Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

La tecnologia a supporto della didattica strumentale

Rossano Munaretto

Sussidi tecnologici per la pratica di uno strumento

 

La figura romantica del discente che “impugna” il suo strumento musicale, affiancato dalla rassicurante, solida, quasi paterna ombra del “Maestro” la cui indiscussa autorevolezza traduce in inoppugnabile e inossidabile qualsiasi sua azione didattica, potrebbe essere rappresentata in un dipinto ottocentesco ed esposto nei corridoi austeri di qualche palazzo nobiliare accompagnato da altre suggestive rappresentazioni della iconografia musicale.
Questo punto di osservazione ha generato nel corso degli anni modelli di apprendimento che hanno formato eccellenti strumentisti, vanto della nostra cultura musicale, in relazione a fattori sociali e storici interdipendenti, non analizzabili in questo contesto. Questa descrizione introduce brevi considerazioni tra didattica in presenza e di rete per lo studio di uno strumento musicale ponendosi come punto di osservazione, nel corso degli anni, tra introduzione e sviluppo della tecnologia nella didattica.
La mia formazione strumentale accademica è frutto della fase conclusiva di un’epoca che trova molti punti di relazione con quanto sopra descritto con la quale, oltre al ricordo, ho conservato la consapevolezza del valore e importanza del percorso formativo didattico, anche se il punto di osservazione presente è maggiormente critico, favorito dalla esperienza e, ahimè, dall’ inesorabile scansione “metronomica” del tempo trascorso.
Si può dire che la mia esperienza professionale sia centrata su un arco temporale transitorio di trasformazione culturale e sociale dove la tecnologia di relazione e comunicazione coinvolge anche il modo e il mondo dell’istruzione musicale. Le risorse tecnologiche sono divenute sempre maggiormente efficaci a favore di una evoluzione di condotte e stili di apprendimento, a mio avviso, ancora poco utilizzate in questo settore.
Proprio questo privilegiato osservatorio temporale mi ha fatto comprendere l’importanza di associare la tecnologia all’apprendimento strumentale salvaguardando il concetto, che è bene sottolineare: “ …ragionevolmente non è possibile perseguire un percorso formativo strumentale esclusivo mediante strutture di apprendimento mediato dalle nuove tecnologie ma ciò può servire come integrazione a supporto della didattica in presenza…”. Dopo questa doverosa, e a molti cara precisazione, analizziamo invece le incredibili risorse che il mondo digitale ci offre con un esempio concreto.
Ogni docente acquisisce nel corso della propria carriera professionale innumerevoli esperienze che pongono un valore aggiunto alla crescita divendo un prezioso patrimonio didattico da condividere e non già da custodire, e magari dimenticare, nei cassetti,
scaffali, nei files, a favore di quella utenza (allievi) che corrisponde in esso le proprie aspettative di apprendimento.
La tecnologia oggi ci consente di valorizzare, selezionare, accrescere, potenziare, condividere il significato del valore didattico con azioni ormai divenute consuetudini e che fino a qualche anno fa risultavano favorevoli solo a chi possedeva le adeguate capacità tecniche per dominare i sempre maggior crescenti input tecnologici.
La rete è divenuta sempre più un bacino di contenuti condivisi e apprendimenti attivi e passivi, consapevoli e non, sparsi in un mare di informazioni spesso disaggregate e disarticolate, veritiere e mendaci, autorevoli e risibili dove l’istruzione strumentale è presente e sempre reperibile. Se il docente di strumento non si rende conto di questo, i suoi allievi ne sono sicuramente attratti.
Perchè dunque non perseguire una organizzazione che favorisca e aggreghi le risorse del sapere attraverso una metodologia funzionale, articolata e graduata secondo modalità ed esigenze didattiche personalizzate, del resto le modalità operative per avviare questo processo non sono molto differenti dalla “frequentazione” dei social network o da produzione di contributi testuali o audio allegati a messaggi mail. Tutto ciò dipende dalla volontà dei docenti di mettersi in gioco e sperimentare metodologie di supporto che offrano un feedback di alto valore metodologico, innovativo e modulare alle evoluzioni continue dei processi di apprendimento.
Per questo motivo, a mio modesto avviso, anche i docenti delle discipline strumentali, seppur particolare e peculiare possa essere l’articolazione e la disposizione di una prospettiva didattica in rete, dovrebbero valutare la possibilità di utilizzare questa esperienza che fornisce un valore didattico e didascalico aggiunto allo stile di apprendere, in una società dove la tecnologia è talvolta ridondante ma che è al servizio dell’uomo e non al contrario.
Perchè non provare?

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