Intervista a Giuliana Pella e Lorella Perugia, presidente e vicepresidente dell’Associazione
Ad aprile si è costituito legalmente il Forum Nazionale per l’Educazione Musicale, dopo dieci anni di attività informale. Il Forum ha attivato un nuovo sito e una pagina facebook. Abbiamo chiesto a Giuliana Pella e Lorella Perugia, che ringraziamo per la disponibilità, di farci un breve riassunto delle principali attività di questo decennio e di illustrarci le prospettive della nuova Associazione. Ecco l’intervista.
Lorella Perugia: Abbiamo iniziato nel 2008 su iniziativa della SIEM come coordinamento di associazioni e federazioni nazionali che operano nell’educazione musicale. In questi 10 anni ci siamo battuti per l’inserimento di docenti specializzati in didattica musicale nelle scuole di ogni ordine e grado; per il riconoscimento del lavoro che l’associazionismo (terzo settore) riveste nella formazione musicale; per le detrazioni fiscali relative alla spese per la formazione musicale di bambini e ragazzi.
Con questi obiettivi abbiamo: organizzato convegni e iniziative come “Dai il LA alla musica” nel maggio 2008; diffuso documenti come quello sulla formazione iniziale degli insegnanti nel 2012 e le Linee di indirizzo per l’intervento di associazioni musicali nella scuola pubblica, allegate alle Linee Guida per il DM8/2011 e diramate dagli USR in tutte le scuole; promosso appelli e petizioni che hanno raccolto migliaia di firme, come quello al Ministro Carrozza nel 2013 che ha superato le 11.500 firme. Nel 2013 abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il Miur in cui il Ministero e le Associazioni del Forum si impegnavano a lavorare di comune intesa per lo sviluppo dell’educazione musicale.
In questi 10 anni abbiamo seguito gli iter legislativi delle riforme sulla musica a scuola presentando più volte in Parlamento osservazioni ed emendamenti ai disegni di Legge, di cui gli ultimi relativi alla riforma del governo Renzi “la Buona Scuola” e al Decreto attuativo 60, che ancora deve concludersi. Insomma una gran mole di lavoro che non ha ancora prodotto i risultati sperati e richiede quindi, ancora tutto il nostro impegno.
Musicheria: quali sono le principali motivazioni che vi hanno spinto a costituirvi in associazione?
Giuliana Pella: Si è scelto di proseguire in questa forma per avere più compattezza e presenza e non disperdere i nostri sforzi, in un contesto politico che più volte ci ha costretto a ripartire da capo. Un po’ di coraggio ce n’è voluto per investire ulteriori energie nell’associazionismo. Si dibatte tra noi, ovviamente, come in ogni associazione che si rispetti. Ma abbiamo obiettivi comuni, un Manifesto, un sito che mette in relazione i nostri contenuti, aprendoli anche all’esterno. Ci unisce il desiderio di voler vivere una “normale”, sana abitudine alla musica e ai suoi mestieri e siamo convinti che per farlo basterebbe uno sforzo di collegamento tra le norme e le competenze già in campo.
Il nostro obiettivo politico è quello di promuovere il ricco patrimonio di realtà musicali attive, e le prospettive di un’educazione musicale diffusa e permanente. Purtroppo sono pochi i sostegni per le associazioni e per i progetti territoriali continuativi. Ci troviamo spesso ad affrontare problemi con le sedi, i contratti, le leggi e le continue e complesse certificazioni richieste: Durc, la ex 626 (ora 81/08), certificati di antipedofilia… e non tralascio la recente circolare Gabrielli nata dopo i fatti di Torino, ancora rigidissima nel richiedere le stesse norme di sicurezza sia al rave che alla performance rionale, penalizzando così le tante attività musicali che utilizzano da sempre la piazza come spazio di incontro e condivisione.
Anche nella nuova riforma del terzo settore, molto apprezzata da varie sponde, si mettono però a rischio le diffusissime realtà di volontariato musicale, come le bande e i cori, che con l’abolizione della legge 398 saranno costrette a utilizzare altre forme statutarie, più costose. C’è stata una proroga su questo specifico decreto, speriamo che le pressioni in atto facciano fare marcia indietro. Tutti questi ostacoli dimostrano una cecità politica, che tra l’altro va a togliere indotti anche ai Conservatori. Delle possibilità ci sono, ma ho maturato delle riserve ad esempio sulla politica del bando pubblico utilizzato ormai come unico strumento di eterna verifica e valutazione. In alcuni casi sembra uno schermo dietro al quale l’Istituzione si nasconde, senza mettersi in relazione col territorio.
E poi. Il Miur autorizza le associazioni accreditate a svolgere attività di formazione per gli insegnanti. La piattaforma Sofia e il bonus della carta docente sono certamente passi positivi. Ma rimane solamente un piccolo mercato utile: i corsi delle associazioni non possono rilasciare crediti e non esiste la volontà di creare un sistema coordinato tra le realtà educative.
Con il Forum ci poniamo come gruppo articolato: siamo musicisti, insegnanti, ricercatori ma tutti siamo “livellati” col titolo di “operatori musicali”. Ma che vuol dire? Manca certamente un riconoscimento della professionalità di chi lavora nelle associazioni, e serve una relazione più aperta tra i soggetti pubblici e privati che si occupano di formazione musicale. Soprattutto per questo è nata l’Associazione Forum. Non siamo un sindacato di categoria, cerchiamo di promuovere iniziative all’interno del nostro settore di appartenenza, ma sono diversi gli argomenti collegati ai nostri temi.
