Intervista alla senatrice Elena Ferrara
Affare assegnato 409: Offerta culturale nel settore musicale, al fine di identificare delle strategie in grado di mantenere vivo l’immenso repertorio italiano e di attivare processi virtuosi di creazione e innovazione musicale, permettendo l’accesso e il confronto con la realtà internazionale.
Il 6 maggio scorso la VII Commissione del Senato ha approvato la risoluzione presentata dalla senatrice Elena Ferrara sull’affare assegnato 409 (per l’iter dei lavori e i resoconti delle audizioni >>> QUI).
Riteniamo tale risoluzione molto interessante anche per quanto riguarda le prospettive della formazione e dell’educazione musicale.
In allegato i riferimenti all’affare assegnato e il testo della risoluzione.
E’ possibile esprimere pareri e commenti in merito sul Blog di Musicheria >>> QUI.
Ringraziamo la senatrice Elena Ferrara che si è resa disponibile a rispondere ad alcune domande.
Musicheria: L’elaborazione della risoluzione ha visto la partecipazione di molti enti e associazioni nelle audizioni. Che idea ti sei fatta della realtà musicale italiana?
Elena Ferrara: Nell’ambito dii questa indagine conoscitiva e in quella precedente sulla scuola abbiamo audito oltre 40 soggetti rappresentativi di mondi della produzione, della ricerca, della promozione e della formazione musicale. Abbiamo cioè dato voce a realtà che, pur avendo storie importanti e alcune assolutamente longeve non avevano mai avuto contatti diretti con il Parlamento. Diversi senatori hanno manifestato una positiva sorpresa nel constatare le tante realtà coinvolte (e naturalmente non si ha la pretesa di essere stati esaustivi) che hanno opportunamente rappresentato il mondo musicale, mediamente percepito in base ad esperienze personali o assorbito in base al racconto dei media.
Come relatrice ho voluto conservare il più possibile traccia di queste testimonianze e la Risoluzione finale, approvata all’unanimità, è stata volutamente analitica nel descrivere i punti di forza e di debolezza del settore; nel dispositivo si sono individuate specifiche misure da sottoporre all’attenzione del Governo a cominciare dalla necessità di “promuovere il riconoscimento del concetto di bene musicale sia materiale che immateriale”. Abbiamo assoluta necessità di un nuovo quadro di riferimento normativo che guardi all’Europa (uno dei Programmi Quadro è, appunto, “Europa Creativa”) per i lavoratori e le imprese culturali e creative, è necessario dare attuazione allo Statuto sociale europeo dell’artista, adeguarci alla direttiva europea sul diritto d’autore, sostenere con politiche fiscali e di semplificazioni questo mondo oggi messo alla prova dalla crisi e dalla sottrazione di risorse. Pur rilevando che alcuni provvedimenti dei governi Letta e Renzi hanno cercato di arginare una pericolosa deriva si è evidenziato che per tutelare ed innovare il made in Italy musicale è necessario e impellente elevare il livello culturale del nostro Paese nella musica e nelle arti.
Su questo ultimo punto tutti concordano!
Musicheria: Per quanto riguarda la formazione e l’educazione musicale, quali sono i punti rilevanti che avete voluto sottolineare?
Elena Ferrara: abbiamo elaborato alcuni punti tratti dalla proposte pervenuteci dai portatori di interesse e contenute nel DDL 1365 Disposizioni in materia di valorizzazione dell’espressione musicale ed artistica nel sistema dell’istruzione. Quello che è stato approvato nella Risoluzione ha costituito la traccia alla base della delega “promozione e diffusione della cultura umanistica” inserita all’articolo 22 lettera h) del ddl di riforma della scuola che allarga il campo dalla musica alle arti comprese quelle performative.
Il principio fondamentale è il diritto delle bambine e dei bambini previsto dalle convenzioni internazionali a vivere l’esperienza artistica e fruirne in modo consapevole: quindi opportunità formative musicali dall’asilo nido fino alla secondaria superiore. Dal punto di vista della governance se al centro dei percorsi formativi musicali ci sono le istituzioni scolastiche i cui curricoli vanno sicuramente potenziati, compresi Università e Afam, deve essere assolutamente valorizzato il ruolo delle scuole di musica, del terzo settore e di tutte le realtà pubbliche e private coinvolte nella nella produzione, nella ricerca e nella promozione musicale. Solo mettendo a sistema le nostre realtà e coniugando formazione e produzione si può dare propulsione al settore. Per prima cosa i due ministeri preposti MIUR e MIBACT si devono alleare in questa scommessa.
Musicheria: Le prospettive delineate sembrano positive. Ma quali sono gli strumenti normativi e amministrativi che renderanno possibile realizzare in concreto queste prospettive? Che legame c’è tra la vostra risoluzione e quanto previsto, per la musica, nel DDL sulla scuola che discuterete a breve?
Elena Ferrara: il ddl sulla scuola è stato emendato proprio per dare una risposta all’esigenza di concretezza delle misure normative. La delega a cui ho fatto riferimento dà 18 mesi di tempo al Governo per la promozione e diffusione della cultura umanistica, valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali, musicali, teatrali, coreutici e cinematografici e sostegno della creatività connessa alla sfera estetica. I criteri su cui costruire il percorso sono ben declinati e tengono insieme i diversi settori artistici in funzione della necessità di metterci al pari con le altre realtà europee. In Italia non ci mancano le risorse artistiche, le idee, le innovazioni tecnologiche nei settori artistici e soprattutto abbiamo capito che i beni culturali sono il nostro “petrolio”. Allora dobbiamo avere il coraggio di puntare davvero sulla formazione. Non è solo per rendere sostenibile quello che c’è ora, ma per scommettere su uno sviluppo reale del nostro Paese.
