Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Sonorizzare racconti

Alessandra Palladino

L’esplorazione sonora del pianoforte attraverso la musica delle parole

 
Il nostro comunicare è basato sul verbum, cioè sulla parola; attraverso il linguaggio, l’uomo ha piena facoltà di esprimersi e relazionarsi con la realtà che lo circonda.
Le lettere dell’alfabeto, opportunamente combinate in parole, frasi, periodi, sono il materiale di cui è formato il linguaggio; le note, invece, costituiscono il materiale di base per la creazione della musica. In comune, invece, linguaggio verbale e musica hanno, nel loro modo di essere espressi, gli eventi acustici sonori. Le parole, infatti, così come la musica, raggiungono il nostro udito per mezzo di suoni: ogni suono percepito ha un’intensità, un’altezza, una durata, un ritmo, un timbro e un’intonazione ben precisi.
Nel linguaggio parlato, l’insieme degli aspetti musicali di una frase, del suo ritmo e dell’intonazione è definito prosodia. Ciascuna proprietà della prosodia, determina e chiarifica il significato di un messaggio vocale, rendendolo immediatamente comprensibile.
Se, per esempio, scrivo la frase: “Non torno a casa, stasera”, fornisco un’informazione, ma non riesco a definirne il senso. Non riesco a comunicare, infatti, se pronuncio questa frase in modo arrabbiato, deluso, felice, ecc. Lo studio della prosodia riferito a questo enunciato, risolverebbe la questione: attraverso l’analisi della durata (suoni brevi, suoni lunghi), dell’altezza (suoni acuti o gravi), del timbro (flebile, deciso, velato, aspro), dell’intensità (piano, forte, fortissimo) di queste parole, ma anche dell’uso di pause e di accenti enfatici, apparirebbero subito chiare le mie intenzioni.


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