Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Lettera aperta al prof. Luigi Berlinguer e sua risposta

Redazione

Pubblichiamo una lettera motivata dall’intervento del prof. Luigi Berlinguer su ‘Il Messaggero’ del 27 marzo, e la risposta che lo stesso prof. Berlinguer ci ha inviato.

L’intervento del prof. Berlinguer è stato sollecitato da altri interventi, in particolare quello di Ennio Morricone su “Il Messaggero“, dopo la trasmissione “Che tempo che fa” del 24 marzo u.s. in cui Fabio Fazio ha intervistato il giovane direttore d’orchestra Andrea Battistoni che ha espresso critiche sull’educazione musicale della scuola italiana, con particolare riferimento all’uso dei “flauti dolci” (vedi qui).

Sulla trasmissione di Fazio ci sono state varie reazioni, in genere abbastanza negative. Abbiamo pubblicato già una documentazione su Musicheria (vedi qui).

Di seguito riportiamo quanto riportato da Il Messaggero e la lettera al prof. Berlinguer con le sottoscrizioni.

 

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ROMA – «I flauti a scuola? Non bastano per rilanciare l’insegnamento della musica tra i ragazzi». La polemica lanciata da Ennio Morricone che ha criticato gli attuali piani didattici e la necessità di una vera riforma della scuola, trova una immediata risposta nelle parole dell’ex ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer, che ha scritto a il Messaggero.it per replicare alle parole del compositore e premio Oscar romano. Questa la sua lettera che volentieri pubblichiamo:

Ringrazio Ennio Morricone per le sue parole sull’insegnamento della musica a scuola, perché siamo di fronte ad una gravissima carenza del nostro sistema educativo. In Italia la scuola non considera l’arte come una attività culturale. Neanche la musica. La musica è bandita dall’insegnamento scolastico. E’ bandita la stessa dignità formativa della musica. Si ignora in tal modo che è più impegnativo – ma anche più avvincente – imparare a suonare bene un brano musicale che risolvere un esercizio di matematica. Perché suonare è faticoso, ma riempie di gioia. Il Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica che ho l’onore di presiedere è riuscito ad inserire la pratica musicale nel percorso scolastico delle elementari e delle medie. Una prescrizione purtroppo caduta (per ora) nel vuoto per la mancanza di insegnanti o, meglio, per l’assenza di volontà nel bandire concorsi e intraprendere un serio percorso di formazione.

L’ex ministro aggiunge: Il Comitato, in questi anni di attività, ha raggiunto alcuni parziali obiettivi: nelle scuole si sono moltiplicate le attività musicali pratiche e facoltative; si sono costituiti, su iniziativa degli alunni, cori orchestre, bande musicali… Ma il nostro è un traguardo più ambizioso. Vogliamo arrivare a una pratica diffusa della musica nella scuola. Una pratica, per così dire, “di massa” che si potrà dispiegare soltanto attraverso l’inserimento della musica praticata nel curriculum dello studente. Per far ciò è necessaria una chiara volontà politica. Il Comitato ha preparato un progetto che mette insieme le risorse statali, le associazioni di cori, le bande musicali e le orchestre private, perché tutti concorrano alla realizzazione di un piano pluriennale che conduca alla realizzazione di un vero e proprio curriculum musicale per lo studente. Una cosa è certa: senza la pratica musicale la scuola è come mutilata. La musica è cultura essenziale, ha ragione Morricone. In Germania la metà della popolazione, compresi vecchi e bambini, suona uno strumento e le orchestre sono migliaia e migliaia. Il segno di una grande civiltà musicale. C’è forse qualche rapporto con il fatto che la Germania rappresenti anche la prima potenza economica dell’Europa e una delle prime al mondo?

Luigi Berlinguer

Martedì 27 Marzo 2012 – 19:55 Ultimo aggiornamento: 20:25

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Lettera aperta al prof. Luigi Berlinguer, presidente del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica

Egregio Prof. Berlinguer

da tempo apprezziamo la passione con cui si dedica a far sì che nella scuola italiana venga praticata una buona e completa formazione musicale. E da sempre ci auguriamo che le sue parole vengano ascoltate da governo e parlamento al fine di predisporre atti normativi e finanziari che diano adeguata applicazione alle sue indicazioni.

