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Suonare brani polifonici su uno strumento a tastiera

Maurizio Fasoli

L’”Orgelbüchlein” di Johann Sebastian Bach trascritto per due strumenti a una sola tastiera da François Delalande.

Suonare brani polifonici su uno strumento a tastiera, specialmente nei primi anni del percorso di studio, è un’attività complessa, senz’altro appagante una volta superati i problemi di coordinazione tra le due mani, ma che può determinare anche momenti di frustrazione e di “crisi”. Lo sanno bene tanti insegnanti di pianoforte, che molto spesso vedono i propri allievi impegnarsi alacremente sopra sonatine, forme brevi otto-novecentesche e musica pianistica “popular”, ma non con altrettanta solerzia nei confronti dei “Preludi e fughette” o delle Invenzioni a due voci di Bach.
François Delalande, attraverso il suo lavoro di recente pubblicazione per la “Collection Musique/Pédagogie” della casa editrice Delatour France, propone un approccio particolarmente innovativo alla didattica della pratica polifonica, attraverso un’operazione molto interessante anche sul piano prettamente musicale: la trascrizione per due strumenti a tastiera dell’intero “Orgelbüchlein” (“piccolo libro d’organo”) di Bach. I quarantacinque corali per organo della preziosa raccolta bachiana, scritti per la maggior parte a quattro voci, sono stati adattati suddividendo le linee melodiche tra i due esecutori, con particolare attenzione a che ciascuna parte avesse una propria “coerenza” autonoma sul piano contrappuntistico e strumentale.

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