A Berlino, alla fine del 1796, viene pubblicato un libro dal titolo Herzensergießungen eines kunstliebenden Klosterbruders (Sfoghi del cuore di un monaco, innamorato dell’arte) scritto da Wackenroder e Tieck[1]. Da molti autori è considerato come il “primo manifesto” del Romanticismo tedesco, un libro che ha segnato il passaggio da un’idea antica di arte e di artista, in cui il divario fra l’opera e il proprio tempo è incolmabile, “alla drammatica «vita musicale» del musicista contemporaneo Joseph Berglinger, nella cui officina penetrano sempre di più i rumori e i dolori del mondo circostante e il cui sogno di una musica assoluta deve scontrarsi con le tragiche, reali ed esistenti condizioni della società tedesca”[2]. Joseph Berglinger (musicista) è una delle figure che caratterizzano il libro. Esso è costituito da una serie di saggi i cui temi spaziano dalla pittura alla musica, all’arte e alla religione.
Molti sono i passaggi in cui germina e si sviluppa lo spirito romantico. In particolare, uno mi è sembrato interessante da analizzare e mettere in cantiere per costruire un percorso didattico interdisciplinare in una classe terza della Scuola Secondaria di Primo Grado. Si tratta di un testo estrapolato da Die Wunder der Tonkunst (I miracoli della musica, in Fantasie sull’Arte).
Quando io profondamente godo la sensazione di come dal vuoto silenzio a un tratto, con libero slancio, si snoda una bella fila di note e, quasi fumo d’incenso, s’innalza, si libra nell’aria e di nuovo cade a terra silenziosa; allora sbocciano e fanno ressa nella mia anima tante nuove e belle immagini che io non posso più contenermi dalla gioia. Ed ora la musica mi appare come l’araba fenice, che, leggera e ardita, s’innalza a volo per propria contentezza e per suo piacere si libra in aria orgogliosa e con lo slancio delle ali rallegra gli dei e gli uomini. Ora ho l’impressione che la musica sia come un bambino, che giace morto nella sua tomba: un raggio roseo di sole, cadendo dal cielo, gli prende dolcemente l’anima ed egli, trasportato nell’etere celeste, assapora le gocce d’oro dell’eternità e raggiunge gli archetipi di tutti i più bei sogni umani. Ed ora – quale meravigliosa abbondanza d’immagini! – ora l’arte dei suoni è per me proprio come il simbolo della nostra vita: una commovente breve gioia, che s’alza e s’inabissa, non si sa perché; un’isola piccola, lieta, verde, con splendore di sole, con canti e suoni … la quale galleggia su un oceano oscuro e senza fondo[3]
Si parla della musica e del suo impatto nell’animo umano. Il testo è ricco di immagini, il linguaggio si spinge verso i propri confini sintattici e semantici rincorrendo ciò che si rivela ineffabile e che pare sottrarsi alla rappresentazione verbale (si noti l’inizio che omette la frase principale e l’uso della punteggiatura, il punto e virgola, ad esempio, che crea un’insolita sospensione). Il testo inaugura un guizzo, lo slancio di una “fila di note” che si erge dal silenzio e nel silenzio ricade. È la materia informe, profumata e preziosa come il fumo d’incenso, il “respiro” che compie l’immaginazione prima di far sbocciare innumerevoli immagini che creano una gioia incontenibile. Ed ecco la prima immagine più chiara, la musica (“la bella fila di note”) prende la forma dell’araba fenice, uccello mitologico presente in varie culture che rinasce, dopo la morte, dalle proprie ceneri. Essa sbatte le ali, questa volta non in modo incerto o destinato a cadere, ma “leggera e ardita” spicca il volo per il proprio piacere e la propria contentezza. Il movimento delle sue ali provoca gioia in terra, agli uomini, e in cielo, agli dèi.
La seconda immagine è quella del bambino morto la cui anima viene sollevata da un roseo raggio e portata nel cielo azzurro per dimorare in eterno e nutrirsi dei sogni umani più belli. L’infanzia è un tema tipico del romanticismo, ha una sua autonomia, viene considerato il luogo dell’innocenza e della purezza, verso il quale ogni uomo dovrebbe puntare e che la musica è capace di raggiungere[4]. Mentre nel periodo illuminista la didattica per l’infanzia serviva per far diventare adulto un bambino (imparando ad esempio a suonare uno strumento musicale), nel romanticismo la musica scritta per l’infanzia diviene forma d’arte che merita di essere ascoltata e la didattica per l’infanzia non scimmiotta le categorie dell’adulto ma si immerge nella poetica del fanciullo per trovare una rispondenza fra il sentire del bambino e la musica[5].
