La produzione del Centro Goitre
In molte proposte per l’educazione musicale si fa riferimento all’invenzione e all’uso di storie. Recentemente abbiamo avuto modo di leggere ed ascoltare due storie, nella collana “Musifiabe” (edizioni Didattica Attiva / Musica Practica, Torino), curate dal Centro studi di didattica musicale Roberto Goitre di Avigliana (TO). Le storie sono Il tagliapietre e Il verme Schiff e la sua mela, ambedue curate da Elena Staiano, Giovanni Freiria e Lorella Perugia. I due volumetti sono corredati da CD con le esecuzioni del Coro di Voci Bianche e dei docenti del Centro Goitre.
Abbiamo rivolto a Lorella Perugia, presidente del Centro Goitre, alcune domande in merito.
Musicheria: Come nasce l’idea e come avete sviluppato la produzione di queste due storie?
Lorella Perugia: Il Centro Goitre, che si occupa principalmente di didattica musicale rivolta all’infanzia, ha sempre posto particolare attenzione all’elemento narrativo, a fiabe e favole per impregnare le attività musicali, i canti, le danze, gli ascolti di significati simbolici e stimolare l’apprendimento degli allievi. La fiaba infatti, metafora della vita, è un importante mezzo di comunicazione per i bambini perché parla un linguaggio a loro familiare, un linguaggio simbolico per immagini che è affine ai loro processi mentali: vi si ritrovano attese, disfatte, risalite, ostacoli e prove da superare che permettono ai bambini di proiettare all’esterno le loro paure infantili e vivere mondi paralleli.
Molte delle fiabe musicali nate in seno al Centro Goitre hanno preso spunto da testi letterari, come la storia del “Verme Schiff” tratta da un racconto di Giovanni Arpino, o da novelle di tradizione popolare, come il testo del “Tagliapietre” rielaborato a partire da una leggenda di origine orientale.
A testi come questi intercaliamo brani musicali originali o popolari, e ci siamo specializzati nell’individuare, all’interno della storia, i momenti più indicati per l’intervento musicale, fondendo testo e musica. Ogni docente del Centro si è perfezionato nell’invenzione o nella rielaborazione di canti e musiche adatti al filo narrativo, arrangiandoli nell’ottica di essere suonati e cantati dai bambini, usando strumenti tradizionali o strumentario didattico. Prodotti tutti nati e pensati con una profonda valenza didattica. Molti di questi racconti musicali, utilizzati da tutti i docenti del Centro Goitre nei vari contesti in cui si trovano ad operare, vengono rielaborati, integrati e riadattati, fino a raggiungere, in molti casi, risultati di alta qualità artistica.
Il “Verme Schiff” e il “Tagliapietre” ne sono un esempio: nati dalla fantasia musicale di Elena Staiano e Giovanni Freiria docenti da più di 20 anni nel Centro, sono stati arricchiti e perfezionati nel corso del tempo dal loro stesso intervento e da docenti come me, Serena Brunello, Dariella Gallo e altri, con il contributo degli stessi allievi che a volte hanno permesso di accendere scintille creative o facilitato la definizione di punti ancora non risolti.
Questa lenta maturazione ha portato ad un prodotto raffinato ed emozionante che volevamo condividere con un pubblico più vasto di quello coinvolto nei progetti didattici del Centro. Per questo abbiamo voluto che queste storie potessero diventare a tutti gli effetti delle “fiabe della buonanotte” .
Nel progetto, insieme agli editori, abbiamo coinvolto esperti illustratori, attori professionisti, insegnanti e allievi del Centro Goitre e il Coro di Voci Bianche e creato un prodotto editoriale sfaccettato dove il testo della storia corre attraverso le illustrazioni a colori insieme agli spartiti dei canti, che diventano così parte integrante della narrazione. Allegato al libro il CD con le voci degli attori che caratterizzano i personaggi, le sonorizzazioni e le musiche realizzate da allievi e insegnanti del Centro.
