del team sono di quell’epoca, ancora con la voglia di ricercare il meglio e i percorsi più idonei per l’insegnamento. È per questo che sono faticosamente impegnati in un progetto che dalla prima li fa collaborare con la collega Odetta Fumagalli che lavora con due quinte a scavalco in due comuni vicini, Garlate e Olginate. Il metodo di lavoro privilegiato è quello della ricerca intertattiva, con lavori di gruppo, cooperative learning, corresponsabilizzazione nella gestione della vita di classe fino alla pulizia dell’aula.
    Io ho fatto parte del team per tanti anni, fino a quattro anni fa, classe prima conclusa, quando problemi di salute mi hanno costretta a casa e al prepensionamento. A metà terza, essendo rimasti sempre in contatto ed avendo i miei colleghi scelto di privilegiare nel progetto la parte musicale con un lavoro specifico sulle canzoni popolari, ho ricominciato la frequentazione per “dare una mano”, essendo stata per tanti anni una delle “insegnanti di musica”. In quarta la collaborazione è continuata e siamo arrivati all’inizio della quinta.
    Si sa che l’ultimo anno crea aspettative e tensioni. Si vuole assolutamente finire in bellezza e con qualcosa di “nuovo” che lasci un segno. Il progetto di quest’anno prevede l’incontro con veri cori che operano nel territorio. Abbiamo contattato il Coro Alpino Lecchese e un Coro Gospel2. Entro Dicembre è prevista la conoscenza con il primo dei due cori e l’ascolto e l’apprendimento di cinque dei loro brani. Nel frattempo bisogna pensare anche al canto da eseguire a Natale durante la serata in cui avviene lo scambio degli auguri con tutti i genitori della scuola.
    È così che ha inizio la nostra piccola grande esperienza. Marco Bonfanti, il collega promotore del progetto, sente la canzone Nuovo di Gianmaria Testa. Gli piace per il messaggio che viene raccontato nel testo e per come è cantata. Come sempre propone la canzone con entusiasmo e convinzione. Come sempre, io metto le mani avanti e dico, aspetta e fammi sentire se si può farla cantare anche ai bambini. Come sempre, la ascolto, piace a me come adulta, ho qualche riserva iniziale sulla possibilità di farla cantare, ma so già che si scioglierà. Vedo e ascolto la versione che è fruibile su youtube (http://www.youtube.com/watch?v=uIZUI8WAq1E&ob=av2e). Anche alcuni bambini la vedono e la apprezzano, soprattutto perchè non conoscevano il trucco della cartolina per fare la motoretta con la bici, gioco che a noi adulti riporta ricordi. Ascoltiamo questa versione in attesa del disco che non è ancora in commercio e i bambini cominciano le “solite” attività:
– Ascolto del brano
– Analisi del testo
– Memorizzazione del testo
– Analisi del brano
– Memorizzazione della melodia per imitazione.

    A questo punto dobbiamo decidere come eseguirla.
• La cantiamo in coro con una base che ci accompagna? Sarebbe la soluzione più semplice, ma non abbiamo la base, la canzone è “nuova” e l’insegnante che nuova non lo è proprio , non ha le competenze musicali per accompagnare con uno strumento i suoi alunni.
• La cantiamo in coro con un paio di mamme che suonano le chitarre e i bambini che eseguono un accompagnamento ritmico? Potrebbe essere, ma è quello che abbiamo fatto lo scorso anno, proprio a Natale, con una canzone di Domenico Modugno, Notte Chiara. Non amo ripetere semplicemente, preferirei una nuova idea e un nuovo percorso, posso sempre ripiegare su questa soluzione se proprio non troviamo nient’altro che ci convince.
    Cominciamo a cantarla nelle ore di musica con le due classi separate e cominciamo a giocare a fare delle prove.
    Proviamo con gli strumenti ritmici3. Alterniamo queste prove con il canto, la scrittura e la composizione di brevi melodie con le note da DO a SOL e con due canti del Coro Alpino. Ai bambini piace molto eseguirli e riusciamo ad individuare le diverse voci presenti nel coro, i tenori, i bassi, che eseguono partiture diverse. Ci sono anche dei brevi canoni che riscuotono successo. Lo scorso anno ci eravamo già cimentati in un’esperienza di canone e questo è un po’ il punto di partenza. 
    La canzone ha quel lalala lailailala che forse potrebbe prestarsi per essere eseguito a canone. I bambini si dividono in maschi e femmine e ci proviamo. Prende forma l’idea: e se lo eseguissimo a cappella come un vero coro? Ma proprio senza musica? Chiede qualcuno. La musica potremmo farla noi con le voci. L’idea piace a loro e a me. 
    Io sono preoccupata perché mi sembra una idea difficile da realizzare e come sempre non so se ho le competenze necessarie per capire cosa funziona. Lo dico esplicitamente4 ai bambini, si tratta di una cosa che non abbiamo e non ho mai fatto: dobbiamo eseguire questo brano con un nuovo arrangiamento.