L’autore continua paragonando la musica a una “breve gioia” che commuove grazie a un movimento ondeggiante che non ha una ragione. L’assenza di una causa, che spiega l’arte dei suoni, mostra la difficoltà a comprendere la dinamica dei sentimenti e delle emozioni e allo stesso tempo ne sancisce l’autonomia poiché la musica non dipende da alcunché di esterno a essa. L’idea dell’indipendenza e della complessità della musica si materializza proprio nella quarta immagine, quella dell’isola. Essa rappresenta il mondo della musica in cui convivono, in modo rigoglioso, la musica strumentale e la musica vocale.
Siamo di fronte a un testo che ha una duplice natura, lineare e nonlineare. Lineare, poiché rappresenta una successione di pensieri che progressivamente caratterizzano la natura della musica, dalla “bella fila di note” iniziale ai “canti e suoni” conclusivi. Nonlineare, poiché le immagini suggerite colgono alcune costanti della musica, ognora valide e presenti, che le parole e la dimensione narrativa del linguaggio stentano a restituire. Il lavoro che suggerisco di intraprendere con gli studenti tiene conto di questa dicotomia: da una parte, avvicinarsi al testo di Wackenroder significa analizzarlo, comprenderlo a partire dai significati delle parole, delle frasi, dei periodi, per giungere a una complessiva interpretazione del pensiero dell’autore; dall’altra, disporre i significati uno accanto all’altro, disponibili allo stesso tempo, e capire ciò che li accomuna, ciò che li differenzia e infine ciò che emerge (ovvero ciò che è invariante) dalla loro co-presenza. Si tratta di svolgere un’analisi del testo a partire dalla dicotomia lineare e nonlineare, una semplice applicazione di una metodologia che è stata utilizzata spesso per interpretare la musica[6].
Introduzione
Per iniziare questa unità didattica occorre introdurre la figura di Wilhelm Heinrich Wackenroder, illustrare a grandi linee il suo pensiero sull’arte e sulla musica e far comprendere il suo valore nella costituzione dell’estetica romantica. Descrivere brevemente la figura di Joseph Berglinger e il testo (Sfoghi del cuore di un monaco, innamorato dell’arte) da cui proviene l’estratto oggetto di analisi. L’unità didattica si articolerà in quattro fasi che saranno descritte di seguito:
- lettura e la comprensione del testo grazie a un’analisi lineare e nonlineare
- Interpretazione grafica del pensiero di Wackenroder
- Interpretazione musicale del disegno
- Realizzazione musicale della partitura grafica
Lettura lineare del testo
Far copiare nel quaderno il testo di Wackenroder[7]. Leggere a voce alta il testo. Chiarire il significato di tutte le parole[8]. Chiedere agli studenti cosa hanno compreso e qual è il senso complessivo del testo. Stimolare la ricerca delle parole che ne costituiscono l’ossatura. Convergere sulle tre immagini (la Fenice, il bambino morto e l’isola) che rivelano la struttura del testo e che rappresentano i nuclei di senso fondamentali.
Lettura nonlineare del testo
Ciascun allievo, in autonomia, evidenzia le parole che considera importanti (nell’esempio che segue l’allieva ha sottolineato “profondo”, “silenzio”, “suoni”, “mia anima”, “araba fenice”).
Dopodiché chiedere quali parole possono essere avvicinate, per il significato o per il senso o per le immagini che suscitano. Queste parole devono essere cerchiate con lo stesso colore per sottolineare la loro vicinanza (nell’esempio: “silenzio”, suoni”, “profondo”, “mia anima”, “anima di un bimbo”, “inabissano”, “elevano”, “oceano oscuro”, ecc.). Domandiamo agli studenti in che senso queste parole le “sentiamo vicine”. Qualcuno ha cerchiato con lo stesso colore “oceano” e “anima”: la profondità è dell’oceano ed è anche dell’anima in quanto parte più intima di un essere umano. Qualcun altro ha avvicinato l’anima del bimbo alle gocce d’oro e al fumo d’incenso, l’anima pura di un bimbo è preziosa come l’oro ed è anche vaporosa e profumata come l’incenso. Altri hanno avvicinato l’“araba fenice” all’“incenso” passando dal concetto di cenere (da cui rinasce l’uccello di fuoco). La parola “silenzio” è stata messa in relazione a “suono” e si è capito come in alcuni casi le coppie formano dei contrasti: i suoni della vita con l’oscuro dell’oceano, l’isola colorata e ricca di suoni con il silenzio, ecc. Più che una lettura di tipo lineare abbiamo quindi letto il testo come una fonte ricca di spunti immaginifici. I ragazzi erano molto incuriositi da questo modo di leggere e di stare con il testo.