Ciò non di meno ci spiace che, in alcuni interventi, non si tenga nel dovuto conto quanto tanti bravi insegnanti sono riusciti a costruire nelle loro classi e scuole, con enorme fatica e nonostante i limiti imposti da dissennate scelte ministeriali. Sembra quasi che ciò che c’è di buono per la musica sia dovuto solo all’attivazione del Comitato da Lei presieduto. E’ quanto si potrebbe evincere da quanto riportato ne Il Messaggero del 27 marzo u.s.: «… il Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica che ho l’onore di presiedere è riuscito ad inserire la pratica musicale nel percorso scolastico delle elementari e delle medie».

Ci pare giusto ricordare che la musica nella scuola media è presente con due ore settimanali fin dal 1979, mentre nella scuola primaria alla musica era stata data particolare attenzione già nei programmi del 1985. A ciò si aggiunga la riconduzione ad ordinamento delle Scuole medie a Indirizzo Musicale (le SMIM) e l’istituzione e il finanziamento dei “laboratori musicali” per altro da Lei voluti. Ed è proprio in base a questi fatti che moltissimi insegnanti hanno potuto “praticare” la musica con i propri alunni, facendo cantare, ascoltare, suonare, danzare.

Pur riconoscendo che, come in tutti i settori, esistono situazioni deficitarie, se carenze ci sono state (e ci sono tutt’ora), ciò non dipende certo dalla incapacità dei docenti, ma principalmente dalle non scelte dei vari governi. Da decenni gli operatori dell’educazione musicale hanno fatto appelli e proposto soluzioni in merito alla formazione iniziale musicale dei futuri docenti dei vari ordini di scuola, alle dotazioni strumentali delle scuole, alle interazioni degli istituti scolastici con le risorse del territorio. Ma tutto questo ha sempre trovato, in ambito ministeriale, un muro di gomma, solo lievemente scalfito dai documenti prodotti dal Comitato da Lei presieduto. Le soluzioni adottate hanno riguardato e riguardano solo poche scuole e per un periodo limitato di tempo, rivelandosi così purtroppo un utile paravento all’inerzia istituzionale relativamente a decisioni strutturali e di sostanza.

Gli Uffici Scolastici Regionali continuano a porre ostacoli all’apertura di nuovi corsi a Indirizzo musicale nelle scuole secondarie di I grado; nelle scuole secondarie di II grado la musica è stata bandita dal curricolo; i pochi Licei Musicali, per i quali peraltro non vengono attivate le classi di concorso per una adeguata selezione dei docenti, non sono in grado di soddisfare la richiesta delle famiglie; molti docenti con adeguata formazione musicale e didattica sono stati costretti a ripiegare sui posti di sostegno a causa dei tagli al personale; le famiglie sono costrette a sopperire alla mancanza di fondi delle scuole per poter permettere ai loro figli di far pratica musicale, anche con i famigerati “flautini” tanto disprezzati dai vari Battistoni, Piovani, Morricone, Battistelli, Accardo, chiamati, magari loro malgrado, a giudicare cose che evidentemente conoscono poco.

Se si vuole che i circa tremila cori e i circa duemila ensemble orchestrali già presenti nelle scuole italiane (dati della ricerca promossa dal Comitato nel 2008) si raddoppino o anche più, bisogna non tanto inventare soluzioni effimere, ma promuovere un’azione forte con governo e parlamento affinché si affrontino e si risolvano i nodi essenziali, ossia: la formazione iniziale dei docenti (che fortunatamente in Italia vanta comunque una solida tradizione); l’istituzione di docenti specialistici da inserire negli organici della scuola primaria; l’attivazione di corsi a indirizzo musicale in ogni Istituto Comprensivo; il ripristino della musica nel curricolo obbligatorio delle scuole superiori con, anche qui, l’attivazione di specifici corsi a indirizzo musicale; la predisposizione d’incentivi per i privati disposti a finanziare le attrezzature per un laboratorio musicale in ogni scuola; un riconoscimento giuridico ed economico (a partire eventualmente da un accordo Stato-Regioni) del ruolo delle Associazioni Musicali del terzo settore per la loro azione sussidiaria verso le istituzioni scolastiche.

Siamo d’accordo con Lei quando scrive: “Una cosa è certa: senza la pratica musicale la scuola è come mutilata”. Ma vorremmo che si superasse la fase della proclamazione delle buone intenzioni, per passare ad azioni sostanziali e strutturali. E vorremmo anche che non ci si dimenticasse che il potenziamento della “pratica musicale” non deve mettere in secondo piano una più generale e complessiva “educazione musicale di base”, fattore imprescindibile per la formazione delle persone e dei cittadini.

