Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

E se fossimo dei delfini?

Maurizio Spaccazocchi

L’interazione gravitazionale e l’uomo ritmico-motorio-musicale

Tutti quanti sappiamo benissimo che un pesce non può avere in maniera così evidente e così presente il senso di gravità che viviamo noi esseri umani. Un pesce non percepisce la sua corporeità come una massa fisica che deve costantemente reagire a quella forza incombente che è l’energia gravitazionale e che a noi, esseri umani, al contrario, ci “pesa” addosso per tutta la nostra esistenza.
Questa è anche la ragione per la quale i pesci si muovono in forma continua, ondulata, sinuosa, quindi senza la realizzazione ritmico-corporea fatta di accenti, di appoggi forti, di punti-stabili dai quali poter poi realizzare slanci utili al loro avanzare in avanti.
Questa motricità continua, ondeggiata, questo muoversi sostenuto dalla materia acquatica non richiede appoggi, punti-cardine, come invece deve essere il rapporto che l’essere umano ha sulla terra. Una terra battuta dai suoi piedi che, appunto, vi ci si appoggiano sopra alla ricerca di un equilibrio più o meno stabile.

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