Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

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Maurizio Spaccazocchi

Le interpretazioni musicali che l’uomo può dare sulla musica, possono prendere vari indirizzi e valori. Nel contesto terapeutico (ad es. musicoterapia recettiva), che cosa può accadere nel momento in cui il paziente manifesta una sua interpretazione sulla musica o su una rimessa in memoria musicale (fonomnesi e/o anamnesi) se questa opera sulla base di una tattica della sineddoche,e cioè che “legge” un determinato evento musicale sulla base della “parte per il tutto”?

La memoria musicale umana, permette alle persone di attivare molte operazioni mentali. Alcune di queste attività mentali musicali, se viste espressamente in ottica musicoterapeutica, potrebbero creare non pochi problemi all’operatore musicoterapeutico. Mi sto riferendo a tutta quella serie di attività connesse con le interpretazioni della musica che molti pazienti esternano al musicoterapeuta senza che, quest’ultimo, possa verificarne la vera natura o, se vogliamo, il vero stimolo musicale che le ha davvero prodotte.
Affermo tutto questo, (sia sulla base di tante esperienze d’ascolto fatte con soggetti di diversa età, cultura e condizione psicofisica e, inoltre, sulla stesura di un nutrito studio che ho svolto sulla memoria musicale umana) poiché ritengo che la mente-memoria musicale svolga comportamenti interpretativi dettati tanto da un consistente grado di percezione egocentrica, quanto dall’attivazione istintiva di operazioni mentali mirate molto spesso all’economia stessa dello sforzo intellettivo.
È mio interesse portare di seguito un chiaro esempio di ciò che il musicoterapeuta potrebbe rischiare nel momento in cui si affidasse a interpretazioni riportate dal soggetto-paziente; interpretazioni che, emerse sulla base di un ascolto reale o di un risveglio musicale mnemonico o su una rimessa in memoria di certi fatti musicali (fonomnesi e anamnesi), potrebbero portare a soluzioni terapeutiche non del tutto pertinenti, proprio per effetto della lettura dedotta dall’operatore terapeutico in rapporto ai dati manifestati dal paziente. Paziente che, attraverso la sua personale interpretazione di un determinato fatto o evento musicale, “offre” al musicoterapeuta la possibilità di dedurre e giungere a proporre una sua eventuale “mossa” musicale (o extramusicale) terapeutica.

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