Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

L’asino e il flauto

Maurizio Spaccazocchi

La bellezza e l’educazione

Iniziamo questo scritto sulla bellezza e l’educazione con questa breve storiella popolare.

Un Asino, tutti i santi giorni, muoveva i suoi zoccoli, sulla stessa strada, su e giù e giù e su.
Un giorno, uguale a tutti gli altri, notò sul ciglio della strada un coso di legno coi buchi…
Era un Flauto!
Sì, proprio un Flauto!
Abbandonato!
Un Flauto che più nessuno voleva suonare!
L’Asino, tutti i giorni passava e vedeva sempre lì, quel povero, solo e sempre più inumidito coso coi buchi.
E tutti gli Asini, lui passava e osservava quel coso ma, zoccolo dopo zoccolo, non sembrava per nulla curioso, per nulla interessato…
Clock… Clock… Clock…  
Accadde che uno di quei tanti giorni, all’Asino, boh, chissà, gli saltò un’idea in testa, un pensiero mai avuto in vita sua!
Si fermò… andò verso quel coso coi buchi… sempre più vicino… ancor più vicino… e muto e senza una ragione… lo portò sulle labbra… con discreta precisione e… respirò quel giusto che secondo lui gli poteva servire e… introdusse sul quel coso un lunga soffiata d’aria:
Efff…
Venne fuori il suono più bello che s’era mai udito lungo quella stradina di campagna! Il suono più dolce e raffinato che l’Asino e quel Flauto avessero mai prodotto nella loro lunga vita!
Ma subito dopo… subito dopo quel bel suono, l’Asino e il Flauto si separarono come due saette… come se si fossero vergognati d’aver prodotto quel bellissimo e attraente suono… la cosa migliore che quei due avevano fatto nella loro misera esistenza.
L’Asino riprese a muovere i suoi zoccoli sulla solita strada imbrecciata…
Clock… Clock… Clock… mentre il Flauto di legno rimase lì sul ciglio della strada… a marcire fra quell’erba, sempre più verde, sempre più alta… ma sempre più umida!

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