Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Beatboxing in classe

Una pratica favorevole all’improvvisazione

Non sempre le pratiche legate al consumo musicale quotidiano, che coincidono spesso con ciò che molti considerano bad music, o trash music (o anche, più volgarmente ma forse più frequentemente, musica di merda) coincidono con comportamenti passivi. Spesso questo è il giudizio che arriva da musicisti, o da ascoltatori che frequentano i generi “alti” della musica seria. A volte capita invece che proprio in queste esperienze si possano rinvenire radure di creatività interessanti. Se l’esperienza estetica viene considerata non come una qualità appartenente all’oggetto che si incontra ma come una relazione fra un soggetto e un oggetto, in cui la sensibilità sensoriale è in qualche modo accesa, allora alcuni casi emblematici di questo tipo di esperienza si possono incontrare in molti generi musicali e non certamente soltanto nelle musiche d’arte. D’altra parte, possiamo facilmente pensare a contesti e circostanze in cui musiche nate con funzione artistica vengono poi empiricamente utilizzate per tutt’altri scopi, legati all’intrattenimento o al consumo più banale.

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