Siamo convinti che anche Lei potrà continuare a svolgere un’azione incisiva verso questi obiettivi, magari con un’attenzione maggiore a quella che è stata la storia dell’educazione musicale in Italia, ed evitando affermazioni che rischiano di indebolire l’esistente, dando l’impressione che tutto inizi con un fatidico “anno 0” dalla costituzione del Comitato o dalla enunciazione di futuribili Piani pluriennali.

La ringraziamo dell’attenzione e inviamo cordiali saluti.

Prime adesioni (in ordine alfabetico)

Roberto Agostini, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado, professore a contratto AFAM.

Alessandra Anceschi, docente di Musica nella scuola secondarie di I grado, formatrice.

Ilaria Barontini, docente di Flauto nelle SMIM, Arcola (SP).

Andrea Basevi, docente di Armonia complementare, Conservatorio di Alessandria

Pier Carlo Bechis, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado, Castenaso (BO).

Fabrizio Cassanelli, La Città del Teatro, Cascina.

Paolo Cerlati, Atelier di musica, Biella.

Maria Isabella De Carli, già docente di Pianoforte e Metodologia dell’insegnamento strumentale al Conservatorio di Milano.

Maurizio Disoteo, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado, ricercatore.

Franca Ferrari, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Roma.

Ciro Fiorentino, referente nazionale COMUSICA.

Silvano Fioretto, docente di Clarinetto, Conservatorio G. Puccini, La Spezia.

Anna Maria Freschi, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Perugia

Checco Galtieri, Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia, Roma.

Paola Lenzi, docente di Elementi di composizione, Conservatorio G. Puccini, La Spezia.

Mariateresa Lietti, docente di Violino nelle SMIM, direttrice della rivista Musica Domani.

Luigi Nannetti, docente di Musica nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, Pontedera (PI).

Roberto Neulichedl, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Alessandria.

Aldo Passarini, compositore e didatta della musica, Tolentino.

Mario Piatti, già docente di Pedagogia musicale nei Conservatori di musica, Forcoli (PI).

Giovanni Piazza, presidente dell’OSI – Orff-Schulwerk Italiano, già docente della Scuola sperimentale di composizione al Conservatorio di S. Cecilia, Roma.

Annibale Rebaudengo, già docente di Pianoforte al Conservatorio di Milano.

Daniela Segalini, docente di musica e strumento, Bolzano.

Sara Simari, docente di Arpa nei Conservatori di musica.

Maurizio Spaccazocchi, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio G. Rossini di Pesaro.

Enrico Strobino, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, formatore, Biella.

Maria Silvia Tasselli, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, Bolzano.

Diego Tomba, docente al liceo Walter von der Vogelveide e G. Pascoli, Bolzano.

Marco Vanni, docente di Saxofono, Conservatorio di Venezia.

Daniele Vineis, docente di Strumenti a percussione, Istituto Musicale Pareggiato Aosta.

Tullio Visioli, Scuola Popolare di Musica di Testaccio e Università Lumsa, Roma.

Maurizio Vitali, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, direttore del Centro Studi Musicali e Sociali “Maurizio Di Benedetto”, Lecco.

Cristina Zoppo, docente di Musica nelle scuole dell’infanzia e primarie, Padova.

Altre adesioni (secondo l’ordine di ricezione):

Marco Giuliani, docente di Conservatorio, Trento.

Antonio Giacometti, compositore, docente di Conservatorio, Brescia.

Giovanna Erroi, docente di Pianoforte nelle SMIM, Lecco.

Marianna Rossi, docente di Pratica della lettura vocale e pianistica per la didattica della musica al Conservatorio L. Refice, Frosinone.

Maria Antonietta Carola, docente di Teoria, Analisi e Composizione nel Liceo musicale Archita, Taranto.

Angela Cattelan, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Bolzano.

Elena Nardo, Bolzano.

Andrea Lucchesi, docente di Sassofono nelle scuole private.

Francesco Possenti, Docente del Conservatorio di Latina.

Luca Cosi, docente di Tromba nelle SMIM, Vezzano Ligure.

Donatella Leoni, docente di Educazione Artistica nelle scuole secondarie di I grado.

Arlena Stringo, docente nelle scuole secondarie di I grado.

Giuliana Pella, Scuola Poplare di Musica di Testaccio, Roma.

Giovanni Procida, docente di Clarinetto nelle SMIM, Salerno.