Il risultato è una pubblicazione editoriale per l’infanzia sicuramente originale e singolare nel panorama dei testi per bambini
M.: Le realizzazione delle due fiabe musicali si innesta in una costante attività che come Centro Goitre fate anche in collaborazione con varie scuole dell’infanzia e primarie. Quali sono le principali problematiche organizzative che avete riscontrato nelle vostre esperienze?
L.P.: sono certa che molte delle fiabe musicali prodotte dal Centro Goitre non sarebbero nate senza la stretta collaborazione instaurata tra docenti del Centro e gli insegnanti delle scuole d’infanzia e primaria in cui ci troviamo ad operare. Il carattere trasversale e multidisciplinare della fiaba-musicale ha sempre stimolato gli insegnanti delle scuole a prediligere l’offerta didattica del Centro Goitre ed è sempre stato un prodotto ideale, che unisce un percorso didattico strutturato e funzionale ad un prodotto “finito” accattivante da mostrare al termine degli incontri nelle lezioni aperte al pubblico di genitori.
Ma se fino a pochi anni fa la collaborazione tra i nostri docenti e le maestre di scuola produceva risultati anche di notevole qualità didattica e artistica, ora le cose sono estremamente cambiate. Le pochissime risorse economiche di cui la scuola può disporre impediscono agli insegnanti, la cui formazione non prevede più da tempo lo sviluppo di competenze didattico-musicali e una cultura musicale in genere, di chiedere l’intervento di professionisti come i nostri docenti. Nel caso in cui ancora venga richiesta la nostra esperienza e professionalità, il numero di ore si è drasticamente ridotto e lo scopo ultimo di tutto il nostro lavoro è condizionato spesso e quasi unicamente all’esibizione di fine anno, costringendo ad abbandonare molto dei principi didattici per cui queste storie e le musiche ad esse connesse sono state create. Tanto che abbiamo dovuto constatare in molti casi un progressivo disinteresse verso il nostro approccio didattico alla fiaba musicale, a favore di famigerati musical in cui i bambini cantano a squarciagola sulle basi, strappando l’applauso dei genitori.
Anche per questo ci siamo orientati verso prodotti editoriali: per diffondere una cultura alternativa alla moda del momento.
Ciò tuttavia teniamo molto a mantenere il rapporto con la scuola pubblica, e abbiamo speranza che torni e si accresca la sensibilità verso modi altri di fare musica. D’altra parte il legame tra Centro Goitre e scuola pubblica, che aveva fatto subito parte del piano di rinnovamento pedagogico proposto da Roberto Goitre negli anni di attività, ha un ruolo fondante all’interno dell’Associazione. Tra i soci fondatori del Centro, ad esempio, si trovavano alcuni insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, come Anna Eva Gosso, la maestra a cui Roberto Goitre affidò la sperimentazione del Cantar leggendo, e che fu presidente del Centro per quasi 10 anni.
Il Centro ha svolto nel corso dei 30 anni di vita gran parte della sua attività didattica e della sua ricerca nei progetti e laboratori musicali tenuti in orario scolastico in scuole primarie e dell’infanzia, e sempre in scuole primarie ha aperto le sue sedi operative, dove ancora oggi svolge in orario extrascolastico corsi di musica, coro e strumento.
M.: Tra le vostre iniziative, oltre alla produzione di materiali didattici, avete posto particolare attenzione alla formazione degli insegnanti. Ne è testimonianza anche il volume Insegnare musica ai bambini. Indicazioni teoriche e pratiche per l’insegnamento ai bambini della prima e seconda infanzia (ed. Didattica Attiva / Musica Practica, Torino, 2013), che hai curato insieme a Elena Staino, Dariella Gallo e Serena Brunello. Quali sono gli aspetti che privilegiate nella vostra attività formativa?
L.P.: Nel Centro Goitre, da qualche anno accreditato al Miur per la formazione del personale scolastico, è stato dato avvio a corsi triennali di formazione che abbiamo chiamato come il manuale stesso “Insegnare musica ai bambini” in cui forniamo gli strumenti necessari a insegnanti e operatori musicali affinché imparino, a seconda del loro livello di competenze, a rielaborare autonomamente materiale musicale a scopo didattico e mostriamo una modalità di insegnamento che, secondo la nostra esperienza pratica, favorisce l’apprendimento degli allievi.
