Intervista a Virgilio Savona
Negli anni ’90 ho collaborato con il Centro Studi Gianni Rodari di Orvieto per alcune attività di formazione degli insegnanti. Da quei corsi nacque l’idea di una ricerca su “Rodari e la musica”. Alcuni contributi li avevo pubblicati sulla rivista del Centro Rodari “C’era due volte” (nella foto la copertina del numero 1). Il frutto di quella ricerca l’ho sintetizzato poi nel volume “Gianni Rodari e la musica” (Edizioni del Cerro 2001, ora in ebook su Musicheria).
Per quella ricerca contattai Virgilio Savona che fu disponibile a un’intervista, rimasta inedita. Ritenendola interessante come documento, la pubblico qui in occasione del centenario di Rodari.
Milano 21 giugno 1995, ore 10, presso l’abitazione di Virgilio Savona
MP: Con il progetto “Rodari e la musica” vorrei da un lato raccogliere tutto il materiale musicale sui testi di Rodari, da acquisire presso il Centro di Orvieto, dall’altro contattare i musicisti che hanno utilizzato i testi di Rodari, per raccogliere una serie di testimonianze, di opinioni, di idee. Per iniziare, mi incuriosiva il come voi siete arrivati a musicare questi testi di Rodari, se per caso oppure …
VS: Nel 1969-70 fondai con Armando Sciascia i dischi dello Zodiaco, che consideravo un trampolino di lancio di nuovi materiali. Per puro caso un giorno incontrai per strada a Cernobbio (dove abito quando non sono a Milano) una bambina di amici, alla quale chiesi cosa avevano fatto quella mattina a scuola. Lei mi rispose che avevano imparato una filastrocca di Gianni Rodari, e me la recitò. Mi piacque molto, tanto che andai alla ricerca del testo. Le filastrocche di Rodari mi piacquero tanto che musicai una ventina di testi tratti da “Filastrocche in cielo e in terra”, pubblicato da Einaudi. Dopo di che trovai, tramite l’editore, l’indirizzo di Rodari e allora andai con il nastrino inciso da me e da mia moglie a sottoporgli il mio lavoro.
MP: In questo suo incontro con Rodari l’ha colpita qualcosa di Rodari in riferimento alla musica? Lei sa che Rodari conosceva la musica ..
VS: Sì, certo, ho avuto la sensazione di parlare la stessa lingua. Ho trovato comunque una persona dolcissima, cordiale e simpaticissima. Abbiamo parlato dell’aspetto musicale, del fatto che anche altri autori avevano musicato altre filastrocche.
Dopo quel mio primo lavoro, intitolato “L’accento sulla a”, avemmo l’occasione di incontrarci qualche altra volta. Una volta anche in occasione di una specie di referendum indetto dalla Domenica del corriere su quali erano i venti italiani che avevano dato prestigio all’Italia. C’era anche lui. In quella occasione concordammo un secondo lavoro. Mi misi al lavoro e ho trovato tantissime filastrocche che ho musicate. Ma poi non le ho pubblicate. L’occasione per riprendere quel materiale l’ho avuto quanto venni interpellato da Luciano Berio per un’opera per bambini da presentare al Maggio musicale fiorentino. E’ nata così, in sette mesi, “L’opera delle filastrocche”.
Di questo lavoro è stata fatta poi una riduzione, pubblicata da Ricordi con indicazioni didattiche. So che parecchie scuole l’hanno allestita. L’opera è stata allestita qualche anno dopo dalla Televisione Svizzera e anche, in forma ridotta, dal teatro di Pesaro nel 1990.
MP: Sulla musicalità dei testi di Rodari…
VS: Io non ho mai dovuto ricorrere a modifiche, ad allungamenti dei versi. Mi stavano bene così com’erano, perché son talmente musicali, come cadenza, anche pur non essendo come metrica sempre costante. Anzi, era proprio comodo avere dei versi metricamente diversi, perché mi dava modo di sbizzarrirmi con le melodie.
MP: Nella letteratura c’è un po’ il dibattito “letteratura per bambini – letteratura dei bambini”, e c’è anche un po’ per il teatro … Dal punto di vista musicale, per quanto riguarda la sua esperienza (c’è anche il suo libro di raccolta di canti popolari) … questo discorso di una musica … la canzone per bambini … come l’ha vissuta questa esperienza …
VS: Io l’ho vissuta nel senso di canzoni scritte in una maniera diversa da quella che è la canzone di consumo. Dalle canzoni di consumo i bambini sono bersagliati continuamente dalla televisione, dalle sigle dei cartoni animati giapponesi, dai festivalini che, va bè insomma, ogni tanto si fanno le cose un po’ kitch. Vanno differenziati … Io trovo che la musica propedeutica più adatta per i ragazzi è la musica popolare, quella della nostra tradizione, a cominciare da “Oh quante belle figlie madama dorè”, e poi “Alla fiera di Mastr’Andrè”, le ninne nanne classiche toscane, friulane, “Oh che bel castello” …. Io ho fatto dei dischi in cui ho raccolto forse per la prima volta in tre dischi 72 canti popolari infantili, tra ninne nanne, conte filastrocche, girotondi, ecc. Ne ho fatto poi anche un libro, con Michele Straniero e Alberto Mari (Sotto la cappa del camino). Quelli sono i mezzi con i quali mi sono avvicinato ai ragazzi.
