Diario di una professione al bivio
Per la scuola si chiude un altro anno complesso. Gli strascichi della pandemia lasciano il segno e non sembra, nell’anno che verrà, che il fare scuola possa riconquistare piena serenità.
In questo anno e mezzo di turbolenza, la mia vita professionale non è stata travolta solo da questo. Anche io, come si dice, “ci ho messo del mio”: una serie di intrecciate vicende hanno determinato che in questi instabili mesi io venissi rimbalzata su due contesti “diversamente” formativi: dapprima – dopo una volontaria fuoriuscita dalla scuola – sono stata messa alla prova come docente formatrice di aspiranti insegnanti; successivamente, a seguito di un altrettanto volontario rientro, ricollocata nei consueti panni di docente di Musica di scuola secondaria. Un rimpallo, come dicevo, non subìto, frutto di scelte consapevoli che tuttavia mi hanno violentemente travolto.
Questa radicale dislocazione, resa ancora più disorientante perché avvenuta all’inizio dell’evento pandemico, ha avuto conseguenze di successivo riassetto che hanno lasciato traccia in queste pagine di diario. Pagine che mi è stato necessario redigere per ritrovare la bussola del cammino e per ridefinire il senso del mio fare didattico.
Con la consapevolezza di quale sia il valore della narrazione autobiografica nella formazione e in educazione, le condivido, nel duplice intento di riconquistare equilibri e consegnare a una lettura esterna (testimoniandone il valore di aiuto) questo sguardo introspettivo.
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