5402 musicisti passeranno di ruolo nella scuola italiana. Ma chi sono questi 5402?
Intervengo con piacere nel dibattito sollecitato da Musicheria.
Sarà che sono un tipo pratico , ma quando ho letto dei 5402 musicisti che passeranno di ruolo nella scuola italiana (ovvero tutti gli attuali iscritti in GAE a31-32-77) mi sono detto: Che bello!! Poi mi sono domandato: ma chi sono questi 5402?
Mi è venuto in soccorso un fantastico sito (fantastico come questo “Musicheria”) che si chiama “voglioilruolo”. Fantastico perché riporta tutte le GAE di tutte le discipline di tutta Italia, e anche una sorta di GAE nazionale, con l’incrocio di tutte le GAE provinciali.
E ho cominciato a scorrere i nomi di tutti i fantastici 5402, scorrendo sia A31, sia A32 (quasi tutti i nomi sono gli stessi), sia tutte le varie CDC di A77.
E ho trovato:
– tantissima gente che è anche in GAE di Lettere, Matematica, Sostegno, Chimica o altro (ci sono tanti tanti musicisti che hanno anche un altro campo disciplinare di competenza, e questo è un bene);
– almeno 300 docenti di Conservatorio (anche un paio di direttori) : alcuni di ruolo, alcuni precari, tutta gente che -ovviamente- vista la penuria di lavoro AFAM negli ultimi anni si era giustamente “premunita” anche con l’abilitazione nel settore scuola;
– e soprattutto, facendo un’analisi dei punteggi, diversi docenti che probabilmente sono in GAE da decenni, avendo magari ottenuto l’idoneità in uno dei concorsi a cattedra dello scorso millennio, ma non hanno mai lavorato nella scuola. O perché hanno rifiutato le proposte di lavoro, o perché facevano altro.
Nel mio microcosmo di una piccola provincia abruzzese, conosco vita, morte e miracoli dei 28 iscritti in GAE A32 del mio territorio, quasi tutti ex-allievi del mio Conservatorio. Due fanno gli avvocati, uno il notaio, due i commercianti, un agente di viaggio, un titolare di palestra. E hanno fatto benissimo, non potevano mica passare la vita ad aspettare il posto a scuola!!
Detto tutto ciò, non nascondiamoci dietro a un dito. Sappiamo tutti che questa “scuola buona” di Renzi nasce dalla necessità di evitare la condanna dall’Europa per le infrazioni riguardanti la non stabilizzazione dei precari della P.A. con tre anni di servizio. Cosa che il premier, con fiuto politico encomiabile, ha trasformato in una “cambiale politica attiva”.
E allora la domanda è: posto che, come il buon Mario Piatti ricordava, ci sarebbero 53.000 classi di quarta e quinta elementare in cui inviare questi magnifici 5402 (o meglio, quelli che oggi non lavorano, perché quelli che già lavorano, come gran parte degli A77, passerebbero di ruolo sul posto che già occupano!), senza voler offendere nessuno, che qualità di docenza offriranno? Da quanto tempo non fanno musica? Quanto sono aggiornati rispetto al concorso che sostennero nel 1990 o nel 1999? Quanto sono informati di pedagogia, soprattutto se verranno inviati alle elementari, settore per cui non hanno la specifica abilitazione?
E soprattutto, quanti di loro rinunceranno (secondo me tra il 20 e il 30%, se prendo la mia provincia come esempio) perché fanno altro lavoro, o perché preferiranno altre CDC, o preferiranno il Conservatorio o perché non vorranno trasferirsi, se provenienti da quelle regioni con “esubero di abilitati”?
E quindi quanto rischieremo di avere l’organico di questa “rivoluzione culturale” con tanta musica nelle scuole già monco, e soprattutto di età elevata e poco motivato, e magari giocoforza bisognerà ricorrere agli attuali docenti in seconda fascia di Istituto – anche loro abilitati e spesso molto più militanti musicalmente di alcuni GAE – per tappare le carenze, magari mettendoli in una GAE aggiuntiva a scorrimento dei posti liberi in organico?
Insomma… bene “sistemare” tanti precari. Ma sarà una scuola buona davvero?