Alessandra Vaccarone, docente di Storia della musica nei Conservatori.

Cristina Donnini, docente di Pianoforte nelle SMIM, Ponsacco (PI).

Francesco Chigioni, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, docente di Teoria Analisi e Composizione presso il Liceo musicale S. Suardo, docente di Linguaggio musicale ai corsi pre Afam (ISSM Donizetti), Bergamo.

Giuseppe Grazioso, già docente di Pedagogia musicale presso il Conservatorio di Cuneo.

Gianfranco Cellacchi, docente di Esecuzione e interpretazione presso il Liceo musicale A. Manzoni, Latina.

Elisa Poidomani, docente di Direzione corale, Catania.

Mauro Assorgia, docente di Pedagogia musicale presso l’Istituto V. Bellini, Catania.

Verena D’Incà, docente di Chitarra nella SMIM v. Alfieri, Bolzano.

Rosario Di Noto, docente di chitarra nelle SMIM, Ragusa.

Maddalena Patella, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, formatrice, Rimini.

Stefano Lorenzetti, docente di Storia della musica presso il Conservatorio di Vicenza.

Pietro Luigi Capelli, docente di Chitarra presso il Conservatorio Bonporti di Trento (sez, Riva del Garda).

Antonio Grande, docente al Conservatorio G. Verdi di Como.

Manuela Filippa, rete Musica in Culla.

Elena Ferrara, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, Oleggio (NO).

Rita Coscarelli, docente di scuola secondaria di I grado, Catania.

Silvia Manca, docente di Violino nelle SMIM, Monte San Pietro (BO).

Donatella Gnani, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, La Spezia.

Riccardo Lippi, docente di Flauto presso il Conservatorio G. Puccini, La Spezia.

Rita Stracuzzi, docente di Musica Istituto Comprensivo, Milano.

Manolo Nardi, docente di Tromba presso il Liceo musicale Dante di Firenze, docente di Musica presso le scuole secondarie di I grado, Certaldo /FI).

Maria Marano, docente di Pianoforte al Conservatorio di Cosenza.

Sara Bacchini, docente di Musica e Pianoforte, Bologna.

Alceste Innocenzi, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, ricercatore.

Giovanni Montanaro, docente di Pianoforte e Musica, Bologna.

Andrea Sangiorgio, Centro Didattico Musicale, Roma.

Vittoria Licari, docente di Canto e Arte scenica, Conservatorio Luca Marenzio, Brescia.

Alessandra Messina, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, musicoterapista, danzaterapeuta, presidente dell’Associazione MusicArtEmozioni, Catania.

Giovanna Guardabasso, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Rovigo.

Pietro Fiorini, docente di Chitarra nelle SMIM, Bologna.

Fabio Antonio Ditto, referente regionale musica USR Calabria, docente di violino nelle SMIM, Catanzaro.

Federica Baronti, docente di Flauto presso l’istituto comprensivo Gandhi, Firenze.

Patrizia Buzzoni, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Adria (RO).

Antonio Manti, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, Pieve Vergonte (VCO).

Marco Monina, docente di Chitarra presso l’istituto comprensivo Marco Polo, Fabriano.

Maurizio Cogliani, docente di Pianoforte nelle SMIM, Ph.D. in Scienze dell’educazione.

Maria Luisa Nicelli, docente di Pianoforte nella SMIM Garibaldi-Milani, Fondi (LT).

Paolo Ponzecchi, presidente AIdSM, direttore della scuola di musica G.Verdi, Prato.

Luca Dalla Libera, docente di Storia della musica per Didattica, Conservatorio di Frosinone.

Fabio De Sanctis De Benedictis, docente dell’ISSM P. Mascagni, Livorno.

Sonia Simonazzi, metodo Ritmia.

Tommaso Dini, Centro di Formazione e Diffusione della Musica e delle Arti, Castagneto Carducci (LI).

Sara De Santis, docente di Musica, Firenze.

Franca Floris, docente di musica e direttore di coro, scuola secondaria di I grado P. Borrotzu, Nuoro.

Marco Ricci, docente di Chitarra presso la SMIM Poggi-Carducci, Sarzana (SP).

Elena Verdi, docente di musica precaria nella scuola secondaria di I grado.

Maria Galasso, docente di Musica.

Angela Rita Giugliano, docente di Chitarra nelle SMIM Caio Titinio De Magistris, Sezze.

Patrizia Ajosa, presidente sezione Siem, Enna.