Musicheria: Quali sono le prossime iniziative a breve e medio termine?
Giuliana Pella: Abbiamo contattato i parlamentari delle nuove Commissioni Cultura della Camera e Senato, e ricevuto ascolto. In particolare stiamo chiedendo cosa ne sarà dell’art. 4 del Decreto 60 sul Piano delle Arti, che avrebbe dovuto definire i pre-requisiti per la partecipazione delle associazioni al “Sistema coordinato per la promozione dei temi della creatività”. Anche Musicheria ne ha parlato più volte. Non essendo stata completata, ad oggi, l’attuazione del decreto, di fatto i pochi finanziamenti resteranno formalmente destinati ai soli soggetti istituzionali e i progetti verranno decisi e redatti escludendo le associazioni artistico-musicali che di fatto si sono sempre occupate di progetti didattici all’interno dell’istituzione. Poi però, probabilmente e come spesso accade, verranno comunque chiamati soprattutto i “nostri” professionisti per la loro realizzazione. Certamente si faranno ugualmente tante cose, chissà se si ricorderanno di scrivere il decreto.
Oltre al complesso rapporto con l’Istituzione, portiamo avanti altre iniziative di promozione e sensibilizzazione. Il 17 ottobre a Firenze continueremo ad occuparci di progetti di formazione musicale a cavallo tra Istituzione e Terzo Settore, come al convegno dello scorso anno a CremonaMondoMusica. Lo spunto di quest’anno parte dalla Regione Toscana che ha recentemente avviato un iter per firmare a breve un protocollo d’intesa tra Assessorato Istruzione e AIdSM, una rete di scuole di musica aderente al Forum, per l’attuazione di un articolato programma di formazione. Le politiche locali sono più attente al territorio, e questo operare insieme aiuta una crescita reciproca anche con i dirigenti scolastici e gli Assessorati. È nostra intenzione lavorare per stimolare testimonianze e relazioni. Siamo aperti a sollecitazioni per allargare reti di scambio.
La situazione dell’educazione musicale in Italia si è certamente evoluta, almeno nei contenuti, anche grazie al lavoro che da decenni le associazioni musicali portano avanti. La diffusione di corsi di formazione per insegnanti, di attività specifiche per bambini, di documentazione e di articoli su questi argomenti, ha fatto sì che anche la filiera istituzionale si sia aperta a una didattica musicale pensata per i bambini e i ragazzi. Su questo punto, sull’educazione a misura di età, c’è ancora molto da fare. Il “rispetto” per la vocalità, le abilità motorie, i tempi di apprendimento.. sono l’ABC di una pedagogia musicale adeguata. Ma ancora si accolgono nella scuola progetti di educazione musicale dove, ad esempio, in poche lezioni s’insegnano le arie d’Opera in tonalità ed estensioni ben poco adatte alla voce infantile, solo per prepararsi tutti insieme all’evento finale.
Musicheria: Nel Forum sono presenti associazioni che rappresentano una varietà di proposte, metodologie, approcci alla formazione e all’educazione musicale. Tali diversità costituiscono una difficoltà o potrebbero essere una risorsa?
Lorella Perugia: Nel Forum convivono organismi appartenenti sia al settore pubblico che al privato sociale. Vi si trovano i coordinamenti dei dipartimenti di Didattica della Musica dei Conservatori e delle Scuole ad indirizzo musicale, associazioni che rappresentano le principali “metodologie” didattiche, scuole di musica storiche, centri di ricerca, collane editoriali fino alle Federazioni bandistiche e corali. In numeri, tramite le 20 associazioni nazionali che vi aderiscono, rappresentiamo quasi 3000 associazioni affiliate, con più di 160.000 soci e oltre 10.000 lavoratori. Non solo approcci metodologici diversi, ma associazioni anche molto differenti per struttura, profilo, impatto. Organismi diversi che lavorano con obiettivi comuni. Questa diversità rende, a volte, i processi di scelta più faticosi e lunghi da compiere.
Ma quello che appare come una difficoltà è a mio avviso la nostra vera risorsa: il confronto democratico e lo scambio continuo rappresentano la nostra forza e peculiarità. Conciliamo e calibriamo le nostre scelte, le osserviamo dalle diverse prospettive, ci compensiamo e mettiamo in campo le competenze di ciascuno: dai Conservatori ai centri di aggregazione. Questo ci rende, nel settore musicale, un’associazione unica in Italia. Grazie alla sua complessità, è potenzialmente in grado di compiere una sintesi realistica delle esperienze di ciascuno, rappresentando un quadro pressoché completo degli attori nel campo della formazione musicale: dal docente al musicista, dal professionista all’appassionato. Un progetto di rete sicuramente ambizioso, ma indispensabile per dare più centralità all’educazione musicale.
Mi piace concludere con una metafora ispirata dal poeta e pensatore persiano Rumi che diceva “la verità è uno specchio andato in frantumi di cui ciascuno ne possiede un frammento, credendo che vi sia nascosta tutta la verità”. Ebbene le realtà del Forum sanno di possedere solo uno di quei frammenti e hanno capito che solo cercando di unirli, a rischio di ferirsi a volte, possono trovare i lati combacianti, e poco alla volta ricostruire quello specchio che potrà, ci auguriamo un giorno, contribuire a illuminare con i suoi riflessi la politica e la società.