Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Le competenze musicali per accedere alle scuole di formazione in musicoterapia

Maurizio Spaccazocchi

Dal sapere al saper essere in musica

Il tema sulle competenze musicali è, oggi più che mai, così importante perché ogni visione pedagogica della musica cerca di esaltare le sue credenze e le sue conoscenze, evitando così di assumere una postura mentale che possa soddisfare l’uomo in quanto essere musicale e non in quanto frequentatore di una metodologia piuttosto che un’altra.

Formazione musicale, educazione, terapia

Il dibattito costante, e a volte pure molto acceso, su quale tipologia di sapere, di saper fare, di saper far fare e di saper essere in musica, è ancora vivo nel mondo dell’educazione musicale ed ha pure bisogno di essere ulteriormente chiarito.
Le stesse metodologie cosiddette storiche (Orff, Dalcroze, Kodaly, ecc.), si sono formate creandosi, ognuna, una corsia preferenziale di teorie e prassi mirate a promuovere un settore dell’esperienza musicale (per es. musica d’insieme con uno strumentario costruito appositamente, ascolto e rapporti fra movimento e musica, rivalutazione della coralità popolare attraverso la tattica della chironomia e del do mobile, ecc.) piuttosto che riconoscere sin dall’inizio che l’Homo Musicus, come vedremo più avanti, ha sempre praticato una globalità di percorsi utili per soddisfare le sue tante e diverse esigenze. In breve tutte le visioni psico-pedagogie in musica e sulla musica, nel corso della storia hanno sempre preferito ideare delle loro specifiche condotte metodologiche, per essere in sintonia con le loro stesse credenze-conoscenze teoriche.
In Italia, poi, con una limitatissima presenza di studi musicali nei vari ambiti scolastici (dalla scuola d’infanzia all’università), s’individuano alcune e limitate discipline che non sono trattate, come dovrebbero essere, all’interno di un progetto di studi musicali globale, pertinente, unitario e propedeutico.
Ecco allora emergere da sempre il tema-problema della formazione musicale di professionisti in ambiti pedagogici, terapeutici e sociali, poiché gli studi musicali nonostante i passi avanti fatti dai Conservatori italiani con i “nuovi” corsi di Didattica della musica, sembrano essere ancora fortemente legati a metodologie e tecniche focalizzate prevalentemente sulla figura del solista, del musicista concertista.
Ciò comporta l’espansione di questa specifica mentalità musicale (dal sapere al saper essere in musica) anche all’interno di quelle professioni musicali legate al mondo dell’educazione, del benessere sociale e della salute in generale.
Nelle prossime pagine si ribadisce questo problema e lo si indirizza, come esempio, nel contesto specifico della formazione musicale in musicoterapia, e più precisamente si cerca di individuare quell’insieme di competenze musicali utili e pertinenti che un giovane, interessato a svolgere un percorso di studi in musicoterapia, dovrebbe avere al momento dell’accesso. E siccome ciò che di seguito si propone si basa su un’ottica antropologico-musicale, credo che il tema-problema possa interessare specialmente tutti i soggetti coinvolti nelle professioni musicali ad indirizzo pedagogico, sociale e musicoterapeutico.

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