Carmen Battiante, docente di pedagogia musicale nei Conservatori, Catania.

Corrado Vitale, docente di Elementi di Composizione per Didattica della Musica, Conservatorio di Perugia.

Paolo Mori Ubaldini, docente di Musica.

Giovandomenico Puopolo, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado, Sturno (AV).

Annamaria Sabbatini, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado, Ceretolo Casalecchio di Reno (BO).

Filippo Carretta, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado, Volpedo (AL).

Niccolò Maccavino, docente Storia della musica, Conservatorio di Reggio Calabria.

Liliana Minutoli, docente di Musica, esperta ANSAS Sicilia.

Luigi Giffi, docente di Chitarra presso il Liceo pedagogico di Avezzano (AQ).

Silvana Ottimo, docente di Musica nelle scuole secondarie, Torino.

Dores Causetti, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado G. Giacosa, Torino.

Stefano Agostini, direttore dell’ISSM P. Mascagni, Livorno.

Valeria Imbordino, docente di Musica nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado, Pisa.

Tiziana Ulivieri, docente di Musica nella scuola primaria, Montecarlo (LU).

Severina Mria Vianelli, docente di Musica nelle scuole primarie e secondarie di I grado, Roima.

Louisa Di Segni-Jaffè, esperta del metodo Jaques-Dalcroze, formatrice, presidente onorario dell’AIJD.

Ava Loiacono, docente di Ritmica Dalcroze alla SUPSI di Locarno, docente nei corsi di formazione in Italia, Spagna e Inghilterra, vicepresidente dell’AIJD.

Eleonora Giovanardi, percussionista, docente di propedeutica musicale, ritmica e solfeggio in scuole di musica, d’infanzia e primarie di Roma, referente per l’AIJD presso il Forum per l’Educazione musicale.

Elena Mulasso, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado, Torino.

Carlo Benvenuti, docente di Violoncello al Conservatorio della Spezia.

Paolo Bergamaschi, docente di Teoria Analisi e Composizione al Liceo A. Cairoli di Pavia.

Andrea Gorini, docente di Pianoforte nella SMIM di Portoferraio (LI).

Daniela Leone, docente di musica Istituto comprensivo 9, Bologna.

Katia Cecchinelli, docente (precaria) di musica presso la scuola secondaria di I grado e coordinatrice dell’Accademia Musicale “A. Bianchi” (SP).

Valentina Chiola, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Rodi Garganico.

Claudia Lapolla, docente di Violino nelle SMIM, formatrice, laureata in beni culturali.

Teresa Ventimiglia, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado.

Chiara Fraticelli, docente di musica nella scuola dell’infanzia e nella scuola secondaria di I grado nell’Istituto paritario Beata Vergine del Carmine, Chieti.

Rossana Chiti, docente nell’ISSM P. Mascagni, Livorno.

Gaetano Canepa, Cantante nel coro Il Convitto Armonico ( La Spezia) e nel coro di Opera Festival (Firenze).

Serena Facci, ricercatrice, docente di Etnomusicologia, Università di Roma Tor Vergata.

Sandra Bottesin, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado, La Spezia.

Antonio Galanti, docente di Composizione al Conservatorio di Alessandria.

Domenico Banzola, docente di Flauto presso la SMIM di Lugo (RA).

Giuseppe Bruno, direttore del Conservatorio della Spezia.

Monica Paolini, docente di Chitarra presso Conservatorio di musica F. Venezze, Rovigo.

Lucio Colella, docente di Pianoforte nelle SMIM, La Spezia.

Chiara Ricci, docente di Pianoforte nelle SMIM, Massa.

Isa D’Alessandro, docente Dalcroze, docente di Pratica della lettura vocale e pianistica nella Scuola di Didattica della musica, Conservatorio di Benevento.

Anna Nicolodi, docente di Musica nella scuola secondaria di I gardo, trento

Andrea Landriscina, docente di Direzione di coro e Repertorio corale per Didattica della musica, Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo.

Roberta Avanzini, pedagogista musicale e formatrice presso nidi, scuole dell’infanzia ed elementari, Parma.

Valeria Mancini, Docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, Roma.

Valerio Bassanello, docente di Musica nelle scuole secondarie di II grado.

Cristina Biagini, pianista, docente di Pianoforte presso la SMIM Pierluigi da Palestrina, Roma.

Marco e Clara Lucchi, La Spezia.

