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Monviso Re di pietra

Un canto, scritto sulla falsariga dei canti tradizionali africani, che utilizza come testo il nome originale di alcuni strumenti a percussione.

 
La performance da cui è tratta la proposta del canto e dell’accompagnamento strumentale è stata realizzata il 13 luglio 1997 al Pian del Re, alle pendici del Monviso. 204 bambini formano 12 gruppi disposti in circolo, alternati a 12 percussionisti e l’ausilio di 4 ottoni, per partecipare ad un concerto modernamente ispirato a forme di ritualità antica.
Diretti da Yves Prin, i ragazzi si trasformano in suonatori di litofoni con i sassi raccolti vicino alla sorgente del Po, di xilofoni con i legnetti che si sono preparati a scuola e soprattutto in suonatori di strumenti a fiato con i fischietti di terracotta sibilanti ad acqua.
Durante il concerto la strumentazione elettronica campionata da Daniel Teruggi diffonde i rumori del silenzio, la voce del vento, dell’acqua e della montagna; i fischietti ad acqua con i loro trilli modulati imitano il canto degli uccelli; i sassi ripropongono il fruire delle cicale al tramonto, mentre i legni battuti evocano il picchiettio della pioggia e dei temporali estivi.

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