Domandare qual è la differenza fra leggere un testo linearmente, da sinistra a destra, cercando unità significative come frasi e periodi, capendo il collegamento fra queste unità, cogliendo il senso che merge da queste relazioni, e leggerlo in modo nonlineare, saltando da una parola all’altra, cercando elementi che non sono in relazione ad altri come parole, o coppie di parole, indagando quali immagini emergono proiettando parole che sentiamo affini o in contrasto o che magari “suonano bene insieme”[9]. Una lettura lineare ci consente di comprendere i significati delle parole, delle frasi, il senso del testo nel suo complesso, di capire quale relazione intercorre fra questi significati, quali regole governano le tecniche narrative in cui sono fondamentali i rapporti di conseguenzialità fra i vari elementi del discorso. Una lettura nonlineare lascia emergere i significati e i sensi dai vari elementi testuali, sprigiona immagini, avvicina campi semantici, mette in evidenza alcune invarianze di senso che sorreggono la narrazione[10] e ci rende consapevoli che anche il testo ha un suono.
Interpretazione grafica del pensiero di Wackenroder
Gli studenti hanno realizzato il pensiero di Wackenroder disegnando su carta le immagini contenute nel testo. Ho chiesto di disegnare tutte le immagini che loro avessero colto componendole nel modo che ritenevano più opportuno, tenendo presente l’analisi del testo fatta in precedenza. La tecnica pittorica non è stata stabilita, ho soltanto suggerito di non aver timore a usare tecniche miste, anche se a un livello iniziale di competenza (pezzi di giornale, stoffe, perline, fili colorati, matite, acquerelli, pennarelli ecc.)[11]. Qui di seguito alcuni lavori realizzati dagli studenti:
Figura 1
|
Figura 2
|
Figura 3
|
Figura 4
|
Figura 5
|
Figura 6
|
Interpretazione musicale del proprio disegno
Ho distribuito una scheda cartacea a ciascun studente in cui 1) scrivere quattro suoni per ogni figura a formare un frammento melodico e 2) scrivere quattro suoni per ogni colore, a costituire l’armonia[12]. Questa fase del lavoro è stata ispirata dal libro Musica Picta di Alessandra Anceschi[13]. Rispetto al punto 1 chiedo di
- associare a una figura, o a un oggetto, una successione di quattro note
Rispetto al punto 2 suggerisco di
- associare un accordo a una combinazione di colori secondo il seguente schema
DO = rosso
RE = arancione
MI = giallo
FA = verde
SOL = blu
LA = viola
SI = rosso violaceo
Ecco un esempio della scheda:
L’interpretazione sonora dei segni grafici non è stata elaborata con gli studenti ma è stata proposta dall’insegnante (ovviamente discussa e condivisa). Altre soluzioni sono possibili che possono essere frutto di un lavoro laboratoriale da svolgere con gli studenti oppure ispirate a qualche tecnica già sperimentata[14].
Realizzazione musicale della partitura grafica
Quando siamo arrivati ad eseguire la partitura grafica ho assegnato i vari suoni ai vari esecutori. Lavorando con una classe di venti ragazzi ho formato due gruppi strumentali, il primo si occupava di eseguire le melodie mentre il secondo realizzava l’armonia. Mi sono occupato io della strumentazione del brano. D’altra parte, essa può essere la fase conclusiva di un percorso di condivisione con i ragazzi affinché possano cogliere la differenza fra le diverse possibilità (cosa accade se la melodia è eseguita dai metallofoni mentre l’armonia dalle tastiere? E se gli strumenti a fiato eseguono la melodia e gli strumenti a barre l’armonia?)[15]. È possibile suddividere i vari elementi musicali fra più gruppi oppure prevedendo un solista,
Questo è il brano realizzato dagli studenti della classe III a partire dal seguente disegno:
Abbiamo deciso insieme di ripetere due volte la sequenza dei quattro brevi motivi. Le entrate dei due gruppi (il gruppo che eseguiva la melodia e il gruppo che eseguiva l’armonia) sono state chiamate dall’insegnante con alcuni semplici gesti. In allegato l’audio del brano.
