Famiglia, scuola e società come “specchi” negativi o positivi del sé musicale dei nostri figli
Quella che a scuola usiamo comunemente chiamare con il termine autostima, in psicologia, si potrebbe sintetizzare come quella rappresentazione di noi che ci siamo potuti strutturare sulla base di valutazioni e giudizi che nel tempo ci siamo fatti di noi stessi in stretto rapporto con l’immagine globale che abbiamo di noi e con quella che gli altri vedono e valutano in noi.
Il noto filosofo e psicologo Umberto Galimberti riesce a sintetizzare in maniera ancor più stringata il concetto di autostima: Considerazione che un individuo ha di se stesso.
Stiamo quindi trattando di quell’aspetto umano che permette, a ogni persona, di sviluppare un’idea (o immagine, o concetto) di sé, in stretta dipendenza con i suoi più intimi potenziali auto-valutativi e sotto la costante influenza che gli altri (famiglia, scuola, società, ecc.) con i loro altrettanto personali metri di valutazione, possono attribuire valori o disvalori a quella specifica persona.
A questo punto, dopo questa sintetica presentazione del concetto di autostima, e tenendo conto dei tanti studi svolti in Italia e all’estero su questo argomento generale, vorremmo passare direttamente, alla trattazione del tema specifico che coinvolge il rapporto fra le possibilità di manifestazione dei propri potenziali espressivo-musicali, l’autostima e il concetto del sé musicale.
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