Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

La crociata dei bambini e l’educazione musicale

Una canzone per la pace

Da un anno una guerra devastante, che ha provocato sinora un numero di morti che non si riesce ancora a calcolare,  insanguina l’Europa. Ancora più sconvolgente è prendere atto che ormai nessuno più parla di trattative e di diplomazia, nemmeno di un semplice “cessate il fuoco” che dia il tempo di cercare una soluzione pacifica. Ormai parlano solo le armi, accompagnate da minacce e bellicose dichiarazioni da ambo le parti.
Il mondo della scuola e degli insegnanti appare, questa volta, poco impegnato a promuovere l’educazione alla pace e al disarmo. Un silenzio che contrasta con le iniziative che si tenevano un tempo, nelle scuole, ogni volta che si annunciava, o ahimè,  iniziava, una guerra. Gli insegnanti di musica erano sempre in prima fila, proponendo canzoni, spettacoli, lezioni sulla musica per la pace.
Forse  la propaganda di guerra, usata incessantemente dalle due parti in conflitto ha annichilito il pensiero e la capacità di dire, come faceva Gino Strada, di essere semplicemente contro la guerra, sempre.  Ed è sempre la propaganda di guerra che, anche nel nostro paese, fortemente impegnato nella guerra in spregio alla Costituzione, attacca chiunque non voglia schierarsi, che rifiuti l’aumento delle spese di guerra, che dica che con le armi non si costruisce la pace. Il vecchio adagio “se vuoi la pace prepara la guerra” non ha più senso, se si vuole la pace si deve preparare la pace.

Come insegnanti ed educatori, abbiamo molti doveri pedagogici e morali da adempiere. I nostri  alunni subiscono un bombardamento informativo impressionante, poiché questa nuova guerra è mediatizzata più di ogni altra. Il modo in cui, attraverso i social e la TV, assistiamo alla distruzione di città è villaggi, alla morte in diretta di soldati e civili, le dichiarazioni belliciste sempre più invadenti fanno vivere ai nostri alunni la guerra come un grande videogioco in cui la morte appare disincarnata, come se a perire e soffrire non fossero uomini e donne, bambini e bambine. Oppure, per converso, scene terrificanti e di inaudita violenza tali da sconvolgere chiunque. Abbiamo una grande responsabilità. A questo proposito credo che il libro di Anne Morelli Principi elementari di propaganda di guerra. Utilizzabili in caso di guerra fredda, calda o tiepida (Roma, Futura, 2004), dovrebbe essere letto in tutte le scuole, per guidare a una lettura attenta dell’informazione.

Come docenti di musica dobbiamo convincerci che la nostra materia è pienamente coinvolta nell’alternativa guerra o pace. Lo è per i metodi d’insegnamento e per i suoi contenuti come ci ha insegnato Gino Stefani (Competenza musicale e cultura della pace, Bologna CLUEB, 1985) quando parlava di scuola di guerra/scuola di pace e di come non sia vero che la musica è sempre vettore di fraternità e solidarietà, ma può essere al servizio delle discriminazioni, delle oppressioni e anche della guerra. La musica di pace non è data e  va costruita, abbandonando visioni consolatore e superficiali  e gli insegnanti di musica hanno in questo il loro compito fondamentale. Certamente, il metodo che usiamo in classe è il fatto prioritario, non si cantano canzoni di pace in un contesto autoritario e disciplinare. Tuttavia, anche i contenuti, i materiali, hanno la loro importanza, alimentano il progetto. Ricordiamo l’importanza che ebbe, durante le guerre che gli USA scatenarono contro l’Iraq, disporre de Il Disertore, versione italiana di Ivano Fossati della bella canzone di Boris Vian Le dèserteur ma anche di Poca voglia di fare il soldato, sempre del cantautore milanese. Sono solo due esempi, altri si potrebbero proporre. Purtroppo, sono pochi oggi i cantautori che s’impegnano in un discorso politico e civile, essendo più attenti a fare spettacolo con tutine che mettono in mostra il culo o a prendere a calci fioriere per ritagliarsi un articolo sul giornale dell’indomani.

