Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Insegnare l’attenzione

Fabio Ottolina

Star bene a scuola e con se stessi

È possibile portare l’insegnamento dell’attenzione nelle aule scolastiche? E quindi è possibile trattare di attenzione in funzione non solo di un presupposto dell’apprendimento, ma trattare di come creare le condizioni per stare attenti, entrando nei meccanismi specifici dell’attenzione, in modo che essa diventi il fine stesso dell’insegnamento? Io credo di si.
L’attenzione è alla base dell’apprendimento, ma i meccanismi su cui si basa, le tecniche, chiamiamole così, non vengono insegnate a scuola; l’attenzione è data generalmente per scontata: “stai attento”, “non distrarti”, “ tanto ha un QI basso”…
È il “dietro alle quinte” dell’attenzione (la cosiddetta metacognizione) che ci permette di comprendere meglio le nostre passioni, i propri gusti, le competenze che sviluppiamo, le capacità che abbiamo, finalità presenti nei programmi scolastici.
Questo articolo raccoglie gran parte del lavoro che quotidianamente, da più di 20 anni, introduco nella mia materia scolastica che è “Musica” nelle scuole secondarie di primo grado.
Apparentemente con la Musica molte attività proposte ai miei studenti non c’entrano ma… come di continuo dico loro “tutto è connesso e vedrete che il cerchio prima o poi si chiude o s’allarga”.
Loro mi seguono! Forse si fidano.
Nella scuola in cui insegno alcuni progetti hanno affrontato questa tematica, una parte della formazione si è occupata di questi aspetti, ci sono colleghi che hanno proposto attività inerenti e in un progetto definito “Stare bene a scuola” sono stati realizzati video con le classi, a disposizione di tutti, in cui vengono condotte molte pratiche sull’attenzione.
Per ridare nuova forma alla scuola, una scuola che si auspica resiliente, sono convinto che c’è posto per “come insegnare a stare attenti”, si tratta di “farlo entrare” nell’orario scolastico e possibilmente affidarlo a un corpo docente interessato a questo rinnovamento, sostenuto da una relativa formazione permanente. Gli esempi che riporterò dimostreranno che tutti gli insegnanti, se lo vogliono, possono a vari livelli prendersi carico di lavorare nello specifico sull’attenzione.
Le pratiche d’ascolto guidate (p.a.g.), presentate nella seconda parte di questo articolo, saranno accompagnate da alcune osservazioni inerenti la loro valenza didattica, educativa e psico-pedagogica, in funzione di una crescita personale consapevole dei nostri alunni.

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