Percorso sonoro, narrativo e musicale promosso dalla scuola dell’infanzia Terricciola – Istituto comprensivo Sandro Pertini di Capannoli (PI).
Ideazione e realizzazione a cura delle insegnanti Graziella Belcari ed Elena Mannucci insieme alle bambine e ai bambini della sezione di 4 anni Le Api.
Il Centro Risorse Educative e Didattiche dei comuni della Valdera, in collaborazione con l’associazione Matura Infanzia, nell’ambito della formazione prevista dal Piano Educativo di Zona, hanno dato vita al prercorso di ricerca/azione FARE MUSICA CON LE STORIE, riservato a insegnanti di nido, scuola dell’infanzia e primo ciclo della primaria.
La ricerca, svoltasi nell’anno 2015/2016 e che ha coinvolto circa dieci scuole, indaga le possibili connessioni che esistono tra la narrazione e la composizione musicale, favorendo la scoperta di suggestioni, materiali, immagini, processi di ascolto creativo condivise tra bambini ed insegnanti.
In particolare questo contributo, cerca di mettere insieme più campi di esperienza, includendo anche il pensiero scientifico e il metodo sperimentale di Galileo, insieme alla narrazione, alla scoperta dell’ambiente, alla realizzazione di una filastrocca, fino a prevedere l’inserimento di giochi cantati e l’invenzione di una piccola fiaba sonora.
Si parte dalla conversazione con i bambini per cercare di trovare un modo per catturare i suoni, definendo nel frattempo cosa sia un suono e cosa suscita nei loro immaginari. Questo primo aggancio è il preludio per una esplorazione dell’ambiente, nel prato circostante, che consente un primo tentativo di acchiappare i suoni con retini e barattoli, ma che non soddisfano fino in fondo la ricerca. Qualcuno afferma: “se metto un suono in un barattolo, poi non si vede niente” e poi ci si accorge che molti suoni scappano dal retino.
Si arriva così a progettare un aspirasuoni, fatto con un imbuto, dei fili, le cuffie e il microfono. Diversi sono i progetti “ingegnestici” e “leonardeschi” messi in campo dai bambini, e tutti validi.
Scorrendo le immagini il modello ricorda l’aspirasogni del Grande Gigante Gentile del romanzo di Roald Dahl. L’invenzione dell’aspirasuoni è il nuovo movente, lo strumento, il pretesto per una ulteriore esplorazione dell’ambiente che produce due effetti: da una parte un attento e puntuale ascolto dei suoni della natura, riuniti e rielaborati successivamente in una filastrocca.
Dall’altra vi è la scoperta di un pino spezzato, ma non ancora crollato, che incanta i bambini e li accompagna a immaginare la “sua” storia: come mai si ritrova in quella condizione, prova dolore, solitudine, chi gli fa compagnia, che cosa sarà mai successo? Ed ecco che la storia immaginata e raccontata a più voci dei bambini diventa una favola sonora composta dalle voci dei bambini che raccontano la successione degli eventi (melodia) insieme alla sonorizzazione degli ambienti e degli accadimenti che intrecciano le conoscenze dell’intero percorso vissuto dal gruppo, dando rilievo, profondità e spessore all’ascolto (armonia).
Emblematico è il finale della storia, dove viene introdotto il gioco cantato “passa sotto il ponte”, quest’ultimo rappresentato dal corpo del pino, che consente a bambini ed animali di passarci sotto, facendoli divertire e valorizzando la sua nuova condizione.
Come l’uccellino Cipì per gli allievi di Drizzona del maestro Mario Lodi si è trasformato in un lungo e appassionante racconto, così il Pino stroncato è diventata una storia sonora per la scuola dell’infanzia di Terricciola, grazie alla sensibilità e all’ascolto prolungato delle insegnanti nei confronti dei loro bambini e dell’immaginario che li ha accompagnanti dalla prima all’ultima fase del percorso.
La ricerca, svoltasi nell’anno 2015/2016 e che ha coinvolto circa dieci scuole, indaga le possibili connessioni che esistono tra la narrazione e la composizione musicale, favorendo la scoperta di suggestioni, materiali, immagini, processi di ascolto creativo condivise tra bambini ed insegnanti.
In particolare questo contributo, cerca di mettere insieme più campi di esperienza, includendo anche il pensiero scientifico e il metodo sperimentale di Galileo, insieme alla narrazione, alla scoperta dell’ambiente, alla realizzazione di una filastrocca, fino a prevedere l’inserimento di giochi cantati e l’invenzione di una piccola fiaba sonora.
Si parte dalla conversazione con i bambini per cercare di trovare un modo per catturare i suoni, definendo nel frattempo cosa sia un suono e cosa suscita nei loro immaginari. Questo primo aggancio è il preludio per una esplorazione dell’ambiente, nel prato circostante, che consente un primo tentativo di acchiappare i suoni con retini e barattoli, ma che non soddisfano fino in fondo la ricerca. Qualcuno afferma: “se metto un suono in un barattolo, poi non si vede niente” e poi ci si accorge che molti suoni scappano dal retino.
Si arriva così a progettare un aspirasuoni, fatto con un imbuto, dei fili, le cuffie e il microfono. Diversi sono i progetti “ingegnestici” e “leonardeschi” messi in campo dai bambini, e tutti validi.
Scorrendo le immagini il modello ricorda l’aspirasogni del Grande Gigante Gentile del romanzo di Roald Dahl. L’invenzione dell’aspirasuoni è il nuovo movente, lo strumento, il pretesto per una ulteriore esplorazione dell’ambiente che produce due effetti: da una parte un attento e puntuale ascolto dei suoni della natura, riuniti e rielaborati successivamente in una filastrocca.
Dall’altra vi è la scoperta di un pino spezzato, ma non ancora crollato, che incanta i bambini e li accompagna a immaginare la “sua” storia: come mai si ritrova in quella condizione, prova dolore, solitudine, chi gli fa compagnia, che cosa sarà mai successo? Ed ecco che la storia immaginata e raccontata a più voci dei bambini diventa una favola sonora composta dalle voci dei bambini che raccontano la successione degli eventi (melodia) insieme alla sonorizzazione degli ambienti e degli accadimenti che intrecciano le conoscenze dell’intero percorso vissuto dal gruppo, dando rilievo, profondità e spessore all’ascolto (armonia).
Emblematico è il finale della storia, dove viene introdotto il gioco cantato “passa sotto il ponte”, quest’ultimo rappresentato dal corpo del pino, che consente a bambini ed animali di passarci sotto, facendoli divertire e valorizzando la sua nuova condizione.
Come l’uccellino Cipì per gli allievi di Drizzona del maestro Mario Lodi si è trasformato in un lungo e appassionante racconto, così il Pino stroncato è diventata una storia sonora per la scuola dell’infanzia di Terricciola, grazie alla sensibilità e all’ascolto prolungato delle insegnanti nei confronti dei loro bambini e dell’immaginario che li ha accompagnanti dalla prima all’ultima fase del percorso.