Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Federico Mompou e l’incanto dell’ineffabile

Cristina Donnini

Invito alla conoscenza e all’ascolto di un musicista poco conosciuto

Chi è Federico Mompou? Compositore e pianista catalano, troppo poco conosciuto nel nostro Paese, è nato a Barcellona il 16 aprile 1893. Era il terzogenito di Federico Mompou i Montmany (catalano) e di Josefina Dencausse i Cominal (di origini francesi) oltre che fratello di José (1888-1968), di cinque anni più grande e futuro pittore di fine maestria.
I Mompou erano proprietari terrieri, mentre i Dencausse erano una famiglia che da ben cinque secoli creava campane a Parigi (basti pensare che una delle campane di Notre Dame e la “Savoiard” del Sacré-Coeur di Montmartre sono figlie di questa illustre fonderia di antica tradizione); una eredità ed un patrimonio che hanno straordinariamente influenzato l’opera di Mompou.
Questo elemento, che ha portato alla continua ricerca della risonanza, come anche i caratteri della sua terra, la Catalogna, e di Barcellona in particolare, ne hanno profondamente impregnato la scrittura compositiva, che trova la sua massima espressione nelle opere pianistiche (Impresiones íntimas, Suburbis, Scènes d’enfants, Charmes, Música callada, Canciones y danzas, Variations sur un thème de Chopin, ecc).
Il carattere intimo delle sue opere è la chiara espressione di una vita semplice, riservata, di un carattere pudico e di una attitudine contemplativa nei confronti di ogni aspetto della realtà e del mondo dei suoni in particolare.
Non è possibile ritrovare negli eventi biografici di questo compositore avvenimenti o gesti spettacolari, né maestri o musicisti di gran nome ne hanno affiancato il percorso formativo: la trasparenza, la semplicità, l’intimismo sono senza dubbio i caratteri principali di una vita, di una poetica, di un modo di porsi e operare che ci appare sempre moderno.
Fu con la Música callada (quattro quaderni di pezzi per pianoforte) che Mompou raggiunse il culmine e la sintesi della propria opera compositiva: la ricerca del punto estremo in cui la musica si trasforma nella stessa voce del silenzio e in cui il silenzio si identifica con la musica, o come riusciva a sintetizzare il mistico San Giovanni Della Croce, l’aspirazione ad una musica silenziosa.
Con il quarto quaderno di Música callada si concluse il lavoro creativo del grande compositore catalano, che si spense nella propria città natale il 30 giugno 1987.
Per quale motivo Federico Mompou, la cui musica è densa di originalità e profondità, è stato relegato in una sorta di purgatorio di musicisti in attesa di un “superiore e autorevole riconoscimento”?
E ancora perché, nel vasto panorama di compositori della storiografia della musica ben più celebri, scegliere di affrontare un autore “minore” nella scuola dell’obbligo?
Sicuramente un terreno poco esplorato come questo può offrire il pretesto per un ascolto ed una analisi attenta e approfondita, per cercare di scandagliare queste motivazioni.
Ecco che l’ambiente scolastico può risultare come un terreno privilegiato per portare alla luce le caratteristiche stilistiche di questo compositore. Così come per descrivere un oggetto poco conosciuto si cercano affinità con cose ben più familiari, allo stesso modo sarà interessante tracciare i caratteri della sua musica accostandone le scelte a quelle di nomi ben più conosciuti nel panorama culturale europeo, da Chopin a Debussy, da Monet a Kandinsky, da Mirò a Proust.
Un viaggio transdisciplinare fra musica, arte, letteratura, matematica e persino religione.
Infatti vi è, nel linguaggio di Mompou, una continua aspirazione alla trasparenza, alla sincerità, ad un primitivismo sonoro carico di incanto, di charme: da questo prende vita una musica evocativa e profondamente ineffabile, carica di silenziosa espressività e spoglia per la sua apparente semplicità, simbolo di una graduale catarsi non solo del materiale sonoro ma anche della materia interiore.
In questo quadro, il pianoforte incarna il mezzo privilegiato dell’arte di Mompou, lo strumento con cui dar vita ad un mirabile equilibrio fra sonorità e luminosità, uso delle dissonanze e accostamento del colore, a dimostrazione del fatto che le varie forme di espressione creativa si fondono, così come il silenzio e la musica costituiscono, per lui, un unico amalgama sonoro.

Nei file allegati l’introduzione del volume di Cristina Donnini, Federico Mompou: l’incanto dell’ineffabile (EurArte Edizioni, 2014) e la traccia per i percorsi interdisciplinari.

Siti web: http://www.fredericmompou.es/home.html,  http://fundaciomompou.cat/

Vuoi leggere l'articolo completo? Effettua il login

Materiali PDF
Materiali audio
Materiali video

Federico Mompou plays Mompou Cançons i danses No. 4-5-6