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La riforma degli studi musicali in Italia dal 2000 ad oggi

Piero Di Egidio

Convegno organizzato da European Piano Teachers Association (EPTA Italy) a Roma il 26 maggio 2014

In questi ultimi anni si sono organizzati diversi convegni finalizzati all’esame della situazione della riforma degli studi musicali nelle istituzioni italiane. Tutti hanno messo in luce la parziale e incompleta attuazione delle legge 508/99 e l’inconsistenza dei provvedimenti del Miur finalizzati a dare organicità al sistema della formazione musicale nei diversi ordini e gradi di scuola.
Sul convegno organizzato da EPTA Italy abbiamo chiesto a Piero Di Egidio (pianista, musicologo, docente CODI 21 ISSM Teramo e relatore al convegno) una sintesi. Ringraziamo Di Egidio per la disponibilità e la collaborazione.
>>> in allegato il programma e le motivazioni del convegno

Riforma AFAM: la storia infinita

Interessante e stimolante la giornata di studi tenutasi lunedì 26 maggio a Roma all’Auditorium CASC della Banca d’Italia di via del Mandrione.
Radunati dalla Presidente dell’E.P.T.A. Italy, la sempre vivacissima Marcella Crudeli e coordinati dal bravissimo e lucido Andrea Talmelli, una quindicina di esperti e di operatori del settore si sono utilmente confrontati in un Convegno dal titolo illuminante: “La riforma degli studi musicali in Italia dal 2000 ad oggi”.
Titolo illuminante, si direbbe, e addirittura riduttivo. Infatti, nei tanti e interessanti interventi della giornata alcuni dei relatori (Guido Salvetti, Piero Di Egidio, lo stesso Talmelli) hanno presentato atti di convegni e di altre occasioni di incontro ben precedenti la legge 508/99, purtroppo ancora lungi dall’avere piena attuazione. E questo a dimostrazione del fatto che la riforma degli studi è una necessità (e lo è sempre stata) prioritaria, e che ormai da 30 anni si discute di essa con esiti non sempre lusinghieri.

Esame ad ampio spettro della situazione musicale in Italia, introdotto da un lucido intervento sullo “stato dell’arte” (e sulla quindicina di regolamenti e provvedimenti ancora mancanti per il pieno compimento normativo della riforma) dal Presidente della Conferenza dei Direttori dei Conservatori Paolo Troncon, intervento sul quale si sono innestate le esperienze dirette relativi ai – purtroppo – parziali esiti della riforma stessa.
Contributi lucidi ed approfonditi quelli di alcuni operatori “sul campo” di varie zone d’Italia, quali Corrado De Bernart (Lecce), David Màcculi (Adria) e Piero Di Egidio (Teramo) sulle scelte dei programmi e dei piani di studio “dentro l’AFAM”, di Domenico Piccichè del CNAFAM sul contributo ancora insufficiente del sistema-Licei musicali alla riforma (insufficiente sia per la inadeguata e spesso schizofrenica distribuzione territoriale dei Licei stessi, oltre che per la vergognosa modalità di reclutamento del personale in essi docente), di Chiarastella Onorati e di Franco Radicchia sui rapporti Conservatori/SMIM/Liceo in una realtà (Perugia) in cui invece si sta sviluppando un humus positivo.
Contributi invece più di carattere generale, sull’impianto della “riforma incompiuta” stessa, quelli di Guido Salvetti (sull’accesso alle professioni), di Stefano Vaccàri (sui nuclei di valutazione), di Maurizio Preda (sul ruolo degli ex-IMP), di Elio Orio (sull’adattamento tra vecchio e nuovo sistema, partendo da una battuta di Valter Chiari), di Sergio Calligaris (sui programmi di studio americani) e di Paolo De Matthaeis (sull’esperienza personale di studente in bilico tra vecchio e nuovo ordinamento).
Ottimo e pregno di idee il dibattito, ovviamente incentrato in gran parte su uno dei temi caldi del momento : “Preaccademici sì o no?”. E a questo proposito, al di là del pensiero di ciascuno, è apparsa illuminante la battuta di inizio intervento di Di Egidio: “Ma vi viene in mente che se il Conservatorio fosse davvero costretto ad occuparsi davvero SOLO di studenti che siano già in possesso di un diploma di maturità, la giovane pianista Beatrice Rana per i cui successi al Concorso Van Cliburn tutti ci siamo estusiasmati l’estate scorsa e che ha concluso il suo percorso di studi italiano ben prima della maturità (e con lei tanti altri giovani talenti), in un Conservatorio italiano, da studente, non ci avrebbe mai messo piede?”.

Da rimarcare la splendida e preziosa organizzazione (sperando di non dimenticare nessuno) a cura di Lear Maestosi, Silvia Rinaldi e Clorinda Forte e soprattutto la validissima idea di intervallare i vari segmenti del convegno con interventi musicali di grande qualità. Musiche di Chopin, Calligaris, Magnoni, Màcculi, Talmelli, Stravinskij a cura della stessa Marcella Crudeli, di Sergio Calligaris e dalle leggiadre e pirotecniche Annamaria Garibaldi e Sabrina Dente, componenti del duo pianistico Maclé.
Un’ esperienza importante e formativa per l’ampio e interessato pubblico, alla quale seguirà la pubblicazione degli atti e – auguriamoci – un nuovo appuntamento “a breve” in cui si possa verificare uno “stato dell’arte” ben più avanzato.

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