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Tempo differito e tempo reale. Proposte di composizioni elettroacustiche nella scuola secondaria di I grado

Esperienze compositive nella scuola secondaria di I grado

Avvicinare i ragazzi alla musica elettroacustica non è semplice, ma possibile e per molti aspetti interessante. Esistono meno vincoli rispetto a quelli generalmente frapposti dagli adulti quando si confrontano con questo campo dell’esperienza artistica contemporanea e la possibilità che questo incontro risulti motivante e significativamente formativo aumenta quanto più l’esperienza viene collocata in una dimensione pratica e condivisa, quando più processo e prodotto riescono ad arricchirsi vicendevolmente.

 

Nella didattica musicale che sviluppo ordinariamente nella scuola secondaria di I grado, ragazze e ragazzi sono portati da subito a confrontarsi con la possibilità di modificare e trasformare il suono,  sia sul piano acustico che attraverso il trattamento informatico reso possibile dall’utilizzo di un software potente e amichevole come Audacity (open source di editing audio distribuito sotto GNU General Public Licence – GPLv2- www.audacityteam.org). Sin dalla prima classe abbiamo modo  di cimentarci con forme semplici di composizione informatica per capire le potenzialità estetiche del suono e del paesaggio sonoro. Nel tempo poi, grazie anche al lavoro estivo che separa le tre annualità del ciclo scolastico, dedicato da alcuni anni proprio alla progettazione e all’elaborazione di composizioni elettroacustiche, la qualità dell’elaborazione di ispessisce e acquista un maggior valore, in primo luogo per gli stessi autori.

Nell’estate 2016 alle classi seconde uscenti ho lasciato per compito estivo la possibilità di sviluppare una composizione a partire da tre file audio che mi sono stati cortesemente messi a disposizione dal collega Nicola De Giorgi, in cui erano presentati, concatenati l’uno all’altro, esempi di suoni elettronici. Il materiale, anche se abbastanza ostico al primo ascolto, non era privo di spunti interessanti tali da poter incuriosire l’intraprendenza e sollecitare la creatività dei ragazzi. E così è stato.

Il primo compito assegnato è stato quello di ascoltare attentamente le tre tracce (della durata ognuna di circa 20 minuti) con l’intento di selezionare ciò che più poteva interessare o evidenziare delle premesse utili per dar vita ad una successiva forma musicale.
Da soli, in coppia o in piccolo gruppo, nel corso dei tre mesi di vacanza estivi, ragazze e ragazzi  hanno quindi potuto sviluppare delle composizioni personali, dettate dal proprio gusto per il suono, nel rispetto di alcune semplici consegne: è stato chiesto che le composizioni non fossero troppo lunghe (massimo 5 minuti), richiedessero l’utilizzo di non meno di tre suoni organizzati su almeno tre tracce. È stata invece lasciata massima libertà riguardo all’opportunità di utilizzare i suoni così come si presentavano o di trattarli nuovamente attraverso l’effettistica.

Al rientro in classe dopo l’estate, anche per evitare lezioni estenuanti, ho preventivamente ascoltato tutto il materiale prodotto dalle classi che ho restituito riorganizzato e sintetizzato, proponendo all’ascolto collettivo alcuni lavori integrali, alcuni spezzoni significativi e tralasciando quelle produzioni che evidenziavano errori tecnici o che ho ritenuto svolte un po’ superficialmente. Per queste ultime ho preferito effettuare una restituzione a voce, lasciando in ogni caso sul PC di classe tutto il materiale a disposizione per una possibile consultazione personale.

Ascoltiamo tre esempi di questa prima fase del percorso: sono le composizioni di Samuele Valagussa, Metteo Quadri e Lorenzo Armeni, di età compresa tra i 12 e i 13 anni, che hanno lavorato da soli. Il fatto che siano tutti maschi è assolutamente casuale.
Samuele ha lavorato su tre tracce di fatto dedicandone due alla creazione di uno sfondo ritmico e timbricamente uniforme, riservando alla propria vena maggiormente espressiva la prima traccia (per la riproduzione è stata scelta la visione oscillografica).

