Progetto per le scuole primarie a cura di Daniela Fantechi, Benedetta Manfriani e Loredana Terminio
Viviamo in un ambiente fortemente inquinato dal punto di vista acustico e siamo spesso inconsapevoli del paesaggio sonoro in cui siamo immersi. Il rumore continuo ci distrae, ci affatica e, allo stesso tempo, ci disorienta. Riteniamo invece fondamentale orientarci nel nostro spazio quotidiano attraverso l’udito, e riconoscere i suoni che ci circondano.
La prima sensazione che il bambino percepisce nel grembo materno è il suono. A tre settimane nel feto si comincia a formare l’orecchio e a venti settimane inizia la piena funzionalità uditiva. L’udito è un formidabile strumento di conoscenza: l’apprendimento non avviene solo grazie al cervello, ma con il contributo di tutto il corpo. Essere educati ad un ascolto consapevole apre alla conoscenza della realtà e all’ascolto dell’altro.
Poiché le difficoltà di attenzione e di ascolto sono elementi significativi anche del disagio scolastico, Tempo Reale, centro di ricerca produzione e didattica musicale, fondato da Luciano Berio a Firenze (www.temporeale.it), porta avanti da 5 anni, nell’ambito dei progetti di educazione all’ascolto, un progetto di sensibilizzazione al suono destinato ai bambini della scuola primaria. Ideato nel 2013 da Francesco Giomi, direttore del centro insieme a Caterina Poggesi, ha coinvolto al momento 12.000 bambini del Comune di Firenze.
Il progetto dal titolo “Drinnn!! come suona la mia scuola?” parte dall’ambiente scolastico in quanto luogo carico di sonorità da riscoprire e da rivalutare.
Cosa sono i suoni? A cosa servono? Cosa succede se in classe i banchi si trasformano in strumenti a percussione? Questo laboratorio coinvolge i bambini in un processo creativo che inquadra in una luce nuova uno dei principali mondi sonori della loro vita quotidiana: lo spazio-scuola, che è contemporaneamente luogo di studio, di lavoro, e di relazione.
Attraverso il gioco, il suono viene esplorato nelle sue molteplici manifestazioni. Il corpo è il primo strumento da riattivare per percepire e produrre suoni. Ogni lezione inizia con piccoli esercizi di risveglio e di conoscenza del respiro e della voce, per poi addentrarsi alla scoperta delle caratteristiche del suono attraverso giochi con i nomi e con le onomatopee. Vengono poi scoperte le potenzialità sonore degli strumenti di lavoro quotidiano (quaderni, penne, sedie, astucci…) usati in modo non convenzionale, scatenando l’innata creatività dei bambini per arrivare infine anche ai suoni del nostro corpo: il battito del cuore e il flusso del sangue nelle vene che suscitano sempre nei bambini una grande emozione.
In una seconda fase ci si concentra maggiormente sull’ascolto ambientale attivo: i bambini sono guidati in una passeggiata di esplorazione sonora all’interno della scuola. Questo è un momento molto interessante in cui ai bambini è richiesto di stare un po’ in silenzio per potersi aprire ai suoni che li circondano. Quando è possibile stare all’aperto, molti bambini si distendono, chiudono gli occhi, liberi finalmente di percepire anche suoni sottili e lontani. L’ascolto dei suoni e dei rumori quotidiani assume un aspetto nuovo, per via della diversa attenzione rivolta ai tanti dettagli che normalmente passano inosservati.
Da questo momento viene creata una banca dati di suoni, costruendo un alfabeto grafico condiviso, riutilizzabile per la fase successiva, quella della composizione vera e propria.
Il terzo incontro è quello in cui si liberano maggiormente la creatività e l’immaginazione. È incentrato infatti sulla produzione di un brano scritto organizzando i piccoli e grandi suoni incontrati in precedenza e trasformando gli oggetti quotidiani dell’ambiente scolastico in strumenti sonori. Chi più ne ha più ne metta: nelle varie edizioni del progetto è stato possibile dirigere orchestre di violoncelli in miniatura fatti con elastici e porta-compasso, bottigliette-maracas, scaffali di metallo come metallofoni, tastiere di computer, scotch, cestini della spazzatura, porte, cerniere…
La memoria lavora accanto alla creatività, e l’ascolto diventa ancora più attivo nell’atto della composizione e dell’esecuzione. I bambini lavorano in piccoli gruppi per comporre brevi brani fatti dei suoni raccolti all’interno della scuola. Ogni suono si rivela così ricco di potenzialità musicali, mentre i bambini sono portati a riscoprire il loro enorme potenziale espressivo.