Conclusioni
L’unità didattica si articola in alcune fasi che segnano un percorso interdisciplinare fra la letteratura, la musica e l’arte, volto a realizzare un’analisi testuale, una partitura grafica e una performance musicale (con eventuale registrazione audio). In ciascuna fase si introducono competenze disciplinari, la comprensione e l’analisi del testo per quanto riguarda la letteratura, la tecnica pittorica per quanto riguarda l’arte, e le competenze di lettoscrittura, compositive ed esecutive per quanto riguarda la musica. Inoltre, vi sono competenze trasversali che vanno dalla capacità di interagire con gli altri (fase performativo-musicale), di fare gruppo (prendere decisioni collettive, stabilire una strumentazione, scegliere la partitura su cui lavorare), capacità creativa, nel momento in cui il linguaggio letterario deve trasformarsi in quello pittorico e quello pittorico in quello musicale, e la competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale, nel momento in cui dobbiamo avvicinare prodotti culturali (il testo di Wackenroder, il proprio disegno e la partitura musicale) appartenenti a periodi diversi e ontologicamente distanti. In questo articolo non è approfondita la questione della valutazione, che rimandiamo all’insegnante o al team di insegnanti che lavoreranno all’unità didattica, fermo restando che le competenze elencate forniscono già alcune dimensioni da considerare dal punto di vista valutativo.
Questo percorso didattico è interessante poiché è aperto a modifiche e personalizzazioni. Il testo di partenza potrebbe essere un testo di qualsiasi altro genere letterario, appartenere al mondo della comunicazione o alla diaristica, di autori noti e meno noti, finanche gli studenti stessi. Il disegno può essere realizzato con una tecnica specifica, oppure in digitale (realizzando un video con commento sonoro), può essere frutto del lavoro individuale o collettivo. L’interpretazione musicale della grafia può far riferimento ad altre tecniche di codifica del segno grafico, anziché simulare un processo compositivo (come nel nostro caso), può aprirsi all’improvvisazione, non tener conto della dicotomia melodia/armonia ma lavorare su altre dimensioni (il ritmo, il registro, i timbri ecc.).
Ciò che ritengo degno di particolare interesse è l’approccio alla materia musicale, letteraria e artistica facendo uso della dicotomia lineare/nonlineare che personalmente ritengo utile per leggere in modo divergente la realtà e aprirsi alla creatività. Nel nostro esempio la dicotomia è stata utilizzata per analizzare il testo letterario ma ciò non toglie che la si possa applicare anche alla dimensione artistica e musicale (Cfr. Cosottini, 2017), soprattutto nel momento in cui si introduce l’improvvisazione come metodo di ricerca, di approfondimento e di pratica formativa e artistica.
Bibliografia
Alcione S., (3) (PDF) Wackenroder e Reichardt: Musica e letteratura nel primo Romanticismo tedesco. Available from: https://www.researchgate.net/publication/338784002_Wackenroder_e_Reichardt_Musica_e_letteratura_nel_primo_Romanticismo_tedesco [accessed Aug 22 2023].
Anceschi A., Musica Picta, Musica e arti visive a scuola, Erickson, Trento, 2022.
Cosottini M., Metodologia dell’improvvisazione musicale. Tra Linearità e Nonlinearità, ETS, Pisa, 2017.
Fubini E., La musica e l’infanzia nel Romanticismo, EDT, Torino, 2005.
Kramer J.D., Multiple and Non-Linear Time in Beethoven’s Opus 135, Perspectives of New Music, Vol.11 N.2, 1973.
Sabatier F., Miroirs de la musique. La musique et ses corrispondences avec la litterature et les beaux-arts de la Renaissance aux Lumière. XV-XVIII siècle, Paris, Fayard.
Strobino E., Il suono, l’istante e l’avventura, Progetti Sonori, Mercatello sul Metauro, 2022
Strobino E., Vitali M., Il paesaggio sonoro come teatro educativo, Progetti Sonori, Mercatello sul Metauro, 2023.
