Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Filastroccantando

Il libro “Filastroccantando” è nato nel 1989, su sollecitazione dell’amico Ermanno Mammarella, allora collaboratore delle edizioni Nicola Milano. Dopo una prima edizione a schede, l’editore ha pubblicato una seconda edizione andata però ormai esaurita. Ho ricevuto spesso richieste di copie del libro, ma non venendo più ristampato, ho deciso di metterlo a disposizione degli abbonati di Musicheria. Le illustrazioni sono di Vittorio Marangoni. L’arrangiamento dei brani è stato curato da Paolo Cerlati, Enrico Strobino e Daniele Vineis.

Riporto le brevi presentazioni dei singoli progetti, mentre in allegato si trovano l’introduzione (visibile a tutti) e i vari capitoli del libro con i file audio e tre video (riservati agli abbonati con login)

INTRODUZIONE


>>> vedi allegato

IMPIASTRO


Quando ero piccino, mia madre mi diceva – talvolta un po’ seccata e tal altra con tono bonario -: «Sei un impiastro!», Questo perché, secondo lei, stavo impiastricciando qualcosa. Il mio punto di vista era quasi sempre un altro: mi stavo divertendo.
E poi non capivo quel leggero tono di rimprovero nell’espressione di mia madre, dal momento che esisteva un altro impiastro considerato come cosa buona, anzi, come medicina. Era l’impiastro caldo di semi di lino, avvolto in un cencio di lana, che la nonna mi preparava e mi metteva sul petto quando, nei giorni di inverno, la mia tosse superava il limite di guardia.
Per un bambino di oggi, cos’è un impiastro? Proviamo a chiederglielo.
Poi possiamo divertirci a impiastricciare una filastrocca.


>>> In allegato: progetto e file MP3

IMPRONTE


Camminando sulla sabbia in riva al mare, noi lasciamo le impronte dei nostri piedi.
Se prendiamo il pongo o la plastilina e appoggiamo con forza la mano, ricaviamo l’impronta della mano stessa. Se i bambini entrano in casa o nei corridoi della scuola con le scarpe fangose, lasciano una traccia sul pavimento, un segno che provoca una reazione sonora di genitori e bidelli.
Alcune materie, se vengono strusciate su una superficie, lasciano un po’ di se stesse sulla superficie, tracciando un segno: è per questo che i gessetti, le matite, i pastelli, ecc. si consumano.
Osservare, esplorare, manipolare …


>>> In allegato progetto, file MP3 e video

NUMERI


Uno, due, tre …
Sette quattordici ventuno ventotto …
Unci dunci quinci …
Contare e ricontare per scegliere il compagno, per eleggere il caposquadra, per mandar qualcuno “fuori”, per formare i gruppi, … con trucchi e calcoli per far tornare la conta a nostro favore. Numeri e conte come formule magiche, dove è più importante i ritmo e il suono che non il senso.
Numeri e parole che, imparando a scrivere e a leggere, diventano segni.
Dallo scarabocchio alla scrittura si compiono percorsi “razionali” e scelte di “fantasia”, costruendosi anche propri codici segreti e imparando i significati convenzionali dei codici esistenti.
Dal numero, al segno, al suono attraverso l’alfabeto per imparare a comporre, per giocare con i suoni delle parole, per …


>>> In allegato progetto, file MP3 e video

COLORI


Ci sono delle domande alle quali lì per lì sembra difficile dare una risposta. Ma forse con un po’ di fantasia…
Se è vero che i colori ci forniscono informazioni e ci possono suggerire significati diversi, anche i nomi dei colori ci possono aiutare a immaginare cose nuove, giocando con le rime.
Ho provato anche a cambiare i colori dei vestiti di Babbo Natale. E’ nata una filastrocca-canzone che può essere usata come ‘sasso nello stagno’ per inventare attività di vario tipo in vista del Natale.


>>> In allegato: progetto, file MP3 e video

CATENA


Mi ricordo che da bambino ci si divertiva a costruire lunghe catene di carta che appendevamo come festoni negli spazi dei nostri giochi dentro e fuori casa. Erano catene «povere», fatte con carta di giornale. Oggi ammiro altre bellissime catene, colorate, di tante misure e di tante forme, così leggere che basta un po’ di vento per farle danzare.
Anche oggi i bambini si divertono a costruire, con carta di giornale e con altre carte più «ricche», queste catene. Un anello dietro l’altro, un piccolo oggetto che si ripete, ma non sempre uguale.
Ho immaginato allora una filastrocca «incatenata», con le strofe legate dal filo tenue della stessa parola.
Alle catene spesso si appendono piccoli ciondoli. Possiamo allora costruire altre filastrocche-ciondolo per ogni anello della nostra filastrocca catena.
Ho cominciato a costruire la catena, lasciando a voi la decisione di come a quando terminarla. Come pure ho fatto qualche esempio di ciondolo.


>>> In allegato: progetto e file MP3

TRANSFORMER


E’ sbalorditivo come un oggetto possa, con opportune manipolazioni, diventare un’altra cosa completamente diversa. E’ quello che succede con alcuni giocattoli moderni. Qualcuno ha provato a farlo anche con le parole. Lewis Carrol ci ha dato qualche esempio. Gianni Rodari ci ha indicato strade nuove. Poeti e insegnanti ci forniscono in continuazione oggetti e stimoli belli e interessanti.
Ho provato anch’io a trasformare una filastrocca conosciuta. Ho l’impressione che alla fine ne esca un nuovo impiastro!
Ora tocca a voi…


>>> In allegato: progetto e file MP3.
 

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