Quando uno spot offende i più semplici principi etici e umani
La parola Saggio ci rimanda al più comune e scontato significato che sta, appunto, per Persona o Gruppo di persone che mostrano palesemente di sapere agire e parlare in termini di prudenza, di comprensione, di moderazione, e quindi pure mettendo in evidenza conoscenze ed esperienze positive e rispettose da far emergere tanto nei fatti, come nelle loro pratiche, quanto nella vita stessa.
Quindi in queste righe, cari lettori, non troverete nulla che ha a che fare con la Saggezza, quanto piuttosto un as-saggio disgustoso lungi dall’umano saper agire con stile e ponderatezza, dal saper usare un linguaggio rispettoso degli altri (qualunque questi siano), dal saper usare prudenza con termini che non offendono nessuno e tanto meno i bambini, i loro genitori e l’apprendimento infantile e non facile nei confronti delle prime pratiche musicali.
Il soggetto di questo nostro disgustoso as-saggio è sintetizzato nella visione di una pubblicità televisiva presente in questo periodo nelle varie tv nazionali e, precisamente, in uno specifico spot della Rotoloni Regina. Si tratta di una scenetta di 20 secondi. Un minuscolo teatrino di provincia, quattro bambini abbastanza piccoli (due femminucce e due maschietti), che iniziano a suonare al flauto dolce la melodia Ah! Vous dirais–je, Maman (Ah! Ti dirò, mamma) che è un celebre canto popolare francese risalente alla metà del Settecento, utilizzato pure da Mozart per realizzare le sue Dodici variazioni per pianoforte KV265.
Ora mentre i bambini suonano in maniera incerta (anche perché il flauto dolce non è poi uno strumento che permette di gestire i suoni con facilità) c’è una voce fuori campo che dice: il saggio di tua figlia è come i Rotoloni Regina… Per fortuna solo i Rotoloni Regina non finiscono mai.
Ora, facendo una relazione fra la prima frase e il senso che si percepisce chiaramente dalle immagini che fanno vedere una donna e un uomo (che si presume siano i genitori di una delle due bambine) che, alla prime note mal gestite, mostrano la mamma distratta e il padre che controlla noiosamente l’orologio nella speranza che il saggio duri pochissimo) emerge l’offensivo senso che i bambini non debbano continuare a suonare quanto durano i Rotoloni di carta igienica Regina!
Facendo anche una relazione fra la seconda frase e il senso che si percepisce nella continuità delle espressioni negative del pubblico, quel Per fortuna solo i Rotoloni Regina non finiscono mai, si giunge a colmare la grande offesa che questo spot rivolge nei confronti dei piccoli flautisti e del pubblico che non vede l’ora di uscire da quel saggio insopportabile.
Di fatto non c’è nulla di Saggio in questa pubblicità e ci si meraviglia che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni essendo un’Autorità indipendente (istituita dalla legge 249 del 1997) non abbia notato queste condotte disgustose che offendono l’apprendimento musicale elementare, le famiglie che non mostrano fiducia e speranza nei loro figli e, ancor di più, l’offesa vergognosa fatta nell’abbinare un piccolo saggio musicale per bambini con la carta igienica, quasi a indicare che in quel teatrino ciò che si stava facendo val meno della “cacca”.
Le scuole in generale, le scuole musicali statali e private, gli enti e le associazioni musicali pubbliche, come tutti i genitori che hanno a cuore i primi apprendimenti dei loro figli, dovrebbero ribellarsi a questo spot, facendo di tutto per denunciare un simile ass-aggio disgustoso per quanto irriverente da un comune punto di vista umano.
Stanchi e delusi di aggiungere qualcos’altro, preferiamo chiudere il nostro forte risentimento con questo aforisma per noi più azzeccato dello scrittore americano Charles Bukowski (tratto dal testo: Shakespeare non l’ha mai fatto, Feltrinelli 2013): “Che schifo, eh, fratello, che la nostra merda sembri meglio di quel che sembriamo noi“.