Riteniamo tale risoluzione molto interessante anche per quanto riguarda le prospettive della formazione e dell’educazione musicale.
In allegato i riferimenti all’affare assegnato e il testo della risoluzione.
E’ possibile esprimere pareri e commenti in merito sul Blog di Musicheria >>> QUI.
Ringraziamo la senatrice Elena Ferrara che si è resa disponibile a rispondere ad alcune domande.
Musicheria: L’elaborazione della risoluzione ha visto la partecipazione di molti enti e associazioni nelle audizioni. Che idea ti sei fatta della realtà musicale italiana?
Elena Ferrara: Nell’ambito dii questa indagine conoscitiva e in quella precedente sulla scuola abbiamo audito oltre 40 soggetti rappresentativi di mondi della produzione, della ricerca, della promozione e della formazione musicale. Abbiamo cioè dato voce a realtà che, pur avendo storie importanti e alcune assolutamente longeve non avevano mai avuto contatti diretti con il Parlamento. Diversi senatori hanno manifestato una positiva sorpresa nel constatare le tante realtà coinvolte (e naturalmente non si ha la pretesa di essere stati esaustivi) che hanno opportunamente rappresentato il mondo musicale, mediamente percepito in base ad esperienze personali o assorbito in base al racconto dei media.
Come relatrice ho voluto conservare il più possibile traccia di queste testimonianze e la Risoluzione finale, approvata all’unanimità, è stata volutamente analitica nel descrivere i punti di forza e di debolezza del settore; nel dispositivo si sono individuate specifiche misure da sottoporre all’attenzione del Governo a cominciare dalla necessità di “promuovere il riconoscimento del concetto di bene musicale sia materiale che immateriale”. Abbiamo assoluta necessità di un nuovo quadro di riferimento normativo che guardi all’Europa (uno dei Programmi Quadro è, appunto, “Europa Creativa”) per i lavoratori e le imprese culturali e creative, è necessario dare attuazione allo Statuto sociale europeo dell’artista, adeguarci alla direttiva europea sul diritto d’autore, sostenere con politiche fiscali e di semplificazioni questo mondo oggi messo alla prova dalla crisi e dalla sottrazione di risorse. Pur rilevando che alcuni provvedimenti dei governi Letta e Renzi hanno cercato di arginare una pericolosa deriva si è evidenziato che per tutelare ed innovare il made in Italy musicale è necessario e impellente elevare il livello culturale del nostro Paese nella musica e nelle arti.
Su questo ultimo punto tutti concordano!
Musicheria: Per quanto riguarda la formazione e l’educazione musicale, quali sono i punti rilevanti che avete voluto sottolineare?
Elena Ferrara: abbiamo elaborato alcuni punti tratti dalla proposte pervenuteci dai portatori di interesse e contenute nel DDL 1365 Disposizioni in materia di valorizzazione dell’espressione musicale ed artistica nel sistema dell’istruzione. Quello che è stato approvato nella Risoluzione ha costituito la traccia alla base della delega “promozione e diffusione della cultura umanistica” inserita all’articolo 22 lettera h) del ddl di riforma della scuola che allarga il campo dalla musica alle arti comprese quelle performative.
Il principio fondamentale è il diritto delle bambine e dei bambini previsto dalle convenzioni internazionali a vivere l’esperienza artistica e fruirne in modo consapevole: quindi opportunità formative musicali dall’asilo nido fino alla secondaria superiore. Dal punto di vista della governance se al centro dei percorsi formativi musicali ci sono le istituzioni scolastiche i cui curricoli vanno sicuramente potenziati, compresi Università e Afam, deve essere assolutamente valorizzato il ruolo delle scuole di musica, del terzo settore e di tutte le realtà pubbliche e private coinvolte nella nella produzione, nella ricerca e nella promozione musicale. Solo mettendo a sistema le nostre realtà e coniugando formazione e produzione si può dare propulsione al settore. Per prima cosa i due ministeri preposti MIUR e MIBACT si devono alleare in questa scommessa.
Musicheria: Le prospettive delineate sembrano positive. Ma quali sono gli strumenti normativi e amministrativi che renderanno possibile realizzare in concreto queste prospettive? Che legame c’è tra la vostra risoluzione e quanto previsto, per la musica, nel DDL sulla scuola che discuterete a breve?
Elena Ferrara: il ddl sulla scuola è stato emendato proprio per dare una risposta all’esigenza di concretezza delle misure normative. La delega a cui ho fatto riferimento dà 18 mesi di tempo al Governo per la promozione e diffusione della cultura umanistica, valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali, musicali, teatrali, coreutici e cinematografici e sostegno della creatività connessa alla sfera estetica. I criteri su cui costruire il percorso sono ben declinati e tengono insieme i diversi settori artistici in funzione della necessità di metterci al pari con le altre realtà europee. In Italia non ci mancano le risorse artistiche, le idee, le innovazioni tecnologiche nei settori artistici e soprattutto abbiamo capito che i beni culturali sono il nostro “petrolio”. Allora dobbiamo avere il coraggio di puntare davvero sulla formazione. Non è solo per rendere sostenibile quello che c’è ora, ma per scommettere su uno sviluppo reale del nostro Paese.