Non crediamo che esista un’unica via, né vogliamo fornire una tavola delle leggi ma sappiamo che gran parte dell’apprendimento, soprattutto nei giovani allievi, si basa sul rapporto che si instaura con l’ insegnante e sulle modalità con cui vengono poste, proposte e rielaborate determinate attività, piuttosto che sui contenuti proposti.
Crediamo che l’apprendimento non sia quasi mai un processo lineare e pertanto non ci preoccupiamo di fornire un percorso ideale, ma offriamo degli spunti operativi adattabili a seconda dei contesti in cui ci si trova ad operare.
Anche per questo i nostri percorsi di formazione si rivolgono ad un’ampia utenza che spazia dal docente senza competenze musicali specifiche sino al musicista professionista interessato alla didattica, per una scelta metodologica che vede nella pluralità e nella varietà di competenze ed esperienze un valore aggiunto al patrimonio didattico-culturale dei singoli partecipanti. Così facendo le esperienze didattiche degli insegnanti, anche senza formazione musicale, si intrecciano con il background del musicista professionista creando un circolo virtuoso in cui l’esperienza dell’uno va ad integrare ed arricchire quella dell’altro.
Ed è forse proprio nel rispetto delle peculiarità dei singoli partecipanti il nostro punto di forza, nel saper da un lato mettere a fuoco quelle competenze musicali presenti anche in chi crede di non averne e nel sapere bilanciare chi invece possiede così tante competenze contenutistiche imparate negli anni di studio che ha perso di vista ciò da cui non è possibile prescindere nell’insegnamento della musica: il nostro orecchio e il nostro primario e naturale istinto musicale.
L’attività di formazione dei docenti è uno dei punti statutari del Centro Goitre. Negli anni ottanta, quando il Centro Goitre è nato, erano pochissime le occasioni di formazione in ambito didattico musicale di cui gli insegnanti potevano disporre ed è per questo che il Centro si è subito adoperato per proporre seminari, convegni e corsi di formazione svolgendo un ruolo importantissimo di diffusione di approcci pedagogici in ambito musicale, proponendo non solo il pensiero di Roberto Goitre o di Zoltán Kodály e del Kodály Institute di Kecskemet (Ungheria), ma anche l’avvicinamento a fondamentali linee didattiche coinvolgendo ad esempio docenti dell’Orff-Shulwerk di Salisburgo, Luisa di Segni Jaffé del Dalcroze, Stefania Guerra-Lisi della globalità dei linguaggi e molti altri importanti nomi che in quegli anni si stavano appena affacciando nel panorama della didattica in Italia.
Questa attività di formazione non è mai venuta meno ed è su questa varietà di conoscenze e approcci didattici che i docenti del Centro Goitre si sono formati nel corso degli anni, un patrimonio tutt’ora vivo negli archivi del Centro che conservano tutto il materiale prodotto in quegli anni. All’interno del Centro Goitre siamo sempre orientati verso un vivace dibattito e confronto interno e stimolati alla ricerca delle linee più efficaci, pur nella diversità di competenze e di esperienze, al fine di perfezionare e rafforzare approcci educativi in grado di promuovere il miglior apprendimento degli alunni.
Con il manuale Insegnare Musica ai bambini, di cui, visto la considerevole richiesta, è stata programmata una nuova edizione, abbiamo organizzato ed elaborato le esperienze professionali di noi autrici e quelle di trent’anni di produzione del Centro Goitre in un testo sulla didattica musicale organico ed efficace che si fonda principalmente su ciò che abbiamo sperimentato osservando i processi di apprendimento degli allievi che si sono susseguiti nel corso degli anni. È sicuramente un progetto che ci ha permesso di migliorare e consentito di far conoscere il nostro pensiero e gli esiti delle nostre ricerche ad un pubblico più vasto: a queste pratiche didattiche abbiamo dato il nome di Sistema Goitre. Non ci accontentiamo di trasmettere le cose sono state insegnate a noi nel nostro percorso di studi, né tantomeno usiamo le modalità con cui ci sono state insegnate, me ci obblighiamo a riflettere su ciò che veramente serve ed è utile ai nostri allievi, senza compiacerci di teorie precostituite e rimettendoci in gioco ogni volta.
