Intervista a Gennaro de Rosa, presidente dell’associazione Musica contro le mafie.
Musica contro le mafie è una associazione della rete di Libera (associazioni, nomi e numeri contro le mafie) che da anni, attraverso la musica e i musicisti, porta avanti un impegno non solo “contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente “per”: per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza attiva e responsabile. (cfr. info e documenti su https://www.musicacontrolemafie.it/).
Abbiamo rivolto alcune domande a Gennaro de Rosa, presidente dell’Associazione, che ringraziamo per la collaborazione.
Musicheria: Quando e perché è nata la vostra Associazione?
Gennaro de Rosa: L’Associazione nasce nel 2013, ma la nostra attività comincia qualche anno prima. L’esigenza di diventare associazione è venuta dal desiderio di creare una comunità di volontari, di professionisti, di artisti e di tutti coloro che avevano ed hanno voglia di condividere le loro esperienze, il loro tempo, le loro attitudini, le loro professionalità direzionando l’impegno e, perché no, il lavoro verso un unico obiettivo, quello di diffondere “Buone Idee e Buone Prassi”.
M.: Nel 2016, con il supporto del Miur, avete varato il progetto “Vedo, Sento, Parlo … Suono!” e nel 2017 il progetto “Il potere della Musica nella diffusione delle buone prassi”. Quali scuole avete coinvolto, quali attività avete proposto ai ragazzi e come hanno risposto? Per il 2019 avete in ponte altri progetti per il coinvolgimento delle scuole?
G.d.R.: “Vedo Sento Parlo…Suono” è stato uno dei primi progetti che ci ha portato a passare molto tempo a contatto con lo stesso gruppo di studenti. Prima di allora avevamo realizzato progetti che ci vedevano in tour fugacemente tra una scuola d’Italia e l’altra. E’ stata un’esperienza formativa importante anche e soprattutto per noi; vivere a contatto con gli studenti per tante ore e tanti giorni ci ha portati a creare legami che durano ancora ed hanno portato tanti di quei giovani studenti ad essere oggi tra i volontari più attivi dell’associazione. Con il progetto “Vedo Sento Parlo…Suono!” gli studenti hanno realizzato un mini documentario insieme al regista Giacomo Triglia (uno dei registi musicali più richiesti dagli artisti italiani) che ha guidato i ragazzi tra metodi, tecniche di ripresa, montaggio e tanto altro. L’anno seguente con “il Potere della Musica nella diffusione di Buone Prassi” il tempo a disposizione si è triplicato e abbiamo avuto la possibilità di affrontare tante tematiche importanti: cittadinanza attiva e responsabile, il Bene Comune materiale e immateriale, la musica di denuncia come strumento di inclusione social, ecologia e rispetto del bene pubblico e il recupero reale di un bene pubblico (sporcandoci le mani). Tutti questi argomenti li abbiamo poi convogliati in un laboratorio di scrittura creativa con un rapper di fama nazionale e in un laboratorio di composizione musicale che ha portato i ragazzi a realizzare un EP di 4 brani ora disponibile su tutte le piattaforme digitali. I ragazzi sono fantastici, hanno un entusiasmo incredibile; la difficoltà sta nel dargli gli strumenti per canalizzarlo e far sì che questa energia trovi concretizzazione. Per il 2019 abbiamo già in cantiere una serie di nuovi progetti da proporre al Miur e speriamo che le nostre idee siano ritenute interessanti dai valutatori del ministero.
M.: Molti artisti vi stanno sostenendo in vari modi. Avete l’appoggio anche da parte associazioni musicali che si occupano di educazione musicale?
G.d.R.: Gli artisti che ci danno sostegno sono tanti, e sono soprattutto fondamentali. Senza di loro un’associazione come “Musica contro le mafie” non ci sarebbe. Per noi la musica è un linguaggio incredibile, di una forza dirompente, che non va limitata alla pratica di uno strumento o del canto. La musica diventa veicolo di messaggi profondi, importanti, utili alla formazione civile e alla pedagogia antimafia che portiamo avanti fianco a fianco con Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie). Riguardo al coinvolgimento di altre associazioni e realtà crediamo fortemente nella rete e infatti facciamo parte di una rete come quella di Libera che ha 20 coordinamenti regionali, 82 coordinamenti provinciali, 278 presidi locali, 80 organizzazioni internazionali aderenti al network di Libera internazionale. Più di 1500 associazioni, 5000 scuole sul territorio italiano e tanto alto. Per noi rete e condivisione sono la base del nostro impegno…
M.: Nei vostri progetti date molta importanza ai “testi”, considerando quindi la “parola” come asse portante. Ci sono generi e forme “musicali” che ritenete più adeguati a veicolare i vostri messaggi?
G.d.R.: Diamo importanza al messaggio, al linguaggio e alla forza di andare oltre gli altoparlanti o le cuffiette ed entrare dentro. Non ci sono generi o forme musicali più o meno adatte, questa cosa è cangiante a seconda del momento storico. A volte, quando vengono fuori i nomi dei finalisti del nostro premio nazionale (arrivato alla sua 9^ edizione), ci siamo sentiti dire che i brani scelti non parlavano del tema delle mafie. Questo punto è molto importante, perché noi, è vero, siamo musica CONTRO le mafie, ma siamo soprattutto musica PER… scuotere da indifferenza, apatia e rassegnazione. Diamo una grande importanza alle parole soprattutto se accompagnate da fatti concreti. A breve uscirà un nuovo libro che raccoglie le testimonianza di 100 artisti italiani sulle parole chiave del cambiamento. Questo cambiamento del quale si parla tantissimo e che deve nascere da dentro, da cuore e mente insieme (non dalla pancia e dalla rabbia), affondare le sue basi solide nella coscienza ed edificare la sua struttura sulla conoscenza. Non facciamoci più rubare il significato delle parole. Don Luigi Ciotti ci ricorda spesso che molte parole sono stanche, sfilate, svuotate del loro significato. Ci dice che la prima mafia che dobbiamo combattere è quella delle parole, perché a parole ci sono tutti. Le parole hanno la loro forza e il loro significato e dobbiamo sottolinearle e usarle nel modo giusto. Noi vogliamo prenderci questa responsabilità insieme a tutti gli artisti e le persone che decidono di condividere questo percorso.