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La politica musicale del nazismo: dalla musica ‘bolscevica’ alla musica ‘degenerata’

In questo scritto si analizzano i tratti principali della politica che il nazismo seguì rispetto alla gestione della musica e dell’arte durante gli anni in cui fu al potere e si ricordano le persecuzioni subite dai compositori e musicisti non nazisti o ebrei

L’elemento costante della politica nazista, al di là dei termini usati per la propaganda, fu quello di esaltare la purezza della cultura tedesca, e distruggere tutto ciò che si immaginava inquinare tale purezza. Purtroppo, si tratta di un tema ancora attuale e sul quale, anche ai nostri giorni, si costruiscono ideologie razziste e antidemocratiche. L’idea che una cultura possa essere “autentica”, pura e incontaminata è pura follia, in quanto tutte le culture sono il risultato di incontri, scambi, incroci tra le diverse culture; questo fatto è tanto più evidente nella musica, che è sempre stata un terreno privilegiato di incontri interculturali. L’idea che possano esistere culture pure e incontaminate è solo propaganda razzista.

>>> continua nel pdf allegato

Il saggio rappresenta la sintesi di un seminario tenuto dall’Autore agli studenti liceali del comune di Rimini nel 2010 nell’ambito del progetto “Educazione alla memoria”. L’Autore ha poi sviluppato e approfondito questa tematica nel volume Musica e nazismo. Dalla musica “bolscevica” alla musica “degenerata”, LIM, Lucca, 2014. Si ringrazia il Comune di Rimini per l’autorizzazione alla pubblicazione in Musicheria.

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