Nel file allegato un frammento audio della storia del Tagliapietre
Abbiamo rivolto a Lorella Perugia, presidente del Centro Goitre, alcune domande in merito.
Musicheria: Come nasce l’idea e come avete sviluppato la produzione di queste due storie?
Lorella Perugia: Il Centro Goitre, che si occupa principalmente di didattica musicale rivolta all’infanzia, ha sempre posto particolare attenzione all’elemento narrativo, a fiabe e favole per impregnare le attività musicali, i canti, le danze, gli ascolti di significati simbolici e stimolare l’apprendimento degli allievi. La fiaba infatti, metafora della vita, è un importante mezzo di comunicazione per i bambini perché parla un linguaggio a loro familiare, un linguaggio simbolico per immagini che è affine ai loro processi mentali: vi si ritrovano attese, disfatte, risalite, ostacoli e prove da superare che permettono ai bambini di proiettare all’esterno le loro paure infantili e vivere mondi paralleli.
Molte delle fiabe musicali nate in seno al Centro Goitre hanno preso spunto da testi letterari, come la storia del “Verme Schiff” tratta da un racconto di Giovanni Arpino, o da novelle di tradizione popolare, come il testo del “Tagliapietre” rielaborato a partire da una leggenda di origine orientale.
A testi come questi intercaliamo brani musicali originali o popolari, e ci siamo specializzati nell’individuare, all’interno della storia, i momenti più indicati per l’intervento musicale, fondendo testo e musica. Ogni docente del Centro si è perfezionato nell’invenzione o nella rielaborazione di canti e musiche adatti al filo narrativo, arrangiandoli nell’ottica di essere suonati e cantati dai bambini, usando strumenti tradizionali o strumentario didattico. Prodotti tutti nati e pensati con una profonda valenza didattica. Molti di questi racconti musicali, utilizzati da tutti i docenti del Centro Goitre nei vari contesti in cui si trovano ad operare, vengono rielaborati, integrati e riadattati, fino a raggiungere, in molti casi, risultati di alta qualità artistica.
Il “Verme Schiff” e il “Tagliapietre” ne sono un esempio: nati dalla fantasia musicale di Elena Staiano e Giovanni Freiria docenti da più di 20 anni nel Centro, sono stati arricchiti e perfezionati nel corso del tempo dal loro stesso intervento e da docenti come me, Serena Brunello, Dariella Gallo e altri, con il contributo degli stessi allievi che a volte hanno permesso di accendere scintille creative o facilitato la definizione di punti ancora non risolti.
Questa lenta maturazione ha portato ad un prodotto raffinato ed emozionante che volevamo condividere con un pubblico più vasto di quello coinvolto nei progetti didattici del Centro. Per questo abbiamo voluto che queste storie potessero diventare a tutti gli effetti delle “fiabe della buonanotte” .
Nel progetto, insieme agli editori, abbiamo coinvolto esperti illustratori, attori professionisti, insegnanti e allievi del Centro Goitre e il Coro di Voci Bianche e creato un prodotto editoriale sfaccettato dove il testo della storia corre attraverso le illustrazioni a colori insieme agli spartiti dei canti, che diventano così parte integrante della narrazione. Allegato al libro il CD con le voci degli attori che caratterizzano i personaggi, le sonorizzazioni e le musiche realizzate da allievi e insegnanti del Centro.
Il risultato è una pubblicazione editoriale per l’infanzia sicuramente originale e singolare nel panorama dei testi per bambini
M.: Le realizzazione delle due fiabe musicali si innesta in una costante attività che come Centro Goitre fate anche in collaborazione con varie scuole dell’infanzia e primarie. Quali sono le principali problematiche organizzative che avete riscontrato nelle vostre esperienze?