Wackenroder W. H., Scritti di poesia e di estetica, intr. di Federico Vercellone, trad. it. di Bonaventura Tecchi, Bollati Boringhieri, Torino, 1993.
Note
[1] Wackenroder Wilhelm Heinrich, Scritti di poesia e di estetica, intr. di Federico Vercellone, trad. it. di Bonaventura Tecchi, Bollati Boringhieri, Torino 1993.
[2] Serena Alcione, (3) (PDF) Wackenroder e Reichardt: Musica e letteratura nel primo Romanticismo tedesco. Available from: https://www.researchgate.net/publication/338784002_Wackenroder_e_Reichardt_Musica_e_letteratura_nel_primo_Romanticismo_tedesco [accessed Aug 22 2023].
[3] Wackenroder Wilhelm Heinrich, Scritti di poesia e di estetica, p. 110.
[4] Inoltre la fanciullezza è collegata alla riscoperta delle tradizioni popolari che saranno così importanti nello sviluppo delle Scuole Nazionali “L’idealizzazione e la mitizzazione del fanciullo si sviluppa parallelamente al movimento teorico e pratico di fine Settecento di riscoperta e valorizzazione dell’elemento popolare. L’infanzia, vista come momento privilegiato della vita, come luogo d’elezione per la formazione dell’espressione musicale, coincide nel Romanticismo, e in parte si sovrappone, all’idealizzazione dei popoli primitivi, del canto popolare, della melodia semplice, al privilegiare le ragioni del cuore e i sentimenti rispetto alla ragione”, Alcione p. 156.
[5] Cfr. E. Fubini, La musica e l’infanzia nel Romanticismo, cit. pp.69-72.
[6] Cfr. J. Kramer, Multiple and Non-Linear Time in Beethoven’s Opus 135, Perspectives of New Music, Vol.11 N.2, 1973; M. Cosottini, Metodologia dell’improvvisazione musicale. Tra Linearità e Nonlinearità, Edizioni ETS, 2017.
[7] Consiglio di far copiare manualmente il testo nel quaderno di musica (anziché distribuire una fotocopia) così che ciascun allievo inizia a prendere familiarità con il testo, con la sua “fisicità”, con lo spazio che prende nel foglio, con il colore dei caratteri (non è da sottovalutare la tendenza dei ragazzi più piccoli a curare il testo copiandolo con colori diversi, evidenziazioni, lettere con decorazioni e ghirigori, una pratica che tende a scomparire con la scolarizzazione), tutte caratteristiche che in un contesto solito di lettura e comprensione non sono prese molto in considerazione.
[8] Ho realizzato l’attività didattica in una Terza Media, non tutti sapevano cosa significasse il termine “incenso”, “inabissano” oppure “araba fenice”.
[9] È stato il caso di “èlevano” e “inabìssano”: la prima, avendo la sillaba tonica sulla prima sillaba, sembra suggerire un balzo in aria mentre la seconda, essendo sdrucciola, suggerisce un’accelerazione verso il basso. Sull’importanza del suono del testo si veda E. Strobino, M. Vitali, Il paesaggio sonoro come teatro educativo, Progetti Sonori, 2023, pp. 157-161.
[10] Ad esempio: l’idea di oscillazione, verso il basso e verso l’alto, il salire, lo scendere, è una invarianza di senso che permea il testo dell’inizio alla fine.
[11] In questa fase è auspicabile una collaborazione con l’insegnante di Arte.
[12] La scuola in cui lavoro non è a indirizzo musicale per cui ho preferito dare delle indicazioni semplici sia per quanto riguarda l’associazione suono-segno che l’interpretazione del segno grafico.
[13] Alessandra Anceschi, Musica Picta, Musica e arti visive a scuola, Erickson, 2022. In particolare, ho preso spunto dalla tabella alle pagine 92-93 elaborata da Sabatier, Miroirs de la musique. La musique et ses corrispondences avec la litterature et les beaux-arts de la Renaissance aux Lumière. XV-XVIII siècle, Paris, Fayard.
[14] Sull’interpretazione musicale del segno grafico e su alcune strategie esecutive che prendono spunto dalla grafia, mi permetto di rimandare al mio Mirio Cosottini, Metodologia dell’improvvisazione musicale, ETS, Pisa, 2017, oppure a Enrico Strobino, Il suono, l’istante e l’avventura, Progetti Sonori, 2022.
[15] È chiaro che ogni insegnante adatterà le scelte sulla base degli strumenti a disposizione.