Matteo ha operato invece con l’orecchio supportato dall’occhio, decidendo di costruire una forma perfettamente simmetrica basata sulla graduale accumulazione e decumulazione di materiali  (per la riproduzione è stata scelta la visione spettrografica).

Lorenzo ha operato, infine, per sottrazioni e sovrapposizioni, distribuendo i tre file audio originali uno su ogni traccia, tagliando e quindi ricomponendo i suoni, facendo in questo modo incontrare tra loro sonorità provenienti da raccolte diverse. Con questa regola ha costruito una tessitura assolutamente personale secondo il proprio gusto estetico.

Su queste composizioni estive le classi hanno successivamente avviato dei lavori di gruppo in cui il compito era quello di scegliere tra gli ascolti effettuati e discussi in classe delle sezioni parziali o integrali da rielaborare ulteriormente in nuove forme compositive, progettate in questo caso per poter interagire, in tempo reale, col suono (acustico o elettronico) di altri strumenti musicali.

Il lavoro si è sviluppato in più riprese per l’intero anno scolastico ed ha avuto come riscontro conclusivo la realizzazione di una composizione per ogni classe terza in cui gli elaborati dei diversi gruppi sono stati presentati come composizioni singole differenti o, quando si è trovato un filo conduttore o un’omogeneità strutturale sufficiente, quali sezioni integrate in un’unica forma musicale.

Proponiamo  ora  la visione di un breve montaggio video che abbiamo intitolato “Frammenti elettroacustici” che presenta alcuni momenti delle tre rappresentazioni realizzate a fine anno, mentre rimandiamo ad un ascolto, certamente più impegnativo, le tre composizioni integrali, presentate solo in formato audio, per chi fosse particolarmente interessato ad un’analisi più approfondita delle produzioni.
Le immagini del video sono poco efficaci: la telecamera fissa è stata infatti posta dietro al pubblico, abbastanza lontana dall’esecuzione, poco percepibile in mancanza di palcoscenico, ma sono sufficienti per comprendere la dinamica generale del processo performativo attivato e garantire un discreto ascolto.
I ragazzi, coi propri strumenti, hanno utilizza6to tutto lo spazio a disposizione davanti, di lato e dietro il pubblico. Nel corso del video si possono osservare diverse persone che assistono alla performace girarsi in direzione della telecamera, in quanto questa è stata collocata in prossimità del telo su cui era videoproiettata l’immagine della forma d’onda attiva, che i ragazzi hanno deciso di utilizzare come una delle partiture necessarie per la propria esecuzione (altre partiture sono presenti sui leggii).

Per quanto riguarda l’ascolto dell’audio con le tre composizioni possiamo offrire una breve presentazione per ciascuna, indicativa del percorso di progettazione realizzato dai ragazzi.

Classe 3A

Composizione 1 parte A – Titolo: Una mattina a scuola
– Ingresso
– I e II ora: Arte
(per banda magnetica, metallofono, chimes e xilofono su scala pentatonica)
– III ora: Storia
(per banda magnetica e dialogo di timpano e tom nel silenzio)
– Intervallo
(per banda magnetica e duo di rototom)
– IV ora: Musica
(per banda magnetica, flauto e tastiera)
– V ora: Sport
(per banda magnetica e litofono).
– Uscita: Spazio Atrio e dissolvenza.
Il brano viene eseguito con un illuminazione crescente attraverso il graduale sollevamento delle tapparelle delle finestre ad ogni sezione.

Composizione 1 parte B – Titolo:  In vacanza dal mare alla montagna (passando per la città)
– Ambiente 1:
Il mare / Il tuffo / Sott’acqua con onde leggere / Pesci: sostare nel suono (per banda magnetica, ocean drum, hit hat, chimes, bolle con cannuccia, maracas)
– Transizione del rullante (avvio del cammino)
– Ambiente 2: Città al risveglio (per banda magnetica, metallofono, timpano)
– Ambiente 3: La montagna (per chimes , piatto china, xilofono, metallofono).
Il brano è eseguito in condizione di luce naturale.

