Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

I canti a più voci della settimana santa

Ignazio Macchiarella

Proponiamo un articolo comparso sulla rivista “Musicascuola” nel luglio-agosto 1993 con una presentazione-aggiornamento dell’Autore.

 

Molte settimane sante sono trascorse da quando è stato scritto il saggio allegato, e tante cose sono cambiate. Forse alcuni dei rituali cui si fa cenno non vengono più praticati; sicuramente in tutte le situazioni esecutive menzionate si sono avuti processi di trasformazione dei canti e dei relativi contesti.
Più che proporre un aggiornamento caso per caso – per altro largamente inattuabile per mancanza di adeguata documentazione – mi preme precisare che l’articolo appartiene alla prima grande stagione delle ricerche sulle espressioni liturgiche e paraliturgiche di tradizione orale. Nate verso la metà degli anni Ottanta, grazie soprattutto all’intrecciarsi di interessi di studiosi di diversa formazione (soprattutto Roberto Leydi, Pietro Sassu, Giacomo Baroffio), al centro di diversi incontri di studio (Como 1984, Venezia 1985, Viterbo 1989, Santulussurgiu 1991 – cfr. Roberto Leydi, L’altra musica, Giunti-Ricordi, Milano 1992, pp. 178 sgg.) e di iniziative editoriali (per esempio Pietro Sassu e Giampaolo Mele, a cura di, Liturgia e paraliturgia nella tradizione orale, Universitas, Cagliari 1992), tali prime ricerche puntavano a documentare quanto più estesamente possibile la diffusione del fenomeno sul territorio italiano, focalizzando soprattutto gli aspetti formali dell’espressione musicale. Ciò è ben evidente nell’antologia discografica Canti liturgici di tradizione orale, a cura di Piero Arcangeli, Roberto Leydi, Renato Morelli e Pietro Sassu, pubblicata dalla Albatros nel 1987 – e meritoriamente riedita da pochi mesi dalle edizioni Nota di Udine (www.nota.it) – a cui rimando per i riscontri sonori di gran parte dei casi citati nel testo.
In tempi recenti, a seguito delle profonde trasformazioni degli studi etnomusicologici che decisamente hanno oltrepassato il livello della “raccolta di documenti sonori” per puntare verso percorsi interpretativi dei significati del fare musica, le ricerche sulle pratiche liturgiche e paraliturgiche trasmesse oralmente hanno ricevuto nuovi, forti motivazioni indirizzandosi verso la realizzazione di approfondite indagini su specifici, circoscritti scenari esecutivi.
Fra i contributi più recenti mi limito a segnalare:
– Mauro Balma, Paolo Ferrari, Pange Lingua. Il canto sacro di tradizione orale nelle Quattro Province, Musa, Milano 2012;
– Ignazio Macchiarella, Tre voci per pensare il mondo. Pratiche polifoniche confraternali in alta Corsica, Nota, Udine 2011;
– Maurizio Agamennone, Varco le soglie e vedo. Canto e devozione confraternali nel Cilento Antico, Roma Squilibri 2008;
– Ignazio Macchiarella, Cantare a cuncordu. Uno studio a più voci, Udine, Nota 2009;
– Anne Florence Borneuf, Le chant et la Sainte Patronne. La fête de la vara à Fiumedinisi (Sicile), LIM, Lucca 2004;
– Girolamo Garofalo (ed.), Canti bizantini di Mezzojuso, Palermo, Regione Siciliana – Assessorato ai Beni culturali e ambientali, 2 vols. 2001.
– Bernard Lortat-Jacob, Canti di Passione, Lucca Lim 1996.
Si veda anche il numero speciale su Musica e religione della Rivista EM (Squilibri edizioni, Roma, 2006 (www.squilibri.it ). Nel citato catalogo della casa editrice Nota si trovano diversi pubblicazioni discografiche su repertori locali o antologie regionali (per esempio Liguria. Canti delle confraternite, Nota Cd 505, 2004). Per lo specifico della Sardegna, infine, oltre all’ampia varietà di documenti presenti nel portale www.sardegnadigitallibrary.it, segnalo i due volumi su “Musica e regione” , con CD e DVD allegati, a cura di Bernard Lortat-Jacob, Ignazio Macchiarella e Roberto Milleddu, dell’Enciclopedia della Musica Sarda edita da Marco Lutzu per l’editoriale Unione Sarda.

 

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