    Le regole che penso ci possano aiutare sono :
– Dobbiamo provare e trovare soluzioni semplici, che riusciamo a realizzare.
– È indispensabile l’aiuto di ciascuno e si raccolgono suggerimenti.
– Sperimenteremo le proposte per verificare se funzionano, se piacciono e se riusciamo a realizzarle.
    Sono regole  con criteri poco musicali, essenzialmente di metodo, ma è un linguaggio che condividiamo. 
    Si inizia con il lalala eseguito a canone e come intermezzo musicale tra una strofa e l’altra. Qualcuno propone di far partire i maschi con una strofa mentre le femmine mantengono il lalala come sottofondo musicale di accompagnamento. Ma anche le femmine vogliano cantare una strofa e allora proviamo a fare in modo che i due gruppi si alternino. Dobbiamo provare più volte perché non ci riesce subito e tendiamo a confonderci e a perderci.Capisco però che l’idea può funzionare perché il clima è molto disteso durante le prove , ridiamo per come ci si intralcia, spesso sono io che non do gli attacchi giusti perché mi confondo. Lo riconosco sempre e mi scuso con loro, ma qualcuno, tra i più collaborativi, comincia ad aiutarmi e si formano i gruppetti trainanti. Quelli che hanno “capito” quando devono attaccare partono anche se io non ho dato il segnale. In questi casi il mio rinforzo positivo nei loro confronti è forte e giorno dopo giorno il gruppetto si amplia. Sistemiamo prima le strofe e poi cominciamo a provare tutti insieme.
    Chiedo ai colleghi di concedermi ogni volta almeno per mezz’ora tutte e due le classi5 così possiamo provare per tre giorni la settimana, il martedì e il giovedì per mezz’ora e il venerdì per un’ora con tutti i 42 bambini. 
    Dobbiamo sistemare il ritornello e propongo di cantarlo tutti insieme differenziando i cori alla fine del secondo e dell’ultimo verso nella ripetizione dell’ultima parola provando intonazioni differenti. È una bambina che propone come eseguire il no no no, mentre con il chiamerò soprattutto i maschi incontrano difficoltà a mantenere la intonazione bassa. È quando ormai abbiamo impostato anche il ritornello che uno dei maschi suggerisce di provare a far cantare solo alle femmine la parte del verso “molto forte” così poi quando tutti canteranno “molto più forte” e “sempre più forte” dovrebbe sentirsi la differenza di potenza del coro.
    La proposta del battito di mani inserito nel ritornello è sperimentata un giorno in cui il canto sembra un po’ fiacco e c’è poca energia. Proviamo a cantarla con un po’ più di ritmo e alla fine quello che rimane del gioco è quel battito6.
    L’idea introduttiva del brusio e della prova voci l’ho formulata io, mi serve trovare subito l’intonazione e alcuni bambini ce l’hanno meglio di me, io dico loro che sono la mia memoria e di loro posso fidarmi per poter intonare il canto.
    A questo punto chiedo al papà di uno dei nostri alunni il prof. Giuseppe Caccialanza, direttore di coro, di venire un giorno ad ascoltare cosa abbiamo combinato, voglio il parere di un esperto per validare il lavoro. Il suo commento è che abbiamo fatto un’operazione inusuale, abbiamo creato un nuovo arrangiamento e se riusciamo a sistemare le sfasature che ancora ci sono può funzionare. Lui aggiunge anche che abbiamo utilizzato tutte le possibilità del canto popolare. È quanto ci basta, possiamo continuare e migliorare l’esecuzione.
    Per far questo dobbiamo diventare più consapevoli di quello che stiamo facendo , quindi decido di registrarli e di riascoltare il canto. Fortunatamente i genitori, cinque anni fa a fine quinta, ci hanno regalato il registratore digitale, utilissimo in questo frangente. Tra l’altro ai bambini piace farsi registrare, quindi è uno stimolo in più per far bene.
    Interessante è il riascolto che avviene il giorno successivo e soprattutto la critica che gli alunni stessi fanno evidenziando tutti gli errori commessi durante l’esecuzione. Questa fase è stata utilissima, ha fatto fare un salto di qualità e di consapevolezza enorme. Abbiamo continuato a registrare e riascoltare, ma ormai vedo che possiedono il canto come non mai. Durante l’esecuzione i loro occhi e i loro volti mi comunicano gli errori, le incertezze, le correzioni prima che alla fine del canto le parole raccontino. 
    A pochi giorni dalla festa ci capita di sbagliare nella seconda parte della canzone quando i maschi ripartono con la seconda strofa invece che con l’ultima. Nessuno si ferma e alla fine è una risata collettiva. Altre volte invece si accorgono di aver eseguito veramente bene il canto al punto da applaudirsi alla fine per la soddisfazione.    Sappiamo benissimo quali sono i nostri punti critici e ce lo diciamo prima di iniziare, ma ormai siamo sicuri di quello che stiamo facendo.
    La sera della festa siamo rimasti tutti veramente soddisfatti. Loro, i bambini, sono stati veramente bravi.

NOTE
1 – Si fa riferimento all’ art. 1 della lex 820 del 24 settembre 1971 
2 –  Importante è incontrare veri cori che ci offrano l’opportunità del confronto e aprirsi alla realtà del territorio perché questa possa entrare nella scuola creando l’opportunità dello scambio, dell’arricchimento e quindi dell’apprendimento.
3 –  Il plesso di Acquate si è attrezzato da anni con un’aula specifica per la musica, dotandosi di uno strumentario ritmico melodico abbastanza ben rifornito. Soprattutto si è puntato sull’acquisto di veri strumenti musicali, per avere la possibilità di sperimentare una buona qualità di suoni. 
4 –  Dichiarare le mie difficoltà non sminuisce la mia autorevolezza, stiamo costruendo insieme questo progetto. Non rinuncio con ciò al mio ruolo e i bambini sanno benissimo quali sono “le regole del gioco”. 
5 – La flessibilità organizzativa è fondamentale nel lavorare in gruppo per poter adeguare l’organizzazione alle esigenze del progetto che si sta realizzando.
6 – E’ stata la dimostrazione, ancora una volta, di come da un momento di difficoltà si possa uscire con una soluzione positiva che arricchisce il lavoro. L’importante è stato non intestardirmi su quello che avevo in mente io quel giorno ma saper capire cosa serviva al gruppo per procedere.



 

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