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Children’s Choir

Lucio Ivaldi

Intervista a Lucio Ivaldi

Il repertorio per cori di voci bianche, anche in lingua italiana, è abbastanza ricco di proposte, dai canti a una voce a brani più complessi che presuppongono capacità tecniche di un certo livello. Lucio Ivaldi, docente di Direzione di coro e musica corale nella Scuola di Didattica della musica del Conservatorio di Frosinone, oltre a dirigere cori ha composto vari brani per diverse formazioni. A lui rivolgiamo qualche domanda.

Musicheria: Qual’è dal tuo punto di vista la situazione del canto corale infantile oggi in Italia?

Lucio Ivaldi: Il panorama italiano del reperorio corale per voci infantili, secondo me, è ancora agli albori rispetto alla creazione di repertori veramente consistenti e strutturati. Abbiamo diverse proposte di brani a voce sola o con bordoni, canoni, ritmi e body percussion, anche molto interessanti, per la scuola d’infanzia e primaria. Passando al repertorio polifonico, e a proposte basate sulle possibilità tecniche dei ragazzi tra i 10 e i 13 anni (ultimo anno della primaria e scuola media), il panorama inizia a essere rarefatto. I motivi di questa carenza (ovviamente ci sono delle lodevoli eccezioni) è complesso e non ho qui il tempo e il modo per addentrarmi nell’analisi di questo fenomeno. Le eccezioni sono brillanti punti di riferimento nel settore: le rassegne e i campus organizzati dalla Prof.ssa Bruna Valenti Liguori per l’Associazione “Aureliano”; i corsi organizzati dalla “Scuola Popolare di Musica di Testaccio”; le pubblicazioni de “La Cartellina” e quelle promosse da “Feniarco”; vari siti internet dedicati, tra i quali “edumus.com” e “musicheria.net”; i vari compositori specializzati, tra i quali Piero Caraba, Andrea Basevi, Tullio Visioli, (e mi scuso con coloro che non ho menzionato). Tornando alle motivazioni della mancata crescita di un repertorio organico nella nostra nazione, sicuramente un aspetto da tenere in considerazione è il brusco passaggio per i nostri ragazzi, tra la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria che vede, nella realtà più che nelle intenzioni del legislatore, un cambiamento totale delle premesse metodologiche e didattiche nelle varie discipline, ivi inclusi i percorsi dell’Educazione Musicale (vocale e strumentale). Credo che la creazione di “istituti comprensivi” abbia delle potenzialità ancora tutte da scoprire, per gettare i semi di una continuità nel percorso dell’apprendimento musicale. Non è un caso che i plessi scolastici più grandi, quelli che esistono da molti decenni, abbiano sviluppato sul territorio progetti musicali importanti. Gli insegnanti di coro, ad esempio, possono contare su un’utenza ampia, che vede il lavoro impostato con i piccoli cantori verso i 6-7 anni di età, sbocciare in risultati artisticamente apprezzabili quando gli stessi cantori crescono e raggiungono la soglia dei 12-13 anni. Tutto ciò senza dover cambiare scuola nel passaggio tra l’ultimo anno della Primaria e il primo della Secondaria. La centralità della voce e del canto corale, che in alcune nazioni ha dato ottimi risultati, è un qualcosa che in Italia esiste sicuramente nella teoria, ma nella pratica va ancora perfezionato e indirizzato. Personalmente, il mio punto di riferimento da questo punto di vista, sono l’esperienza ungherese e la metodologia Kodaly che ho avuto modo di conoscere grazie agli scritti di Roberto Goitre. Ho svolto diversi viaggi in Ungheria, tornando ogni volta più affascinato e illuminato dalla bellezza dei risultati musicali e da ricchezza e molteplicità delle esperienze corali esistenti.

M.: Quali sono gli aspetti tecnici più rilevanti che un buon direttore di coro infantile dovrebbe tener presente per non combinare guai con le voci dei piccoli cantori?

L.I.: Dirigere un coro infantile è un lavoro da destinare ai professionisti, non ci si può improvvisare … con il rischio di fare disastri … bisogna avere una buona respirazione e vocalità personale, perché i ragazzi assorbono come spugne le caratteristiche vocali di chi gli propone gli esempi … inoltre bisogna controllare bene le estensioni e tessiture dei ragazzi (individualmente), con un particolare riguardo per quei ragazzi che stanno passando il periodo della “muta” della voce. Bisogna avere un solido progetto educativo, con delle finalità ben chiare, un ampio repertorio con molte varianti nella scelta dei brani da proporre, un’ottima preparazione musicale, e non da ultimo, grandi doti personali di comunicatività e carisma.

M.: Nel comporre per coro infantile quale rapporto ritieni ci debba essere tra testo e musica?

L.I.: Credo che la scelta del testo sia importante, per catturare l’attenzione dei ragazzi bisogna evitare l’errore (che io ammetto, ahimè, di aver fatto in gioventù) consistente nello scegliere testi letterari antiquati, poco coinvolgenti o troppo lontani dal vissuto dei ragazzi. Un aspetto importante, che è caratteristico del mio modo di lavorare, è di dare massima importanza alla musicalità insita nel testo, come la distribuzione degli accenti tonici, gli accenti secondari, le rime e le assonanze. Un buon testo … è già musica! Le idee melodiche devono essere fluide, mai ancorate a schemi rigidi. Amo molto la modalità (le strutture scalari del repertorio rinascimentale e barocco), le strutture metriche di tipo quantitativo, e la sovrapposizione di ritmi che “scavalcano” la normale concezione della “battuta” musicale. Amo molto le dissonanze che si creano sovrapponendo i “toni interi” (come ad esempio le note della scala pentatonica) nel registro infantile, che creano una meravigliosa nuvola ipnotica di suono e colore.

M: Tempo fa era stata lanciato lo slogan “Un coro in ogni scuola”. Lo ritieni un slogan realizzabile o è solo una bella utopia? Hai qualche suggerimento da dare a dirigenti e docenti per favorire la costituzione di cori scolastici?

L.I.: Il progetto “Un coro in ogni scuola” dell’ex Ministro Luigi Berlinguer e del “Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica” è meraviglioso e degno di lode. Purtroppo, al di là della volontà e dell’impegno dei dirigenti che se ne stanno occupando, il disegno resta intrappolato nelle maglie di scelte politiche e fumosità burocratiche tutte italiane, difficili da comprendere. Sono anni che aspettiamo gli sviluppi di progetti importanti quali il “Millecori” e il “DM8/11″… sono rimasto personalmente deluso e disgustato dalle lungaggini e dall’inadeguatezza degli uffici competenti. La strada da percorrere è semplicissima a dirsi: ripartire … proprio da dove il percorso si è interrotto.

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Una sua partitura sul sito della
SPM Testaccio:

La canzone Millepiedi: Coro di Voci Bianche del Conservatorio di Frosinone diretto da Paola Zuccaro – Lavinia Rizzo pianoforte. Composizione premiata alla VI Rassegna Primesecuzioni – Centro Attività Musicali Aureliano – composition for children choir with piano

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