Bruna Perraro, docente di strumento nelle scuole secondarie di I grado, Palermo.

Angela Paola Landi, docente di Violino presso le SMIM Motto e Viani, Viareggio.

Sonia Battolla

Nerea Albertini, già docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Torino.

Filippo Burchietti, docente di Violoncello presso l’ISSM P. Mascagni, Livorno.

Franca Condina, assistente amministrativa, Conservatorio G. Cantelli, Novara.

Francesco Fusilli, abilitato AJ77, Cosenza.

Biancamaria Scanzaroli, docente di Chitarra presso la SMIM Fontana-Formentini, La Spezia.

Davide Maia, docente di Fagotto, Conservatorio G. Puccini, La Spezia.

Michelangelo Boccaccio, docente di Musica presso la scuola secondaria di I grado Gereschi, Pontasserchio (LU).

Eliana Cosi, docente di Musica presso il Liceo statale P. Siciliani, Lecce.

Piero Valeriano

Maurice Chen, vicepresidente Fondazione Amadeus.

Elisabetta Tavani, docente di pianoforte SMIM, scuola media Poggi Carducci di Sarzana.

Francesca Sottilotta, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado, musicoterapista, presidente della Coop. sociale ‘InTErMEzzo’, Reggio Calabria.

Flora Cozzolino, docente di Pianoforte nelle SMIM, Campania.

Livia Casamassima, docente di scuola primaria, abilitata per Educazione Musicale.

Anna Maria di Lorenzo, cantante, counselor espressivo e docente di musica nelle scuole secondarie di II grado.

Cristina Bini, docente di flauto presso l’Accademia Musicale Toscana di Pontedera, docente di musica nelle scuole dell’infanzia e primaria.

Loretta Bardoni, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, Pavia.

Angela Guercio, diplomata in pianoforte e didattica della musica, Prati di Vezzano Ligure (SP).

Elisabetta Vincenzi, coordinatrice laboratorio musicale, formatrice, docente di Musica nellIstituto comprensivo Cosmè Tura, Ferrara.

Antonio Ferrara, docente di Teoria, ritmica e percezione musicale, Conservatorio G. Verdi, Torino.

Franco Monego, già docente di Musica corale e direzione di coro al Conservatorio G. Verdi di Milano, presidente dell’Usci Lombardia.

Daniela Cima, flautista e docente nei Licei musicali Gmabara di Brescia Secco Suardo di Bergamo.

Carlo Delfrati, pedagogista.

Rosalba Deriu, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio di Bologna.

Angela Colonna, docente di Musica, Monteroni (LE).

Manuela Caltavuturo, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado I.C. G. Falcone, Cascina (PI).

Vincenzo Perna, segretario Iaspm Italiana.

Marco Anthony De Novellis, docente di strumento nell’I.C. di Seravezza (LU).

Maria Antonietta Lamanna, docente di Pedagogia musicale, Conservatorio N. Piccinni, Bari.

Francesco Caiazza, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado L. Martone, Pignataro Maggiore (CE).

Maurizio Porro, docente di Musica nelle scuole secondarie di I grado, Milano.

Anna Mortara, Direttore Ricordi Music School in Italia e Presidente Fondazione La nuova Musica.

Francesco Mangiagli, docente di Musica (A031) nelle scuole secondarie.

Susanna Pozzi, docente di Musica nell’Istituto Comprensivo di Montesilvano.

Giorgina Tramontozzi, docente Pianoforte presso la Scuola media ad indirizzo dell”Istituto comprensivo di Broccostella (FR)

 

Risposta del prof. Luigi Berlinguer

 

Cari amici,

ho letto con rispetto e attenzione la vostra lettera aperta, in cui si riconosce il ruolo del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica nella scuola. Ho anche letto attentamente le vostre osservazioni alle linee di fondo e alle strategie che personalmente sostengo e che il Comitato persegue, particolarmente rivolte alle manchevolezze e agli obiettivi non raggiunti.