MP: Lei ha avuto anche esperienze nelle scuole?
VS: Sì, siamo stati a Lecco, a Cantù, a Milano e in tanti altri posti … con un terrore … Mi ricordo che una volta ci sono venuti a prendere in macchina per andare a una scuola di Sesto S. Giovanni, a un certo punto abbiamo sentito un vociare enorme, sembrava lo stadio di S. Siro. – Cos’è? Ho chiesto – E’ la scuola, vi stanno aspettando. Siamo entrati, c’era un casino, e poi invece sono stati così carini … distribuivamo i testi di alcune canzoncine e cantavano con noi. Non dimentichiamo che questa vocazione di scrivere cose per i ragazzi io ce l’avevo già dal 1949-50, quando cominciai a scrivere delle fiabe per bambini, commissionate dalla Fonit Cetra per il Quartetto Cetra. Facemmo “Trombolino e Pernacchietta”, poi “Il trenino dei sogni”, un’altra canzone, e poi “Nella vecchia fattoria”, ormai famosissima, canto popolare Irlandese che con Kramer ho riscritto con qualche piccola variante.
MP: Per tornare al suo rapporto con Rodari, oltre ai suoi contatti personali, c’è qualcosa dell’opera di Rodari che l’ha particolarmente colpita, anche del suo pensiero, del suo modo di porsi, …
VS: Come opera, La grammatica della fantasia. Poi Rodari è un progressista, chiaramente con delle convinzioni cattoliche dietro le spalle …
MP: Ma lui ha sempre sostenuto una sua laicità …
VS: Sì, ma io sento, in qualche cosa che lui ha scritto, una vocazione cattolica … si sente… si sente che non c’è la volontà di scrivere delle cose di rottura forti, ma delle cose che possano arrivare in un certo modo, con un intento pedagogico. Credo che il premio Andersen l’abbia preso proprio per questa sua qualità.
MP: Se lei, in base alle sue conoscenza, dovesse trovare un parallelo di Rodari nel campo della musica in genere, o dell’educazione musicale …
VS: Potrei paragonare qualche opera di autori classici, propedeutica per l’infanzia, come potrebbe essere Pierino e il lupo di Prokofiev, come possono essere i Jeux d’enfant di Debussy, … ma non c’è un nesso … quelle sono opere musicali, in Rodari c’è un pensiero …
MP: Rodari ha sviluppato il suo discorso e le sue opere sul pensiero creativo. Che le risulta, nel campo dell’educazione musicale, troverebbe qualche riferimento …
VS: No, perché i riferimenti che ho io sono ad antologisti che si sono preoccupati di fare un lavoro di raccolta … ad es, la Maria Adelaide Spreafico, negli anni 20 e 30 aveva fatto delle raccolte di canti popolari con dentro appunto canzoncine come Oh quante belle figlie Madama Dore, ecc. ma non aveva scritto cose sue, aveva raccolto canti di altri. Quindi praticamente non ho trovato un autore come Rodari.
MP: E tra i compositori …
VS: Endrigo è stato sicuramente uno dei migliori. Poi ci sono tutti quelli che han fatto canzoncine per bambini, ma a livello di consumo (Mi scappa la pipi papà, La tartaruga, ecc.). Ci sono stati degli autori intelligenti, sì … come ad es. Beppe Dati e la Daisy Lumini che hanno scritto le canzoni degli animali mischiati, ippogrillo ecc. Più per un divertimento, un gioco di parole, ma non c’era un sostrato pedagogico…
MP: Io ho trovato, almeno questa è una mia impressione, qualche analogia con il lavoro di Liberovici …
VS: Liberovici ha fatto un lavoro più tecnico. Rodari è voluto arrivare ai bambini e ai ragazzi con la fantasia, con la poesia, dicendo delle cose. Liberovici invece ha schematizzato molto. C’è quel suo libro “Musica insieme” che è un trattato, non è un libro … è più per l’insegnante.
MP: E se lei volesse dare a qualcuno di questi giovani musicisti che si mette a lavorare nel campo dell’educazione, su come lavorare con la musica secondo lo spirito di Rodari cosa direbbe?
VS: Io ho trovato che gli autori ai quali ci si può ispirare bene per scrivere musiche per i bambini sul tipo delle filastrocche di Rodari possono essere autori francesi come Brassens, Brel, Yves Montand, italiani pochi, forse qualche cantautore, Guccini, De Gregori. Odio i bambini che si vestono da grandi, gli scimiottamenti, tipo qualche trasmissione televisiva; … non mi piace il bambino da solo, mi piace il gruppo.