Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

La pratica strumentale nella scuola primaria

Silvia Azzolin

Report della ricerca-azione biennale dell’USR Veneto aa.ss. 2012-2014

1. Premessa
L’interesse nei confronti dell’educazione musicale e della pratica strumentale nella scuola primaria ha dato vita, negli ultimi anni, a progetti (Musica 2020) e interventi ministeriali (D.M. 8/2011) con il fine specifico di potenziare l’attività musicale e la pratica strumentale, come precisato nelle Linee di indirizzo per un piano pluriennale di interventi relativi alla diffusione della pratica musicale nelle scuole di ogni ordine e grado (Documento “Fare Musica Tutti” del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica, presso il MIUR). Secondo quanto precisato, tali iniziative dovrebbero favorire «lo sviluppo della musicalità di ciascuno [in quanto] elemento fondamentale di promozione dell’integrazione delle diverse componenti della personalità: quella percettivo-motoria, quella logica, quella affettivo-sociale» che mette in relazione «mente e corpo» (Linee guida DM8/2011) nella prospettiva della dimensione globale dell’esperienza sonora.
La letteratura neuroscientifica, in merito, ha rilevato che la pratica strumentale nei bambini favorisce, inoltre:
• uno sviluppo maggiore della zona della corteccia deputata a processare gli stimoli acustici (imparano ad ascoltare e discriminare i suoni con maggiore accuratezza);
• uno sviluppo maggiore del corpo calloso, composto dai fasci nervosi che collegano i due emisferi;
• uno sviluppo del cervelletto, per la necessità di sintetizzare e coordinare le risposte a stimoli motori, emozionali e cognitivi.
• un aumento della materia grigia, che riflette un maggiore sviluppo motorio e l’abilità di tradurre uno stimolo visivo in azione anche motoria (Hodges 2006).

La ricerca educativa ha messo in luce come l’apprendimento musicale porti benefici in ambito sociale ed emozionale nei bambini e nei giovani (Lamont et al. 2005) e favorisca lo sviluppo cognitivo, sebbene non vi siano evidenze empiriche condivise sugli effetti dello studio di uno strumento in bambini con difficoltà (Schlaug G, 2005). In generale, viene riconosciuto che la pratica strumentale, soprattutto se d’insieme, può sviluppare le abilità sociali, può stimolare l’espressione del sé, può far aumentare l’autostima e la motivazione, può migliorare la capacità di autoregolazione.
Date queste premesse, anche il gruppo musica dell’USR Veneto ha inteso condurre una riflessione relativamente alla possibilità e alle ricadute in ambito didattico della pratica strumentale nella scuola primaria.
 
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