Vedo che avete preso spunto da un mio testo pubblicato dal “Messaggero” il 27 settembre scorso (ndr. in realtà era il 27 marzo), in cui io avrei sottolineato un ruolo miracolistico del Comitato, attribuendo a questo, e non alla scuola militante, i meriti di quel poco – o di quel molto – di buono che negli anni recenti si è fatto nel campo dell’insegnamento della musica a scuola. Sono pienamente consapevole della modestia dell’operato mio e del Comitato e vi ringrazio di averlo precisato, certo nell’intento di migliorare il nostro lavoro. Vi ringrazio inoltre di ricordare il grande apporto di scuola ed insegnanti in questo campo, apporto che ho sempre riconosciuto, specie per le difficoltà in cui questo avviene. Mi spiace di aver lasciato credere ad una mia intenzione – che non ho – di sminuire in un qualche modo la storia dell’educazione musicale in Italia, e la qualità ed il ruolo che nel suo sviluppo hanno espresso gli insegnanti, in condizioni quasi sempre difficili e irte di ostacoli.

Ma voglio dire qualcosa di più. Mi duole che le polemiche successive all’intervento televisivo del maestro Battistoni non siano riuscite a concentrare l’attenzione dell’opinione pubblica sul grande e difficile obiettivo della musica per tutti gli studenti e sul cammino da percorrere in vista del risultato. Sono consapevole che esiste oggi una grave tensione generale, che deriva da un complessivo e progressivo impoverimento della scuola in genere, dei suoi organici e delle risorse a sua disposizione. So anche che essa, pur essendo il segno di un comprensibile disagio che ambisce a farsi proposta, di per sé non basta. Non banalizzo né sottovaluto questa tensione nei suoi vari aspetti. Tuttavia, la brevità di un testo come quello mio ospitato dal “Messaggero” (che qualche taglio redazionale ha reso ancora più breve di quello che io avevo mandato) consentiva soltanto di stare sul punto dell’attualità, e ricordare l’esistenza ed il modesto lavoro del Comitato. Con il riferimento all’intervento di Morricone, mi proponevo di accentuare l’importanza dell’«inserimento della musica praticata nel curriculum dello studente». A questo mi è parso opportuno aggiungere che «anche» numerose iniziative del Comitato per l’apprendimento pratico della musica andavano in questa direzione.

Ebbene, sono ancora convinto che la parola chiave per la prospettiva di una svolta nella scuola a proposito dell’insegnamento della musica a tutti sia “curriculum”, cioè un percorso scolastico vero, compiuto da tutti gli studenti. Di questo, purtroppo, non si parla. Eppure questa è la linea di fondo che anima la mia azione, questa è la strategia che il Comitato da sempre persegue, instancabilmente ribadendola nei suoi documenti e nei suoi atti e che molti di voi hanno via via condiviso: e cioè la proposta Fare musica tutti e il recente progetto di concorso sinergico di risorse pubbliche e private – nazionali e locali- per trovare i mezzi al fine di raggiungere l’obiettivo della massima estensione possibile della pratica musicale nelle scuole, in particolare in quelle del primo ciclo.

Gli atti di questa azione sono: la nascita stessa del Comitato in funzione dell’inserimento della pratica musicale nelle Indicazioni nazionali per il curricolo, come del resto è avvenuto, sia nelle Indicazioni relative al primo ciclo, sia (seppure solo con un accenno) in quelle relative al biennio iniziale del secondo ciclo. Gli interventi del Comitato per l’uso dei fondi della legge 440/97 ai fini di una estensione delle buone pratiche di insegnamento della musica, di attivazione di cori e di orchestre e di rafforzamento dei laboratori musicali attraverso i finanziamenti del progetto “Scuole aperte”, finanziamenti arrivati nel 2008 a sei milioni di euro specificamente finalizzati all’apprendimento pratico della musica e indirizzati a piani di intervento non effimeri, ma curricolari; il sostegno attivo e partecipe alla “Settimana della musica” – e alla connessa “Rassegna delle Smim” – la quale ha sempre avuto la specificazione, puntualmente rinnovata nella circolare annuale, che le attività musicali delle scuole promosse nel suo ambito non devono risolversi «nella occasione straordinaria della esibizione programmata per la “Settimana della musica”, ma trovano in essa il punto di approdo di ordinari percorsi di apprendimento caratterizzati sia da sviluppo continuo sia da stabile sedimentazione nel curricolo e, di conseguenza, nella crescita personale di tutti gli allievi» (cito dalla CM del 2010); la elaborazione dei progetti poi attuati dal piano di formazione “Musica 2020” e dal DM 8/2011, che introduce finalmente la possibilità che docenti con adeguati titoli musicali possano insegnare la musica pratica nella scuola primaria. Grazie alle indicazioni del Comitato, fra l’altro, circa 2000 docenti di musica in Italia si stanno oggi formando attraverso due piani di formazione nazionali organizzati dall’Ufficio VI della Direzione Generale del Personale scolastico, 500 scuole primarie o istituti comprensivi hanno dato la disponibilità ad attuare il DM 8/2011 e saranno supportate a loro volta con un piano di formazione, che coinvolgerà altrettanti docenti individuati dalle stesse scuole.