La prima sensazione che il bambino percepisce nel grembo materno è il suono. A tre settimane nel feto si comincia a formare l’orecchio e a venti settimane inizia la piena funzionalità uditiva. L’udito è un formidabile strumento di conoscenza: l’apprendimento non avviene solo grazie al cervello, ma con il contributo di tutto il corpo. Essere educati ad un ascolto consapevole apre alla conoscenza della realtà e all’ascolto dell’altro.
Poiché le difficoltà di attenzione e di ascolto sono elementi significativi anche del disagio scolastico, Tempo Reale, centro di ricerca produzione e didattica musicale, fondato da Luciano Berio a Firenze (www.temporeale.it), porta avanti da 5 anni, nell’ambito dei progetti di educazione all’ascolto, un progetto di sensibilizzazione al suono destinato ai bambini della scuola primaria. Ideato nel 2013 da Francesco Giomi, direttore del centro insieme a Caterina Poggesi, ha coinvolto al momento 12.000 bambini del Comune di Firenze.
Il progetto dal titolo “Drinnn!! come suona la mia scuola?” parte dall’ambiente scolastico in quanto luogo carico di sonorità da riscoprire e da rivalutare.
Cosa sono i suoni? A cosa servono? Cosa succede se in classe i banchi si trasformano in strumenti a percussione? Questo laboratorio coinvolge i bambini in un processo creativo che inquadra in una luce nuova uno dei principali mondi sonori della loro vita quotidiana: lo spazio-scuola, che è contemporaneamente luogo di studio, di lavoro, e di relazione.
Attraverso il gioco, il suono viene esplorato nelle sue molteplici manifestazioni. Il corpo è il primo strumento da riattivare per percepire e produrre suoni. Ogni lezione inizia con piccoli esercizi di risveglio e di conoscenza del respiro e della voce, per poi addentrarsi alla scoperta delle caratteristiche del suono attraverso giochi con i nomi e con le onomatopee. Vengono poi scoperte le potenzialità sonore degli strumenti di lavoro quotidiano (quaderni, penne, sedie, astucci…) usati in modo non convenzionale, scatenando l’innata creatività dei bambini per arrivare infine anche ai suoni del nostro corpo: il battito del cuore e il flusso del sangue nelle vene che suscitano sempre nei bambini una grande emozione.
In una seconda fase ci si concentra maggiormente sull’ascolto ambientale attivo: i bambini sono guidati in una passeggiata di esplorazione sonora all’interno della scuola. Questo è un momento molto interessante in cui ai bambini è richiesto di stare un po’ in silenzio per potersi aprire ai suoni che li circondano. Quando è possibile stare all’aperto, molti bambini si distendono, chiudono gli occhi, liberi finalmente di percepire anche suoni sottili e lontani. L’ascolto dei suoni e dei rumori quotidiani assume un aspetto nuovo, per via della diversa attenzione rivolta ai tanti dettagli che normalmente passano inosservati.
Da questo momento viene creata una banca dati di suoni, costruendo un alfabeto grafico condiviso, riutilizzabile per la fase successiva, quella della composizione vera e propria.
Il terzo incontro è quello in cui si liberano maggiormente la creatività e l’immaginazione. È incentrato infatti sulla produzione di un brano scritto organizzando i piccoli e grandi suoni incontrati in precedenza e trasformando gli oggetti quotidiani dell’ambiente scolastico in strumenti sonori. Chi più ne ha più ne metta: nelle varie edizioni del progetto è stato possibile dirigere orchestre di violoncelli in miniatura fatti con elastici e porta-compasso, bottigliette-maracas, scaffali di metallo come metallofoni, tastiere di computer, scotch, cestini della spazzatura, porte, cerniere…
La memoria lavora accanto alla creatività, e l’ascolto diventa ancora più attivo nell’atto della composizione e dell’esecuzione. I bambini lavorano in piccoli gruppi per comporre brevi brani fatti dei suoni raccolti all’interno della scuola. Ogni suono si rivela così ricco di potenzialità musicali, mentre i bambini sono portati a riscoprire il loro enorme potenziale espressivo.