Composizione 2 parte A – Titolo: Temporale notturno per set di membranofoni e banda magnetica
Il brano viene eseguito in ambiente oscurato con i musicisti illuminati e disposti in linea retta.

Composizione 2 parte B – Titolo: Il bosco di Arlate: risveglio primaverile.
Il risveglio degli animali: rane, riccio, scoiattolo, uccellini e altri (per banda magnetica con chimes,  guiro, tubo pioggia, litofono).
Il brano viene eseguito in ambiente oscurato con i musicisti distribuiti nello spazio.

Classe 3B

Titolo della composizione: Il viaggio di Soualiho
La composizione è dedicata a Soualiho, compagno di classe originario della Costa d’Avorio che con grande dispiacere dei propri compagni e andando “controcorrente” rispetto a quanto generalmente accade in questo periodo storico, al termine della classe prima ha fatto un viaggio alla rovescia, tornando a vivere e a studiare nel proprio paese natale.

La composizione è organizzata nelle seguenti sezioni:
– Every Day, Canzone d’ amicizia inventata dai ragazzi ed eseguita per banda magnetica, voce, chitarra, basso, piano elettrico, batteria
– Africa, la terra (per banda magnetica, sonagli, bonghi, xilofono, timpano)
– Il viaggio di ritorno – in nave (per banda magnetica, flauto, tubo della pioggia, tastiere elettroniche).
– L’unione fa la forza (per banda magnetica, chitarra, tre tom, metallofono)
– Every Day, ripresa.

Classe 3C

Titolo della composizione: Suite elettroacustica
Primo quadro: Sogno (per banda magnetica, metallofono, due flauti, tastiere elettroniche, batteria elettronica/acustica).
Secondo quadro: Breve storia di un pomeriggio qualunque (per banda magnetica, piccole percussioni, flauti, tastiere elettroniche, xilofono).
Terzo quadro: “Scary Night”. Breve storia di mistero e paura (per banda magnetica, triangolo, tre rototom, basso elettrico, tastiera elettronica, voce amplificata).
Quarto quadro: Il lento trascorrere delle stagione (Per banda magnetica, triangolo, rototom, basso elettrico, tastiera elettronica, marimba, due flauti).

Schema esecutivo dei quadri: 1 – 2 – 3 – 4 –  3 – 1.

Concludendo il lavoro possiamo affermare che il processo didattico è risultato stimolante e coinvolgente per ragazze e ragazzi, ma ripagato da un prodotto che, seppur spiegato al pubblico di genitori, ha restituito solo in parte gli sforzi e l’impegno compiuto (le performace orchestrali realizzate nella rappresentazione finale dalle stesse classi, subito dopo, hanno raccolto ben altro riscontro da parte del pubblico).
Questo dato non sorprende ed è stato anche oggetto di discussione in ogni classe. Molti genitori si sono anche interrogati sul senso delle produzioni ascoltate e ne hanno discusso a casa coi propri figli che hanno cercato, ognuno coi propri strumenti concettuali, di spiegare il senso del lavoro svolto. D’altronde non spetta certo a piccole e marginali esperienze scolastiche risolvere un problema dai caratteri macroscopici che interessa ormai quasi un secolo di sperimentazioni e di discussioni sul rapporto tra il pubblico e la musica contemporanea. Quello che ci auguriamo è che questi ragazzi, in uscita dal primo ciclo d’istruzione, possano avere davvero meno difficoltà in futuro ad affrontare repertori e situazioni sonore che non risultano per loro esattamente familiari. Se così fosse, avremo certo raggiunto un obiettivo formativo e culturale importante e apportato un seppur microscopico contributo all’ampliamento delle facoltà percettive e di comprensione verso il suono-musica nella variegata quanto omologata società contemporanea.

Sul tema della composizione elettroacustica a scuola si veda anche il testo De Giorgi, Vitali, Tracce di suono. Paesaggi elettroacsutici nell’educazione al suono e alla musica, Franco Angeli, 2013.

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Composizione 2
Composizione 3
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