L.P.: sono certa che molte delle fiabe musicali prodotte dal Centro Goitre non sarebbero nate senza la stretta collaborazione instaurata tra docenti del Centro e gli insegnanti delle scuole d’infanzia e primaria in cui ci troviamo ad operare. Il carattere trasversale e multidisciplinare della fiaba-musicale ha sempre stimolato gli insegnanti delle scuole a prediligere l’offerta didattica del Centro Goitre ed è sempre stato un prodotto ideale, che unisce un percorso didattico strutturato e funzionale ad un prodotto “finito” accattivante da mostrare al termine degli incontri nelle lezioni aperte al pubblico di genitori.
Ma se fino a pochi anni fa la collaborazione tra i nostri docenti e le maestre di scuola produceva risultati anche di notevole qualità didattica e artistica, ora le cose sono estremamente cambiate. Le pochissime risorse economiche di cui la scuola può disporre impediscono agli insegnanti, la cui formazione non prevede più da tempo lo sviluppo di competenze didattico-musicali e una cultura musicale in genere, di chiedere l’intervento di professionisti come i nostri docenti. Nel caso in cui ancora venga richiesta la nostra esperienza e professionalità, il numero di ore si è drasticamente ridotto e lo scopo ultimo di tutto il nostro lavoro è condizionato spesso e quasi unicamente all’esibizione di fine anno, costringendo ad abbandonare molto dei principi didattici per cui queste storie e le musiche ad esse connesse sono state create. Tanto che abbiamo dovuto constatare in molti casi un progressivo disinteresse verso il nostro approccio didattico alla fiaba musicale, a favore di famigerati musical in cui i bambini cantano a squarciagola sulle basi, strappando l’applauso dei genitori.
Anche per questo ci siamo orientati verso prodotti editoriali: per diffondere una cultura alternativa alla moda del momento.
Ciò tuttavia teniamo molto a mantenere il rapporto con la scuola pubblica, e abbiamo speranza che torni e si accresca la sensibilità verso modi altri di fare musica. D’altra parte il legame tra Centro Goitre e scuola pubblica, che aveva fatto subito parte del piano di rinnovamento pedagogico proposto da Roberto Goitre negli anni di attività, ha un ruolo fondante all’interno dell’Associazione. Tra i soci fondatori del Centro, ad esempio, si trovavano alcuni insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, come Anna Eva Gosso, la maestra a cui Roberto Goitre affidò la sperimentazione del Cantar leggendo, e che fu presidente del Centro per quasi 10 anni.
Il Centro ha svolto nel corso dei 30 anni di vita gran parte della sua attività didattica e della sua ricerca nei progetti e laboratori musicali tenuti in orario scolastico in scuole primarie e dell’infanzia, e sempre in scuole primarie ha aperto le sue sedi operative, dove ancora oggi svolge in orario extrascolastico corsi di musica, coro e strumento.
M.: Tra le vostre iniziative, oltre alla produzione di materiali didattici, avete posto particolare attenzione alla formazione degli insegnanti. Ne è testimonianza anche il volume Insegnare musica ai bambini. Indicazioni teoriche e pratiche per l’insegnamento ai bambini della prima e seconda infanzia (ed. Didattica Attiva / Musica Practica, Torino, 2013), che hai curato insieme a Elena Staino, Dariella Gallo e Serena Brunello. Quali sono gli aspetti che privilegiate nella vostra attività formativa?
L.P.: Nel Centro Goitre, da qualche anno accreditato al Miur per la formazione del personale scolastico, è stato dato avvio a corsi triennali di formazione che abbiamo chiamato come il manuale stesso “Insegnare musica ai bambini” in cui forniamo gli strumenti necessari a insegnanti e operatori musicali affinché imparino, a seconda del loro livello di competenze, a rielaborare autonomamente materiale musicale a scopo didattico e mostriamo una modalità di insegnamento che, secondo la nostra esperienza pratica, favorisce l’apprendimento degli allievi.
Non crediamo che esista un’unica via, né vogliamo fornire una tavola delle leggi ma sappiamo che gran parte dell’apprendimento, soprattutto nei giovani allievi, si basa sul rapporto che si instaura con l’ insegnante e sulle modalità con cui vengono poste, proposte e rielaborate determinate attività, piuttosto che sui contenuti proposti.
