Mezzo secolo della rivista della Società Italiana per l’Educazione Musicale (SIEM)
Con l’uscita del numero 183 Musica Domani, rivista della SIEM, ha festeggiato i suoi cinquant’anni di pubblicazione. Fondata da Carlo Delfrati nel 1971 ma affidata, allora, alla direzione del vulcanico musicologo Marco De Natale, Musica Domani è la più longeva rivista italiana di pedagogia e didattica musicale. Si tratta quindi di un compleanno importante e anche, per me personalmente, di un bel ricordo autobiografico, poiché iniziai a pubblicarvi nel 1986, con il numero 58, avendo in seguito la fortuna e il piacere di collaborare, a volte stabilmente, altre in modo più saltuario, con tutti i direttori e le direttrici che si sono susseguiti al timone: Andrea Talmelli, Maurizio Della Casa, Rosalba Deriu, Mariateresa Lietti, Gianni Nuti e, oggi, Alessandra Anceschi. Tutte queste diverse direzioni sono ricordate nel numero 183, con una copertina-collage che ricorda tutte quelle che hanno distinto Musica Domani, a partire dagli “storici” due leggii intrecciati su fondo marrone del primo periodo firmato da Marco De Natale.
Sfogliare oggi le annate di Musica Domani significa scoprire un archivio storico importante per l’Educazione Musicale, soprattutto ma non solo in Italia. Infatti, non c’é battaglia culturale, dibattito teorico, documentazione di attività che non entri nella pagine della rivista. Anzitutto, la battaglia culturale e politica per dare alla musica nella scuola uno spazio adeguato e paritario con le altre materie. Non si deve dimenticare che nel 1971 la musica era presente come “Canto corale” nella scuola elementare e compariva fugacemente nella media come materia facoltativa. Solo nel 1979, con i nuovi programmi, l’Educazione musicale entrò nella scuola media come materia obbligatoria per i tre anni con due ore settimanali, un risultato a cui la SIEM, e quindi la rivista Musica Domani, contribuirono in modo decisivo e che aprì la strada anche ai programmi per le elementari del 1985 con l’introduzione dell’“Educazione al suono e alla musica”. Un impegno analogo è testimoniato dalla pagine di Musica Domani a proposito dell’istituzione e diffusione delle scuole medie a indirizzo musicale.
Passando a un terreno più propriamente culturale, le pagine di Musica Domani ci guidano in un percorso attraverso le tendenze metodologiche che si sono succedute nel dibattito sull’educazione musicale: dal tentativo di applicare alla materia modelli mutuati dalla linguistica alla vera e propria rivoluzione rappresentata dall’irruzione della semiologia della musica nel terreno educativo, soprattutto a partire dagli anni ottanta, in relazione alle nuove generazioni d’insegnanti provenienti dalla formazione universitaria in DAMS. Ancora, in Musica Domani si seguono le tracce della ricerca sull’interdisciplinarità, sull’apertura progressiva, negli anni novanta, della nostra materia alle culture rock, pop e jazz e in seguito alle musiche non europee, sotto la spinta dei fermenti della pedagogia interculturale. Proprio per dare all’Educazione Musicale dei solidi fondamenti pedagogici ma anche musicologici, la rivista si è aperta molte volte ai contributi di pedagogisti e psicologi, oltre che di ricercatori nel campo musicale, italiani e stranieri.
Inoltre, Musica Domani ha sempre avuto attenzione all’educazione strumentale, cercando di emanciparla dalle visioni ristrette d’istituzioni spesso poco disponibili all’innovazione come i Conservatori. Si può quindi concludere che la rivista abbia giocato un ruolo a tutto campo e in tutti i settori nel rinnovamento dell’educazione musicale, affiancata dai Quaderni di Musica Domani poi ridenominati Quaderni della Siem, dedicati all’approfondimento di temi specifici, con la direzione di Johannella Tafuri e la frequente collaborazione di Mario Baroni.
Un ruolo, quello di Musica Domani, esercitato evidentemente in forme editoriali diverse che sono mutate nei cinquant’anni di vita, dalla prima serie, con la direzione coltissima e autorevole, ma ancora artigianale, di Marco De Natale, passando per periodi eclettici, altri in cui la rivista si orientava parzialmente alla monografia, oppure alla presenza di “rubriche” fisse, o al confronto-dibattito tra più voci su un tema importante. Si può dire che ciascuno dei direttori e direttrici di Musica Domani abbia saputo dare un suo contributo originale e personale, mutato anche in relazione ai tempi, ma sempre efficace.
Tutto ciò sino all’attuale, fortunato ritorno all’edizione cartacea ma con integrazioni in rete, con impostazione monografica semestrale. Inoltre, la realizzazione di un sito interessante in cui si trova un motore di ricerca che permette di rintracciare agevolmente articoli, soggetti e autori che si sono avvicendati in questi cinquant’anni di storia intensamente vissuti.
Lunga vita quindi a Musica Domani, rivista con la quale Musicheria.net attiverà scambi informativi e proficue collaborazioni.