Non solo parole, dunque, come in qualche modo la vostra lettera adombra, e meno che mai, all’opposto, azioni miracolistiche. Solo modesti contributi: l’indicazione cioè di prospettive nuove e di rilievo nell’ambito di una storia e di un percorso la cui importanza non può certo essere misconosciuta; e al tempo stesso il fattivo sostegno a iniziative che hanno portato centinaia di scuole e migliaia di docenti a compiere almeno un semplice passo più avanti in quella storia e lungo quel percorso.

D’altro canto, la stessa natura del Comitato, organo consultivo e non organo amministrativo del Miur e non associazione professionale, rende impossibili altre forme di intervento e non consente di veder attuato tutto ciò che pure viene proposto. Restano, fra gli atti amministrativi del Miur, quelli che discendono dalla volontà politica dei ministri (e quindi del Governo e del Parlamento) o da precise scelte degli uffici centrali e territoriali; restano cioè aspetti che il Comitato (e anche chi lo presiede) non condivide, aspetti che non corrispondono affatto alle linee indicate nei documenti che prima ricordavo. Resta il problema della formazione iniziale dei docenti della scuola primaria (che non corrisponde neanche a quanto previsto dalle Indicazioni nazionali). Resta la costante negazione, da parte degli Uffici scolastici regionali, degli aumenti di organico necessari a far crescere le sezioni di scuole a indirizzo musicale e resta quindi impossibile far corrispondere l’offerta pubblica di insegnamento musicale con la domanda delle famiglie e dei ragazzi. Resta la cancellazione della musica dal quadro orario della scuola secondaria di secondo grado, ma – come si osserva da più parti – su quei quadri orari (quelli di tutti gli indirizzi e per tutti gli studenti) si può intervenire con atti che sfruttino gli strumenti di flessibilità dichiarati dalle Indicazioni per il secondo ciclo, anche se ancora questi strumenti non sono concretamente fruibili.

Restano queste difficoltà, ma non si può certo dire che il Comitato non si sia mosso per segnalare la strada giusta. Non posso condividere, pertanto, osservazioni che si basano sulla confusione di ruoli e responsabilità di così diversi organi e livelli delle pubbliche istituzioni: una distrazione che non aiuta l’individuazione appunto delle relative responsabilità e delle misure da adottare.

Nel frattempo il Comitato si sta da tempo muovendo anche verso quello che nella vostra lettera chiamate ora il «riconoscimento giuridico ed economico (a partire eventualmente da un accordo Stato-Regioni) del ruolo delle Associazioni Musicali del terzo settore per la loro azione sussidiaria verso le istituzioni scolastiche». Il mio recente incontro con il Forum per l’educazione musicale ha delineato infatti proprio questa mappa di lavoro. Spero, nel prossimo futuro, di poter contare sull’apertura e sensibilità del nuovo governo in vista di nuovi piccoli passi in avanti, di cui dovremo discutere assieme.

Al di là dei riconoscimenti formali, della cui sincerità sono comunque convinto, avverto nella vostra lettera (o no?) una sfiducia di fondo nell’azione svolta da un organo istituzionale come il Comitato per riuscire in un impegno quasi temerario quale quello della musica per tutti. Ascolterò qualunque critica o indicazione. Ma non considero tali quelle che spingerebbero a usare il Comitato come sede di un’azione politica di parte, un’azione che la mia cultura istituzionale non mi consente e che ritengo costituirebbe invece un serio rischio di far fallire la prospettiva del “Fare musica tutti”. Io penso che dobbiamo continuare lungo la via intrapresa, sia pure con tutte le correzioni necessarie. Valuti ognuno in piena libertà la propria scelta. Personalmente non mi sento neanche ora, con le terribili difficoltà dell’attuale crisi italiana e mondiale, di desistere dall’azione volta a far crescere nell’Amministrazione della scuola e nel Paese una cultura musicale senza la quale circolari e decreti resterebbero lettera morta. Sarò comunque felice di esser sostenuto, criticato, aiutato e – perché no? – spronato, anche da chi dovesse sentire particolarmente congeniale e imperiosa la vocazione soprattutto a spronare.

Cordialmente

Luigi Berlinguer

 

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