Per queste ragioni, ho apprezzato particolarmente che Vinicio Capossela, il 24 febbraio, primo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, abbia pubblicato la sua nuova canzone contro tutte le guerre  La crociata dei bambini, ispirata alla Crociata dei ragazzi di Bertold Brecht, in cui il linguaggio poetico usato accresce il forte significato  antimilitarista e antibellicista.
Mi auguro tutta la fortuna per questa canzone e  spero sia cantata nelle scuole,  ripromettendomi di tornare presto e in modo più approfondito a discutere in  Musicheria del contributo che l’educazione musicale può dare alla lotta per la pace.

BERTOLT BRECHT – “La crociata dei ragazzi”

> In allegato lo spartito della canzone
La canzone è stata trasportata in tonalità di mi minore (dall’originale in Fa minore) per facilitarne l’accompagnamento in classe con la chitarra.

La crociata dei bambini di Vinicio Capossela

Partirono all’alba in crociata i bambini
Le facce gelate, chi li troverà?
Partirono in fila, sepolti di neve
I soli scampati alle bombe
ed ai soldati.

Volevan fuggire dagli occhi la guerra,
volevan fuggirla per cielo e per terra
un piccolo capo, la pena nel cuore,
provava a guidarli e la strada
non sapeva trovare.

Una bambina di undici, ad una di quattro,
come una mamma portava per mano
ed un piccolo musico, col suo tamburo,
batteva sordo, al timore
di farsi trovare.

E poi c’era un cane, ma morto di fame
che per compassione nessuno ammazzò,
e si faceva scuola tutti alla pari
sillabavan maestri e scolari
P.A.C.E.

(Ponte strumentale 1)

C’era Fede e Speranza ma né pane, né carne
non chiamate ladro chi deve rubare,
per dare alle bocche, di cosa mangiare
farina ci vuole
e non solo bontà.

Si persero in tondo, nel freddo di neve
nessuno più vivi li poté trovare,
soltanto il cielo, li vede vagare
nel cerchio dei senza meta
dei senza patria.

E cercano insieme una terra di pace
non come quella che hanno lasciato,
senza fuoco e rovina di Colosseo
ed immenso dietro di loro
diventa il corteo

(Ponte strumentale 2)

Il cane nel bosco fu trovato una sera
al collo portava un cartello con scritto:
qualcuno ci aiuti, abbiam perso la strada
seguite il cane, e vi prego,
non gli sparate.

La scritta infantile, trovò un contadino
ma non la mano che la tracciò
un anno è passato, nessuno è venuto
il cane soltanto è restato
a morire di fame.

Il cane soltanto è restato
e si muore di fame.

(Finale strumentale)

La crociata dei bambini di Vinicio Capossela

Partirono all’alba in crociata i bambini
Le facce gelate, chi li troverà?
Partirono in fila, sepolti di neve
I soli scampati alle bombe
ed ai soldati.

Volevan fuggire dagli occhi la guerra,
volevan fuggirla per cielo e per terra
un piccolo capo, la pena nel cuore,
provava a guidarli e la strada
non sapeva trovare.

Una bambina di undici, ad una di quattro,
come una mamma portava per mano
ed un piccolo musico, col suo tamburo,
batteva sordo, al timore
di farsi trovare.

E poi c’era un cane, ma morto di fame
che per compassione nessuno ammazzò,
e si faceva scuola tutti alla pari
sillabavan maestri e scolari
P.A.C.E.

(Ponte strumentale 1)

C’era Fede e Speranza ma né pane, né carne
non chiamate ladro chi deve rubare,
per dare alle bocche, di cosa mangiare
farina ci vuole
e non solo bontà.

Si persero in tondo, nel freddo di neve
nessuno più vivi li poté trovare,
soltanto il cielo, li vede vagare
nel cerchio dei senza meta
dei senza patria.

E cercano insieme una terra di pace
non come quella che hanno lasciato,
senza fuoco e rovina di Colosseo
ed immenso dietro di loro
diventa il corteo

(Ponte strumentale 2)

Il cane nel bosco fu trovato una sera
al collo portava un cartello con scritto:
qualcuno ci aiuti, abbiam perso la strada
seguite il cane, e vi prego,
non gli sparate.

La scritta infantile, trovò un contadino
ma non la mano che la tracciò
un anno è passato, nessuno è venuto
il cane soltanto è restato
a morire di fame.

Il cane soltanto è restato
e si muore di fame.

(Finale strumentale)

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