Crediamo che l’apprendimento non sia quasi mai un processo lineare e pertanto non ci preoccupiamo di fornire un percorso ideale, ma offriamo degli spunti operativi adattabili a seconda dei contesti in cui ci si trova ad operare.
Anche per questo i nostri percorsi di formazione si rivolgono ad un’ampia utenza che spazia dal docente senza competenze musicali specifiche sino al musicista professionista interessato alla didattica, per una scelta metodologica che vede nella pluralità e nella varietà di competenze ed esperienze un valore aggiunto al patrimonio didattico-culturale dei singoli partecipanti. Così facendo le esperienze didattiche degli insegnanti, anche senza formazione musicale, si intrecciano con il background del musicista professionista creando un circolo virtuoso in cui l’esperienza dell’uno va ad integrare ed arricchire quella dell’altro.
Ed è forse proprio nel rispetto delle peculiarità dei singoli partecipanti il nostro punto di forza, nel saper da un lato mettere a fuoco quelle competenze musicali presenti anche in chi crede di non averne e nel sapere bilanciare chi invece possiede così tante competenze contenutistiche imparate negli anni di studio che ha perso di vista ciò da cui non è possibile prescindere nell’insegnamento della musica: il nostro orecchio e il nostro primario e naturale istinto musicale.
L’attività di formazione dei docenti è uno dei punti statutari del Centro Goitre. Negli anni ottanta, quando il Centro Goitre è nato, erano pochissime le occasioni di formazione in ambito didattico musicale di cui gli insegnanti potevano disporre ed è per questo che il Centro si è subito adoperato per proporre seminari, convegni e corsi di formazione svolgendo un ruolo importantissimo di diffusione di approcci pedagogici in ambito musicale, proponendo non solo il pensiero di Roberto Goitre o di Zoltán Kodály e del Kodály Institute di Kecskemet (Ungheria), ma anche l’avvicinamento a fondamentali linee didattiche coinvolgendo ad esempio docenti dell’Orff-Shulwerk di Salisburgo, Luisa di Segni Jaffé del Dalcroze, Stefania Guerra-Lisi della globalità dei linguaggi e molti altri importanti nomi che in quegli anni si stavano appena affacciando nel panorama della didattica in Italia.
Questa attività di formazione non è mai venuta meno ed è su questa varietà di conoscenze e approcci didattici che i docenti del Centro Goitre si sono formati nel corso degli anni, un patrimonio tutt’ora vivo negli archivi del Centro che conservano tutto il materiale prodotto in quegli anni. All’interno del Centro Goitre siamo sempre orientati verso un vivace dibattito e confronto interno e stimolati alla ricerca delle linee più efficaci, pur nella diversità di competenze e di esperienze, al fine di perfezionare e rafforzare approcci educativi in grado di promuovere il miglior apprendimento degli alunni.
Con il manuale Insegnare Musica ai bambini, di cui, visto la considerevole richiesta, è stata programmata una nuova edizione, abbiamo organizzato ed elaborato le esperienze professionali di noi autrici e quelle di trent’anni di produzione del Centro Goitre in un testo sulla didattica musicale organico ed efficace che si fonda principalmente su ciò che abbiamo sperimentato osservando i processi di apprendimento degli allievi che si sono susseguiti nel corso degli anni. È sicuramente un progetto che ci ha permesso di migliorare e consentito di far conoscere il nostro pensiero e gli esiti delle nostre ricerche ad un pubblico più vasto: a queste pratiche didattiche abbiamo dato il nome di Sistema Goitre. Non ci accontentiamo di trasmettere le cose sono state insegnate a noi nel nostro percorso di studi, né tantomeno usiamo le modalità con cui ci sono state insegnate, me ci obblighiamo a riflettere su ciò che veramente serve ed è utile ai nostri allievi, senza compiacerci di teorie precostituite e rimettendoci in gioco ogni volta.
Nel file allegato un frammento audio della storia del Tagliapietre