Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Il giallo e il grigio. Animazione musicale e pensionati

Maurizio Vitali, Claudio Bonanomi, Donatella Gajani

E-Book del volume di Claudio Bonanomi, Donatella Gajani e Maurizio Vitali, Il giallo e il grigio. Animazione musicale e pensionati.

Il volume, pubblicato dalla Clueb di Bologna nel 1992, viene qui presentato in formato .pdf in accordo con l’Editore.

Dalla Presentazione di Duccio Demetrio:


“Il giallo e il grigio” è una storia. E, come tale, va letta. Chiediamo a quanto leggiamo, soprattutto, di non annoiarci; specie se si tratta di racconti. Siamo invece disposti ad accettare qualche fatica se si tratta d’altro; perché le noiosità dottrinali poi, alla fine, possono tornarci utili. Per la professione o nei salotti.
Non meno noiosi sono, indubbiamente, i resoconti clinici di un’esperienza, di una terapia, di un lavoro di gruppo. Ma, a mio parere, questo accade quando il racconto, snodandosi con meticolosità narrativa, ci propone di ascoltare quanto il protagonista (paziente o formando) in un monologo, spesso estenuante, registrato dall’osservatore, ha da narrare.
Quando Claudio e Maurizio mi hanno proposto di presentare il loro lavoro mi disponevo di conseguenza, con curiosità e fiducia, ad intraprendere un cammino che mi avrebbe regalato momenti di, per carità, piacevole, ma inevitabile noia. Nei due sensi anzidetti. Perché il lavoro serio e meticoloso, bisogna pur dirlo, è quasi sempre foriero di pesantezze. Alle quali riesce a sfuggire il buon romanzo o l’agile libello teorico. Le mediazioni tra questi stili narrativi sono molte, ma rari i successi.
Ne “Il giallo e il grigio” (ma perché il sottotitolo riferito ai “pensionati”? Che modo burocratico-sociologico di definire le persone in età adulta avanzata!) questa combinazione tra l’elemento avvincente, e romanzesco, e quello della riflessione “in corso di narrazione” mi è piaciuta e, quindi, non mi sono annoiato affatto a leggere questa avventura umana. Perché di essa voglio parlare; dal momento che questo “breve romanzo di formazione” (una formazione collettiva, anzi “corale”, oltre che solistica) è una avventura di quattordici adulti che fanno un’esperienza di nascita – rinascita e che sperimentano tutti i momenti tipici di ogni evento aurorale. Percepire, osservare, toccare, sentire, provare. Con queste varianti: rinascono insieme (mentre, di solito, quando si nasce biologicamente, la nostra partecipazione sociale è inesistente) e, rinascono, sperimentando il piacere, la gioia e la sorpresa di tornare ad essere quello che sono. Attorno alla “macchina del caffè”, che, in questo romanzo minimo, svolge un ruolo secondo me cruciale.
 
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