Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Giocare col jazz

Kristian Sensini

Riflessioni e proposte di un jazzista per l’educazione musicale

Kristian Sensini è insegnante di musica, compositore, jazzista. Dalla sua esperienza di insegnante ha ricavato la convinzione che sia possibile sviluppare “le mentalità jazz” anche con i ragazzi. Recentemente ha presentato il risultato delle sue ricerche e le sue riflessioni nel volume “Il jazz: un gioco da ragazzi. Propedeutica e didattica dell’improvvisazione nella scuola di base” (Ed. Progetti Sonori) che riporta anche un’intervista a Paolo Fresu. Ringraziamo Sensini per aver risposto alle nostre domande e all’editore per aver concesso la riproduzione di alcune parti del libro (vedi file pdf allegato).

Musicheria: Nel tuo libro sostieni che le “mentalità jazz” «non siano solo presupposti utili per una sana e creativa educazione alle Musiche, ma che siano anche preesistenti nelle naturali disponibilità dei ragazzi al fare e soprattutto giocare con la musica». Puoi illustrarci questo concetto?
 
Kristian Sensini:  Sono partito da una idea molto semplice: i ragazzi sono naturalmente predisposti al gioco ed alla Musica. Confrontandomi con molti colleghi musicisti di Jazz ho cercato di individuare quei comportamenti che sono tipici di questo modo di pensare la Musica e che contemporaneamente potessero essere individuabili nel modo di giocare degli allievi. Da questa analisi confronto sono nate quelle che ho chiamato le “Mentalità Jazz” quei modi di fare che appartengono per loro natura al mondo dei professionisti del Jazz e dei ragazzi.
 
M.: Per le mentalità jazz quanto e come è importante sviluppare un atteggiamento di ascolto?
 
K.S.:  E’ fondamentale, l’ascolto stesso è una mentalità Jazz, dell’allievo nei confronti dei propri compagni, di sè stesso in quanto musicista, della propria musicalità interna, della Musica in ogni sua forma. E ovviamente l’ascolto deve essere il primo obiettivo dell’insegnante, nei confronti dei propri allievi.
 
M.: Nelle tue esperienze didattiche quali sono state le maggiori difficoltà per operare secondo le mentalità jazz?
 
K.S.:  Essendo dei modi di fare naturali e molto spesso pre-consci, fanno parte di ognuno di noi. Non ho mai avuto difficoltà perchè partono dal presupposto del rispetto della musicalità di ogni singola persona. Sono stati anzi fondamentali per proporre attività inclusive (a tutti i livelli), di recupero e di aggregazione per alcuni ragazzi che si trovavano in situazioni (apparenti) di svantaggio. Lavorare secondo queste mentalità crea un livellamento di base (non al ribasso ovviamente) ed una democratizzazione nel creare la musica, consentendo ad ognuno di esprimersi senza preconcetti o pregiudizi.
 
M.: Cosa consiglieresti a chi si vorrebbe dedicare all’insegnamento della musica nella scuola di base, ma anche nelle scuole di musica?
 
K.S.:  Di buttarsi a capofitto in questa avventura, con molta umiltà,  mettendosi al servizio degli altri, ponendosi alla pari con i propri allievi. Occorre superare il vecchio concetto Maestro/Allievo, il tramandare nozioni sterili, e riscoprire la gioia del fare Musica insieme con lo scopo di stare bene ed in pace con gli altri.

altre info sui siti www.kristiansensini.com e www.quellodimusica.com

 

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