L’ordine socio-culturale, come pure il tutti i settori dell’esistenza umana, non sarebbe tanto un ordine più logico o scientifico di un qualsiasi altro, quanto invece semplicemente un ordine immaginato.
Ogni pratica umana sociale e culturale nasce e si sviluppa sulla base di un ordine al quale tutti gli individui socializzati sono portati a credere come ordine dettato da principi profondi, da criteri e leggi supportate da fondamenta che lo rendono idealmente intaccabile e inattaccabile.
È per questo che la nostra intera esistenza, come la moltitudine delle nostre esperienze di vita, non possono fare a meno di avvalersi di credenze condivise, che ci permettono di ritenere “fortissime” e tanto più “giustificate” sia le nostre attività di pensiero (idee, concetti, metri di valutazione, teorie, ecc., o cittadinanza, legalità, religiosità, ecc.) e sia ogni nostra attività fisico-motoria (fare sport, cantare, suonare o danzare, fare ingegneria, tecnologia, ecc.) come se tutte queste fossero “azioni” dettate da ben più profondi principi naturali e/o scientifici.
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È per questo che la nostra intera esistenza, come la moltitudine delle nostre esperienze di vita, non possono fare a meno di avvalersi di credenze condivise, che ci permettono di ritenere “fortissime” e tanto più “giustificate” sia le nostre attività di pensiero (idee, concetti, metri di valutazione, teorie, ecc., o cittadinanza, legalità, religiosità, ecc.) e sia ogni nostra attività fisico-motoria (fare sport, cantare, suonare o danzare, fare ingegneria, tecnologia, ecc.) come se tutte queste fossero “azioni” dettate da ben più profondi principi naturali e/o scientifici.
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