Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

L’universo, la scuola e la musica

Maurizio Spaccazocchi

Definire la musica come linguaggio dei suoni appare molto limitato

Giorno dopo giorno, tutti viviamo a stretto contatto con i nostri limiti, vitali, relazionali, culturali, di conoscenza di noi stessi, degli altri, del mondo e dell’universo del quale facciamo parte a volte senza esserne molto spesso coscienti.
Questa impossibilità di sentirci certi e sicuri rischia molto spesso di spingere tutti noi ad assumere interpretazioni fideiste della vita. Ci appelliamo al bisogno di un credo che possa attenuare questo nostro senso di ignoranza.
A volte ancora ci concentriamo egoisticamente su di noi, perdendo la visione globale del nostro essere in vita. Una vita che rientra nel gioco non svelato di un universo che, data la sua sempre più vasta complessità ci appare oggi, ancor più difficile da pensare di quando ieri, pur più ignoranti, ci sembrava di poter fare.
Viviamo tutti quanti ai bordi di una galassia di saperi di cui possiamo essere solo certi di aver svelato, in questi pochi millenni di esistenza umana, un solo e misero granello di polvere. Sì un granello di polvere rispetto a tutta la vasta polvere di stelle che, grazie a un nostro innocente sguardo o a una nostra fervida immaginazione, ci dona a volte l’illusione di poter svelare.
Noi però, siamo sicuri di ben poche cose, e forse dovremmo pure prenderne coscienza!
Nell’universo facciamo parte di quel minuscolo 5% di materia ordinaria che si contrappone a quel 95% di materia ed energia oscura di cui ben poco ancora sappiamo cosa sia, a che serva, che destino potrà offrire a noi stessi e, soprattutto, a questo nostro universo che corre espandendosi sempre di più, verso un infinito, chissà forse finito.

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